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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Leggeri sì, ma non superficiali

Ve lo confesso: una delle cose che più non sopporto è la superficialità. Con questo non voglio dire che non c'è spazio per la leggerezza. Ma un conto è la leggerezza è altra cosa è la superficialità.  Italo Calvino, in Lezioni americane , scrive:  Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore. [...] La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: Il faut etre léger comme l'oiseau, et non comme la plume [ndr Si deve essere leggeri come l'uccello che vola, e non come la piuma].  Associo la superficialità al non pensare. Mi sembra purtroppo che in questo momento sia un atteggiamento un po' troppo presente.   Ascoltate, da questo passaggio del film "Hannah Arendt", di cosa sono capaci le persone che preferiscono la superficialità del non pensare.  

Mi scusi per la pianta

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  Vi condivido una bella storia. Non recente, ma tanto bella e interessante da ispirare un corso di studi, e vorrei anche tanto che ispirasse giovani e meno giovani ad un sussulto di dignità.  Ve ne parlo sempre a scuola: diventare umano, questo è il compito che ha ognuno di noi. Non si cresce in umanità adottando la logica del tirare a campare, ma avendo a cuore la bellezza e la straordinarietà della vita, nostra e altrui.  Riporto l'articolo di Massimo Cutò , pubblicato su Quotidiano.net l'11 febbraio 2021. Quanti spunti di riflessione!!! "Era il 17 giugno scorso. Il vicino di casa è venuto con un bigliettino. La calligrafia infantile diceva: buongiorno, mi scusi per la pianta, l’ho colpita accidentalmente con un pallone da calcio. Chiudeva: ecco 5 euro per il danno".  E poi? "Ho fatto un tweet ed è accaduto l’incredibile. Una slot machine: 15mila like in poche ore. Ho deciso che il mio futuro ciclo di lezioni sull’etica sarebbe partito da lì".  Così è

Ci può essere sempre una possibilità, ovvero "credo negli esseri umani", direbbe Dio

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Ne parlavamo l'altro giorno a scuola: la nostra fede spesso o a volte vacilla, ma c'è qualcuno che crede sempre negli esseri umani. Questo Qualcuno è Dio. Lo stiamo vedendo nelle storie della Bibbia su cui ci stiamo confrontando (mi rivolgo in particolare agli alunni di prima media), che Dio ha avuto pazienza anche quando le persone da lui chiamate lo hanno tradito o non erano proprio all'altezza del compito affidato. E' come se Dio dicesse, parafrasando la canzone che avevamo ascoltato, "credo negli esseri umani". Insomma, l'essere umano, anche quando sembra aver perduto la sua umanità, può riscattarsi. Questo per il messaggio biblico è possibile, perché ognuno di Dio rimane sempre "immagine di Dio", anche quando questa immagine rimane distorta per le fragilità umane.  Proprio per questo voglio raccontarvi la storia che ho letto in Avvenire del 26 gennaio 2021, a firma di Ferdinando Camon .  [...]il comandante di Auschwitz, prima di essere impi