Un professore scrive ai suoi alunni
Cari studenti, Perdonateci se vi disturbiamo con queste due righe. In questo periodo, io e i miei colleghi vi troviamo particolarmente irrequieti e poco attenti. So che da quando stiamo vivendo questa situazione pandemica, la vostra e nostra vita è radicalmente cambiata e che dopo mesi di didattica a distanza, non vedevate l’ora di comunicare dal vivo la vostra gioia d’essere di nuovo in classe, di essere di nuovo tra i vostri amici. E se i vostri amici sono vicini a voi cosa fate? Non ci parlate? Non avete forse voglia di far sorridere gli occhi dei vostri compagni? Capiamo, che se tra voi, non vi è più un click o uno schermo, sembra quasi che dobbiate recuperare il tempo perduto durante i mesi precedenti, dove la socialità è venuta a mancare. Quella socialità che è fondamentale per la vostra crescita. Tutto questo è molto comprensibile, ma vorrei porvi alcune domande. Se non ci ascoltate, per che cosa venite in classe? Se non ci ascoltate per cosa ci siamo laureati? Se chiacchiera...