Non è facile per i ragazzi capire la Trinità, un Dio che è unico ma nello stesso tempo Padre, Figlio e Spirito Santo. Non è facile per loro, ma credo che non lo sia neanche per noi. Il ragionamento da solo non basta. Lo sapeva Gesù, che ha evitato di darci formule e teorie, utilizzando invece un linguaggio legato alla dimensione dell'amore. Leggiamo quanto scrive Ermes Ronchi su Avvenire del 31 maggio 2012 «I nomi che Gesù sceglie per mostrare il volto di Dio, sono nomi che vibrano d'affetto, di famiglia, di legami. Padre e Figlio, sono nomi che l'uno senza l'altro non esistono: figlio non c'è senza padre, né il padre è tale se non ha figli. Per dire Dio, Gesù sceglie nomi che abbracciano, che si abbracciano, che vivono l'uno dell'altro. Il terzo nome, Spirito Santo, significa alito, respiro, anima. Dice che la vita, ogni vita, respira pienamente quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata. Padre, Figlio, Respiro santo: Dio non è in se stesso