Che amarezza!

Rubo la battuta ad uno dei personaggi dei "Cesaroni" per dirvi come mi sento. C'ho pensato molto, non volevo approfittare del mio ruolo, ma ormai... la decisione del TAR del Lazio è diventata una notizia di cui si è molto parlato e scritto.
Beh, io non ci sto a fare l'insegnante di serie B, soprattutto per voi, ragazzi e ragazze che frequentate l'ora di religione a scuola, e che avete il sacrosanto diritto che vi vengano riconosciuti l'impegno e la partecipazione con cui seguite questa materia!
I miei alunni, tra cui molti cattolici, diversi musulmani e di altre confessioni cristiane, e alcuni neanche battezzati (queste notizie sono i genitori a darmele, non le vado certo a chiedere io), sanno che fare religione a scuola non è aderire ad una fede, ma conoscere una religione che, ci piaccia o meno, è legata alla storia e alla cultura di questo paese, che è l'Italia. Il motivo per cui l'irc (così noi lo chiamiamo) è presente nella scuola pubblica è solo questo: dare agli alunni gli strumenti per comprendere la realtà in cui vivono.
Non si fa proselitismo, non si mette a disagio nessuno. Anzi... ci si apre al confronto con diversi sistemi di significato, si cerca di comprendere le ragioni altrui, ci si educa al rispetto della diversità.
Ogni scelta comporta delle rinunce, e non si vede perchè nella scuola, che deve essere un luogo educativo, per non creare eventuali discriminazioni per una minoranza, si finisce per discriminare non solo il 90% degli alunni che si avvalgono dell'irc, ma anche quelli che hanno scelto di rimanere a scuola per frequentare un'attività alternativa, piuttosto che andarsene a spasso per un'ora, o uscire prima o entrare più tardi, quando è possibile.
C'è qualcosa che non mi torna!
Il ministro Gelmini ricorrerà al Consiglio di Stato, perchè questa sentenza contraddice altri pronunciamenti e perchè, visto che esiste piena libertà di frequentare o meno le ore di religione, si arrecherebbe un ingiusto danno a chi sceglie di farla.
Permettetemi di dire che è l'ignoranza il vero nemico. In una società come la nostra, sempre più multietnica e multireligiosa, c'è bisogno, come dice il filosofo Cacciari, laico e di sinistra, di insegnare obbligatoriamente a scuola la nostra tradizione religiosa.
In attesa di ulteriori pronunciamenti, vi aspetto a settembre più motivati che mai, e ancora più numerosi.

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