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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Fare Pasqua. Tutti i giorni

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La Pasqua non è solo una festa celebrata una volta all’anno, per ricordare la morte e la risurrezione del Signore, ma anche la possibilità di vivere tutti i giorni come i due discepoli che la sera di Pasqua lasciavano Gerusalemme, la grande città, per tornarsene a Emmaus, il loro piccolo villaggio. I due uomini, entusiasmati dal suo messaggio di pace, di giustizia e di amore fraterno, avevano seguito Gesù, convinti che la loro vita sarebbe diventata bella ed entusiasmante come l’avevano sempre desiderata. Con la morte del Maestro, svaniti i loro sogni, si erano rassegnati a tornare alla vita di sempre.Tutti noi siamo quei due discepoli. Come loro nutriamo desideri e sogni di cose belle e buone, straordinarie. Invece c’è sempre qualcosa che si mette di traverso, e che ci spinge a rinunciare. Vivere la Pasqua significa reagire, come i due di Emmaus, alle difficoltà, alle delusioni, agli insuccessi. A loro si accostò un pellegrino. Parlò con loro e fece ardere il loro cuore di nuovo entus

Pontifex

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Termine antichissimo e – come vedremo – assai dibattuto, è tornato d’attua­lità di recente per essere stato scel­to dalla Santa Sede come deno­minazione ufficiale dell’account del Papa su Twitter. La storia del «pontefice», però, è molto più complessa di quanto lasci inten­dere l’attuale utilizzo all’interno dei social network. Nella Roma repubblicana, infatti, il Pontifex Maximus era il più impor­tante fra i sacerdoti appartenenti al collegio dei pontifices . L’etimologia tradizionale, con­cordemente indicata da Dionigi di Alicarnas­so e da Varrone, rimanda all’immagine del pon­tem facere e si fonda sul carattere sacrale che la costruzione dei ponti assumeva nell’antichità. A Roma, in particolare, dove il Tevere era ve­nerato come un dio e l’azione di unire tra di loro le due sponde separate dal fiume richie­deva, per l’appunto, la mediazione di un sa­cerdote. È l’interpretazione prevalente, ma non l’unica. Per Plutarco, ad esempio, all’origine del termine ci sarebbe l’ancestral

La croce e la gioia

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«Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. Mia nonna diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche. Amore al denaro, potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E anche ­ciascuno di noi lo sa e lo conosce ­i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione. E Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione. Questo è il bene che Gesù fa a tutti noi sul trono della Croce. La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte». (dall’o­melia pronunciata da papa Francesco durante la Messa della Domenica delle Palme in

Un incontro storico

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Questo tempo di Quaresima ha offerto a noi cristiani, ma penso anche a chi ha la fortuna di non vivere gli avvenimenti della storia con superficialità, molte occasioni di riflessione e di meraviglia. Un Papa si è dimesso, con un grande gesto di umile servizio alla Chiesa, e un altro Papa, venuto dalla "fine del mondo", ci ha stupito per le sue parole ed i suoi gesti. Mai avrei immaginato quanto si sta compiendo in questi giorni nella Chiesa. Mi affido alle parole di Mauro Cozzoli , pubblicate su Avvenire di ieri. «Umiltà e semplicità: due piccole-grandi virtù. Piccole perché nascoste, inappariscenti, momenti e brani della kenosi evangelica. Grandi perché indici di magnanimità e generosità, espressioni della «libertà che abbiamo in Cristo Gesù» (Paolo ai Galati 2,4). È questa la grande risorsa del cristiano e della Chiesa: non conquista dell’uomo ma frutto dello Spirito di Dio nel cuore dei credenti e, per essi, nella comunità ecclesiale. Nella testimonianza di umiltà d

