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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

Chi mettere al centro? Proposta didattica per una Terza media

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In adolescenza i ragazzi sono molto concentrati su stessi e vivono un equilibrio precario tra il bisogno di sentirsi riconosciuti e accolti dal gruppo e la difesa della propria identità e unicità. Il percorso didattico che ho proposto vuole indagare quello che è il desiderio di sentirsi al centro del mondo e degli affetti e le derive, a volte pericolose, a cui si può arrivare quando, nel cercare la realizzazione di se stessi si finisce per dimenticare gli altri e il contesto in cui si vive, per poi arrivare ad una definizione di felicità che spiazza l’idea di un cristianesimo che tende a mortificare l’io quando in realtà offre una proposta di vera realizzazione del sé. Quello che segue, conclusa la fase più “istituzionale” con l’indicazione dei TSC e degli Oa, è il racconto del percorso didattico che è stato realmente proposto.   DAI DOCUMENTI MINISTERIALI Traguardi  1.        ORDINE ANTROPOLOGICO – RELIGIOSO È aperto alla sincera ricerca della verità Sa interrogarsi   2

Una storia che parla incontro e non di scontro

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Dall'articolo di MARCO ERBA  L’imam “socratico” e l’insegnante che fa nascere idee senza imporre , in Avvenire del 17/03/2024 .  In uno dei miei viaggi in Bosnia ho conosciuto una donna piena di luce. Quella donna, durante la guerra degli anni Novanta, ha vissuto dentro l’assedio di Sarajevo, con il marito a combattere al fronte per difendere la città e un bambino molto piccolo da accudire. Ho passeggiato a lungo con lei per la città. Mi ha portato vicino al mercato coperto, mi ha indicato il punto in cui si metteva a vendere i suoi regali di nozze, per procurare del cibo a suo figlio. Mi ha portato al tunnel di Sarajevo, sotto l’aeroporto, di cui restano pochi metri: è un budello claustrofobico, nel quale si deve stare chini per camminare. La donna, suo figlio e sua suocera lo hanno percorso per centinaia di metri, per sbucare nella terra di nessuno, rischiando la vita, alle spalle della linea dell’esercito serbo che assediava la città.  Dopo un viaggio pazzesco, quella donna è a

Progettare con l'Intelligenza Artificiale

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Mi sono subito incuriosita a come l'Intelligenza Artificiale potesse entrare nel mio lavoro di docente. Ammetto di avere un'indole abbastanza aperta alle novità e il mondo dell'IA (o AI all'inglese) non poteva lasciarmi indifferente.  In questo periodo, che mi ha visto a casa per problemi di salute, non sono rimasta però con le mani in mano e ho frequentato dei corsi che potessero aiutarmi a capire come "governare" la novità. Da docente non credo nell'utilità di un atteggiamento di chiusura e di demonizzazione. Anzi. Mi sono andata convincendo che come insegnanti dobbiamo accogliere la sfida ed aiutare i nostri studenti ad un approccio critico e creativo.  In fondo, l'IA può offrire l'occasione per educare gli alunni ad attivare tutte le potenzialità che fornisce il pensiero umano, unito ad una buona dose di cultura e di competenze linguistiche, per ottimizzare al meglio le risposte che l'IA può dare ai nostri prompt. Proprio sui promp, ossia

Dall'odio al perdono

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Perdono, parola difficile da pronunciare e vivere. Basta vedere quello che sta accadendo in questo tempo così complicato, dove si parla di vendetta come se fosse un dovere morale.  Lei prof, sarebbe capace di perdonare? Spesso me lo hanno chiesto gli studenti e rispondo in modo onesto: "Non so, ma so che non c'è alternativa, perché l'odio consuma". Aggiungo sempre alla mia riflessione che ci sono stati uomini e donne che hanno saputo perdonare. La loro testimonianza è la riprova che si può perdonare. Come ha saputo fare Gemma Calabresi.  I miei alunni, al contrario di me, non possono avere memoria del marito, il commissario Luigi Calabresi, che fu ucciso il 17 maggio 1972 a colpi di arma da fuoco dinanzi alla sua abitazione, per mano di un commando di due terroristi di Lotta Continua. Gemma si trovò vedova ad appena 26 anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo. Ho letto nella sua biografia che insegnando religione in una scuola elementare è arrivata a maturare