Studia. Fallo per diventare libero.
“Se vuoi fregare il sistema, studia.
Ti racconto questa. E voglio dirlo a te, sì proprio a te, che magari hai 15 anni oppure 20, e pensi che studiare non serva a niente. Perché? Perché io ero esattamente come te.
Io sono figlio di due venditori ambulanti.
Insomma: una famiglia molto umile.
Allora, di tutta la mia prima infanzia io ricordo una sola parola: debiti, debiti, debiti.
E tu dirai: ma a me che me ne importa?
Aspetta.
Non ti voglio fare il classico discorso, ‘ah che infanzia difficile che ho avuto io!’
No, è proprio una sensazione che ti voglio descrivere, che dipendeva anche dai soldi, certo, ma non solo.
Non so come spiegarlo: era come se fosse tutto già scritto, ecco.
L'idea era che il mondo fosse diviso in due categorie: da una parte quelli che la loro vita se la scrivono, quelli che proprio la prendono in mano, che hanno il potere di decidere, di scegliere, e poi tutti gli altri.
Tutti gli altri dovevano seguire un copione già scritto, ecco; devono aspettare di essere scelti da qualcun altro.
Tutti gli altri non scrivevano: erano scritti.
Io ero in mezzo a tutti gli altri.
Oggi so che non è più così.
Oggi so che sono io che scrivo.
E se mi volto indietro, so cos’è che mi ha salvato. So cos'è che mi ha trasformato da uno che viene scritto, a uno che scrive.
Studiare.
Per cui, studia.
Non farlo perché te lo dicono. Non farlo per far contenti gli altri. Fallo per te.
Fallo per riuscire a guardare un video e capire davvero cosa sta dicendo. E soprattutto cosa ti sta vendendo.
Fallo per sgamare quelli che ti offrono soluzioni facili: perché studiare è anche scoprire che le soluzioni facili, quasi sempre, sono fregature.
Studia.
Non farlo per diventare ‘qualcuno’. Fallo per diventare libero. Per non dipendere mai da nessuno. Per essere tu quello che sceglie, e non quello che viene scelto.
Non farlo per diventare ricco, se per ‘ricchezza’ non intendi la libertà di trasformare i pensieri in parole, e le parole in azioni. Se per ‘ricchezza’ non intendi il valore di un verso che ti ispira, la capacità di commuoverti davanti a un dipinto, la voglia di chiederti, ogni volta: perché?
Studia.
Non farlo per il pezzo di carta. Fallo per alzare la testa. Per non permettere mai a nessuno di dirti cosa pensare.
E non farlo ‘perché si deve.’ Fallo perché lo decidi tu.
Perché ogni parola che ti rifiuti di conoscere oggi, è un calcio in c**o che prenderai domani. Lo diceva Lorenzo Milani. E fa anche rima.
Studiare non è solo studiare.
È aprirsi al mondo.
I libri, la scienza, l’arte, la matematica, le lingue, non sono solo ‘materie’. Non è solo roba da buttare dentro.
Sono finestre che ti spalancano i pensieri.
Sono scudi che ti proteggono i desideri.
Sono chiavi, sono armi, sono sentieri.
Sai, senza studio, impari solo una cosa: la rassegnazione. Il dire sempre di sì. Il pensare: ‘Tanto, cosa vuoi che cambi.’ E invece studiare cambia tutto.
Per cui, se vuoi fregare il sistema, studia.
Perché hai qualcosa di prezioso, lì dentro.
Sì, lo so, tu ancora non lo sai. E magari non ci credi. Ma c’è.
E ascolta uno che alla tua età era esattamente come te.
Studiare è l’unico modo per capire cos'è e dargli un nome.
E poi, scriverlo”.
Enrico Galiano, dal web
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