Basiliche, chiese e cattedrali

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In questo periodo la basilica di San Pietro è stata e continua a essere al centro dell’attenzione di tutto il mondo. Da dove viene la parola basilica? Basilica è una parola latina che deriva dalla parola greca basilikè , che significava reggia. Nell’antica Roma si chiamava basilica l’edificio pubblico di forma rettangolare con grandi sale e corridoi: serviva per riunioni politiche, comizi, letture. Poi il nome è passato a indicare l’edificio dell’antica architettura cristiana derivato dalla basilica romana, diviso all’interno da colonne o pilastri e destinato alle cerimonie religiose. Mentre la parola basilica indica una chiesa di grandi dimensioni e importanza, di forma allungata, che termina con un’abside e alla quale sono riconosciuti particolari privilegi liturgici, la parola chiesa indica un edificio che può anche essere di dimensioni e forma varie: la parola viene dal latino ecclesiam , che derivava dalla parola greca ekklesia , che significava assemblea, riunione, e che è st

Norma come Antigone

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Dal libro «L’eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà» di Riccardo Michelucci ( edizioni Odoya ). Articolo pubblicato su Avvenire del 16 marzo 2013. Massa Marittima, 9 maggio 1944. In lontananza non si sente più il rumore delle e­splosioni. Sembra una giornata nor­male, almeno fino a quando quella cal­ma apparente non viene rotta dalle gri­da scomposte di un branco di soldati tedeschi e militi repubblichini. Stanno trascinando il cadavere straziato di un giovane partigiano per le vie del cen­tro cittadino. Lo abbandonano con di­sprezzo sul selciato della piazza del Duomo e nessuno osa avvicinarsi, neanche quando la banda di carnefi­ci si è ormai allontanata. L’unica che non fugge è una giovane donna di­ventata madre da pochi mesi. La sua coscienza le impedisce di assistere im­passibile, di fingere di non aver visto. Si avvicina per recuperare i poveri re­sti di quel partigiano, ne compone le spoglie, poi cerca qualcuno che l’aiu­ti a portarle via con un carro di

Lo stemma di Papa Francesco

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Un anello, uno stemma e un motto.Tra i primi impegni di papa Francesco c’è stata anche la scelta di questi tre elementi. Per il motto, cioè la frase in latino che farà da guida, il Papa userà quello che aveva già scelto da vescovo: Miserando atque elegendo, che possiamo tradurre in “amandolo e scegliendolo”. Anche per lo stemma papa Francesco ha voluto mantenere il disegno che già si trovava in quello vescovile: sullo scudo blu nella parte alta c’è il sole raggiato e fiammeggiante con le lettere “IHS”, che è il simbolo dei gesuiti, la congregazione a cui appartine. Sopra la lettera “H” c’è una croce e sotto la scritta compaiono tre chiodi che ricordano la crocifissione di Gesù. In basso nello scudo troviamo a sinistra la stella (che ricorda la figura di Maria) e il fiore di nardo (che ricorda la figura di san Giuseppe, spesso raffigurato con un ramo di nardo in mano). Dunque papa Francesco ha voluto esprimere la sua devozione alla Madonna e allo stesso san Giuseppe. E proprio nella s

Martiri di oggi: Shahbaz Bhatti

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« Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per lui voglio morire. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi; mi hanno minacciato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità. Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come esseri umani.  Penso che quelle persone siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo ». (dal testamento spiri

BIGnomi: ripassare in modo agile e divertente

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BIGnomi è una sorta di video-enciclopedia, nata su iniziativa della Rai, per ripassare con personaggi noti dello spettacolo argomenti di storia e di letteratura. Nel video che segue Max Pezzali ci parla della Seconda Guerra Mondiale. Cliccate sull'immagine.

Solo se libero l'uomo può fare il bene

Un esercizio di completamento da un brano della Gaudium et Spes (n. 17) per capire il legame tra bene e libertà.

