La personalità perfetta dei santi

«Non c’è personalità veramente perfetta che nei santi. Ma come? I santi si sono forse proposti di sviluppare la propria personalità? No. L’hanno trovata senza cercarla, perché non cercavano questa, ma Dio solo» (J. Maritain).
Se il compimento umano/santità non è l’esito del nostro progetto, allora è il frutto maturo di quell'incessante quaerere Deum (cercare Dio) di cui ha parlato il Santo Padre qualche anno fa al Collegio Les Bernardins di Parigi. Come un bambino diventa uomo unicamente all’interno di relazioni buone, anzitutto con i suoi genitori e poi con tutti coloro cui è affidata la sua educazione, così la creatura si realizza vivendo quotidianamente in modo pieno e stabile la relazione con il Creatore. «I Santi – ha detto recentemente il Papa in Germania - ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in rapporto con Dio e vivere questo rapporto in modo radicale, metterlo al primo posto e non riservare ad esso soltanto qualche angolo» (Benedetto XVI, Omelia ad Erfurt, 24 settembre 2011).
La relazione buona con Dio è la radice da cui si alimenta ogni relazione costitutiva: con noi stessi, con gli altri e con il cosmo. Per questo come mostra con grande luminosità la storia delle nostre terre, i santi sono stati protagonisti di autenticità ecclesiale e di edificazione sociale, costruttori di civiltà. (...)
Se poi allarghiamo lo sguardo, non è possibile scrivere la storia di carità operosa, di educazione illuminata, di concordia civile, tutti fattori che appartengono per diritto proprio all'identità europea, se dimentichiamo nomi come Santa Caterina da Siena, San Giovanni di Dio, San Vincenzo de’ Paoli, San Tommaso Moro, San Giovanni Bosco o San Massimiliano Kolbe…Donne e uomini, trasfigurati dall'incontro con Gesù Risorto, le cui vite hanno illuminato e illuminano tuttora il presente delle nostre plurali società europee. Vale proprio la pena fare tesoro del celebre invito che la Didachè rivolgeva ai primi cristiani: «Cercate ogni giorno il volto dei santi e trovate riposo nei loro discorsi» (Didachè, IV,2).
(dall'omelia del card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, in occasione della solennità di Tutti i Santi 2011)
Vi invito a leggere anche il documento che trovate qui (tratto da "Il tesoro che c'è", Mariettiscuola).

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