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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

La pace non si può comperare

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La pace non si può comperare: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire «artigianalmente» mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre celeste e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza . papa Francesco nel suo viaggio in Terra Santa (Amman, 24 maggio 2014)

La scuola che vorrei sta in Finlandia

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Siamo all’ingresso dell’istituto superiore Lauttakylän lukio, a Huittinen, in Finlandia, seguiamo dove si posa lo sguardo di trenta studenti italiani. “Io mi sento a casa in una scuola dove, appena entri, a destra l’appendi casco e soprabito e di fronte trovi le poltrone e un tavolinetto verso la vetrata. E questa è una scuola. Finlandese”. Eleonora non resiste: “I lavandini nei corridoi? Ma in tutti i piani? Ah: in tutte le aule!”. Il preside Timo annuisce e spiega che i bagni, invece, si trovano solo al pian terreno”. La dirigente Agnese Ivana Sandrin, liceo artistico Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, si rende subito conto di essere davanti un dato di fatto: “La didattica dura 75 minuti e seguono sempre 15 minuti di pausa. Positivo, non c’è più bisogno di uscire durante la lezione, come avviene in Italia, interrompendo e perdendo tempo”. Cosa succede in queste pause? Vediamo cinque ragazze che stanno riorganizzando gli appunti sedute in quello stesso tavolinetto che tanto ha colpito

Perché amo la scuola

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«Perché amo la scuola? Proverò a dirve­lo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre u­no sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello del­la scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io so­no andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è man­cata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla. Que­sto è il primo motivo perché io amo la scuola. Amo la scuola perché è sinoni­mo di apertura alla realtà. Almeno co­sì dovrebbe essere! Ma non sempre rie­sce ad esserlo, e allora vuol dire che bi­sogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbia­mo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. An

Credere

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Pensate alla vita come un viaggio. Pensate al suo inizio e alla sua fine. La morte è la fine di questo viaggio? O questo viaggio, iniziato con la nascita, ha "un fine"? I cristiani, come molti fedeli di altre religioni, credono che la morte non sia la fine di tutto, e quello che accade dopo sia legato a quanto compiuto in vita. Non approfondisco l'argomento, ma voglio proporvi un dialogo immaginario, attraverso questa storia di Guru PV Zen . Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro: - Tu credi nella vita dopo il parto? - Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello che saremo più tardi. - Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?  - Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. - Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelical

Novità da "Lo spazio di Profrel"

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Ho inserito alcuni giochi ne "Lo spazio di Profrel". Vi invito a cliccare qui e qui .