Il discorso del Papa

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Ore: 21:25 - mercoledì, 13 marzo 2013  « Fratelli e sorelle buonasera.  Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui...  Vi ringrazio dell’accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie.  E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI.  Preghiamo tutti insieme per lui, perchè il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca». Dopo il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria «E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese.  Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi.  Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo, perchè ci sia una grande fratellanza.  Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo - mi aiuterà il mio cardinale vicario q

Buongiorno, Papa Francesco

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Il vocabolario del conclave e come si elegge il Papa

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Da Popotus, supplemento di Avvenire Conclave  Viene dal latino conclavem, parola composta da cum, che significa con, e clavis che significa chiave. Conclave vuole dire camera che si può chiudere con una chiave, per alludere al luogo in cui si riuniscono i cardinali per eleggere il Papa. La parola è usata nelle frasi entrare in conclave, chiudersi in conclave. Conclave indica non solo il luogo in cui si svolge il conclave (cioè la Cappella Sistina), ma anche la riunione dei cardinali per eleggere il nuovo Papa: convocare, adunare il conclave. Per estensione la parola ha preso anche il significato di riunione ad alto livello, riunione solenne, usata a volte anche in senso scherzoso in frasi come «i professori sono riuniti in conclave per fare gli scrutini». Pontefice Deriva dal latino pontificem, che significa colui che fa costruire il ponte sul fiume. Ancor prima della nascita di Roma i villaggi erano costruiti su palafitte e i ponti erano vie di comunicazioni importantissime per

Aiuta gli altri: il cuore ci guadagna

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Sono dell'avviso che il bene faccia bene non solo a chi lo riceve, ma anche a chi lo fa. La nostra umanità può svilupparsi in modo giusto  solo nelle relazioni autentiche, che sono quelle che ci fanno crescere nel bene. Non siamo umani quando facciamo il male, anzi. Più simili a bestie che a esseri umani, quando agiamo nel disprezzo della vita altrui. Leggete anche voi cosa ho trovato in  Popotus del 28 febbraio 2013. Fare del bene agli altri fa bene alla salute, soprattutto a quella del cuore. Anche in giovane età: lo spiegano i ricercatori dell’Università della Columbia Britannica, in Canada. Nel loro studio, pubblicato sulla rivista “Jama Pediatrics”, i ricercatori hanno indagato sull’effetto del volontariato sulla salute fisica degli adolescenti. «È stato incoraggiante notare come un intervento sociale a sostegno di membri della comunità abbia anche migliorato la salute degli adolescenti», ha detto Hannah Schreier, fra gli autori dello studio. I ricercatori hanno diviso di

Mini guida alle leggi dell'ebraismo

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Vi propongo, cari alunni delle seconde, di approfondire la conoscenza dell'ebraismo, attraverso una mini guida che ho trovato nel sito www.torah.it . Cliccare sull'immagine.

Donne, com'è difficile frasi strada

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In occasione della Giornata di oggi riflettiamo su quanto sia ancora difficile la vita per le donne. L'articolo che vi propongo, letto in Popotus di ieri, non parla di femminicidi, nè di violenze e discriminazioni. Però mette in evidenza un distacco tra donne e uomini che si fa fatica a ridurre. Per retaggio culturale? ignoranza? mancanza di sensibilità? A voi l'articolo e la proposta interessante che vi è contenuta. Rita e Gae ce l’hanno fatta a tempi di record. A pochi mesi dalla morte il loro nome è già sulla targa di una piazza. Rita Levi Montalcini: scienziata, premio Nobel e senatrice. Gae Aulenti, designer e architetta. Sì, al femminile, come l’Accademia della Crusca sostiene che bisogna dire. Lo stesso vale per sindaca, ministra e avvocata: basta maschilismi nella lingua. Piazza Montalcini la trovate già sulle mappe di Torino e di Agrigento. Piazza Aulenti è in pieno centro a Milano. Una rarità in un Paese dove solo quattro vie su cento sono intitolate alle donne.V

Martiri di oggi: Annalena Tonelli

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« Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: lui e i poveri in lui. Per lui feci una scelta di povertà radicale... anche se povera come un vero povero io non potrò essere mai. Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio... Sono non sposata perché così scelsi nella gioia quando ero giovane. Volevo essere tutta per Dio. Era una esigenza dell’essere quella di non avere una famiglia mia. E così è stato per grazia di Dio. Partii decisa a gridare il Vangelo con la vita sulla scia di Charles de Foucauld. Trentatrè anni dopo grido il Vangelo con la mia sola vita e brucio dal desiderio di continuare a gridarlo così fino alla fine ». Annalena Tonelli (dalla testimonianza offerta da

