Vocazione e progetto di vita

Etty Hillesum scriveva: «La vita è difficile ma non è grave: dobbiamo cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà da sé» (Diario, 1940-1943 p.127).
Ci siamo chiesti cosa volesse dire e tutti abbiamo concordato nel sostenere - riprendendo le parole di Pier Giorgio Frassati - che «non dobbiamo vivacchiare, ma vivere».
Che differenza tra questi personaggi e il "terrorista piccolo piccolo" dell'articolo di Gramellini!
Una vita "contro", quella di  chi sceglie la violenza e la morte, una vita "con" quella di Pier Giorgio e di Etty.
Un altro aspetto che ci ha colpito dei due personaggi che ho proposto è stato la loro capacità di amare.
Etty scriveva che «Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso; se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo; se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E' l'unica soluzione possibile. E' quel pezzettino d'eternità che ci portiamo dentro».
Pier Giorgio vive la sua vita nell'amore verso Dio e per i poveri, cui dona tutto se stesso.
Cos'è allora che ci rende veramente umani? E' proprio questa capacità di amore.
Dice papa Francesco:
«Amare il prossimo facendoci noi stessi prossimo è ciò che ci costituisce come persone. Riconoscere l'altro come nostro simile non ci 'dà' nulla, ma ci rende esseri umani. Soltanto così potremo essere una vera comunità di uomini e non un'orda di bestie» (dal libro "E' l'amore che apre gli occhi", Rizzoli).
Si potrebbe allora dire che il progetto di vita che abbiamo da realizzare sia proprio questo: amare. L'amore è vittoria sull'egoismo, è, come leggiamo nel nostro libro di testo, il progetto di vita che ci fa conoscere la verità e rende liberi.
Vi propongo una scheda su cui lavorare. A scuola avremo modo di confrontarci.
Buon lavoro!

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