Quando il perdono viene dall'Islam

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«Vorrei salvare quelli che sono all’origine della mia sofferenza. Bisogna aiutare quei giovani. L’odio contro l’odio non produce molto: crea ancora odio». Non è facile parlare così, soprattutto se si ha avuto un figlio assassinato e, per di più, il suo killer viene considerato da qualcuno un eroe per il suo gesto. Ma Latifa Ibn Ziaten, l’autrice di queste affermazioni, ha deciso di dire basta alla spirale della violenza. Nata in Marocco 52 anni fa, Latifa è la mamma di Imad, il paracadutista di trent’anni che lo scorso marzo fu la prima vittima di Mohamed Merah, il killer di Tolosa, giovanissimo terrorista che poi avrebbe ucciso altri due militari (tutti di origine maghrebina, 'puniti' come ritorsione alla presenza francese in Afghanistan) e si sarebbe accanito contro i bambini di una scuola ebraica. Bilancio della strage: sette morti e un Paese sconvolto. Mohammed Merah era nato e cresciuto in Francia e si era votato alla causa jihadista nello Stato europeo che incarna per ecc

La crocifissione bianca di Chagall

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M. Chagall era un pittore russo di origine - e di fede - ebraica. Negli anni '30 gli fu richiesta una commissione piuttosto imponente: l'illustrazione della Bibbia, opera che nessun pittore - escluso Rembrandt - aveva mai realizzato; il pittore accettò.  "La crocifissione bianca" è senza dubbio uno dei vertici artistici chagalliani: dipinta nel 1938, in essa il pittore esprime le sofferenze del suo popolo odiato e perseguitato e prefigura drammaticamente le ignominiose atrocità che saranno commesse nei mesi e negli anni successivi. Dopo aver provato insieme a ricostruire in classe gli eventi relativi alla storia del popolo ebraico e aver svolto le attività inserite nel blog, vi invito ad osservare l'opera di questo grande pittore. Vi offro alcuni spunti per analizzare al meglio il quadro (tratti dalla rivista Scuola e Didattica 11/2012 , pp. 86-87): 1) Lamentazioni: sgomenti, tre rabbini e donna piangono… 2) Pogrom russi contro gli Ebrei… 3) Distruzione

Studio in mappa

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Più volte vi ho parlato dell'utilità delle mappe nello studio. Cognitive, concettuali, o strutturali che siano, sono di valido per ogni studente. Sulle mappe strutturali vi invito a dare un'occhiata nel sito Studio in mappa . Gli alunni della scuola secondaria di primo grado possono trovare delle mappe utili per il loro studio cliccando sull'immagine.

Martiri di oggi: Dorothy Stang

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« Sto scrivendo da un piccolo rifugio, perché un contadino di uno dei 25 villaggi che seguiamo è stato ucciso venerdì 2 gennaio. Era uno che aveva parte attiva nella resistenza al potere schiacciante dei ricchi fazendeiros della nostra regione. (…) Siamo veramente coinvolte – cuore, mente e anima – con i poveri oppressi dal sistema, non c’è dubbio su cosa si debba fare per dare una risposta comunitaria. Non possiamo parlare di poveri. Dobbiamo essere poveri con i poveri. Se ci spogliamo di noi stesse, di tutte le cose in più che richiedono così tanto del nostro tempo e dei nostri pensieri, il tempo che ci resta sarà molto di più e sarà difficile non dare una risposta radicale al Vangelo. Sento che questa è la strada quando vedo migliaia e migliaia di persone che muoiono (…) Abbiamo reso la nostra vita così confortevole e lontana dalla realtà che non riusciamo a vedere i peccati della società alimentati dal nostro silenzio? È bene che finalmente ci si stia svegliando come gruppo, per