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Visualizzazione dei post da 2014

Omelia per Simone

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Abbiamo vissuto momenti di grande tristezza. L'altro giorno abbiamo accompagnato Simone nel suo ultimo viaggio su questa terra. Non lasciamoci prendere dallo sconforto o da una rabbia sorda e cieca verso Chi ci è parso assente e lontano. Vi lascio l'omelia di don Antonio sulla quale avremo modo di riflettere ancora tornando a scuola. Perché sicuramente duro sarà il rientro, ma per l'affetto che abbiamo per Simone, ora angioletto tra gli angeli, non saremo sconsolati e senza speranza. « Che razza di Natale abbiamo vissuto! Non lo dimenticheremo mai… Non una festa guastata, ma il dramma della nostra fragilità, che ci ha messo in ginocchio due volte. In ginocchio per il dolore, che ha piegato soprattutto Enrico e tutti i familiari di Simone; in ginocchio per la preghiera, muta e accorata: Signore, dove sei? Abbi pietà di noi! Dio conosce la nostra debolezza mortale, e ci ha donato suo Figlio Gesù per condividerla e trasformarla. Nella notte di Natale, un bambino nasce

Alla ricerca del Natale vero

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Alcune frasi per ritrovare il senso del Natale. « La festa della nascita del Salvatore è nella sua vera essenza tutt'altro che un evento sereno. Pensate. Dio assume la forma umana e per lui c’è spazio e calore solo in un’umile mangiatoia. Poi, quando la notizia in qualche modo trapela, la prima reazione del potente di turno è la strage degli innocenti, che innesca la fuga in Egitto. Dio si presenta bambino, debole e povero, perseguitato e profugo, in pratica incamminato fin dall'inizio su quella via della croce che avrà il suo culmine sul Golgota. E non è un caso che il giorno dopo Natale la Chiesa ponga la memoria liturgica del primo martire, Santo Stefano, quasi a mettere subito le cose in chiaro: il martirio - cioè la testimonianza estrema fino al dono disarmato della vita - è l’altra faccia della medaglia rispetto alla professione di fede nel 'Dio con noi' » ( Mimmo Muolo , nell'editoriale di  Avvenire  del 27 dicembre 2014). Il Natale, quello vero, non ha nul

Hallelujah

Abbiamo veramente bisogno di una luce che illumini queste giornate che sembrano buie. Abbiamo bisogno di speranza e che la vita sia da tutti considerata un dono da custodire e proteggere. Con umiltà riconosciamo la Fonte della Vita e affidiamoci a Chi, veramente, illumina le nostre notti. Vi lascio un canto di lode alla sacralità della vita realizzato dai “ FRA’n’SIS” (contrazione di Franciscans and Sisters ovvero Frati e Suore) che sulle note della celebre “Hallelujah” di Leonard Cohen, cantano un testo liberamente ispirato alla lettera “Rallegratevi” di Papa Francesco composto dal cantautore e discografico Nando Misuraca.  

Il male: sfida per il futuro?

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Una riflessione che forse può aiutare noi adulti a dare una risposta ai nostri ragazzi, colpiti, come tutti noi, dalla tragedia che si è consumata nella nostra comunità. «Perché esiste il male? Facciamo fatica a trovare una risposta a questa domanda. La cerchiamo, la desideriamo, a volte la pretendiamo. La cercano, la desiderano, la pretendono i giovani, che ci guardano e sembrano rimproverarci per la nostra incapacità di lasciare loro un mondo migliore. Qualche tempo fa una persona mi disse che senza il male non saremmo in grado di apprezzare in tutta la sua pienezza il bene. In queste parole – che sulle prime mi sembrarono vuote e prive di senso – forse sta la risposta alla nostra domanda. Dacché l’uomo ha iniziato a condurre la sua millenaria esistenza su questa benedetta terra, sempre si è data la lotta tra il bene e il male. E probabilmente sarà così fino all'ultimo giorno in cui ci saranno uomini in questo mondo: la lotta del bene contro il male non finirà mai. Se

In questa Notte Santa

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A volte, come i pastori, ci troviamo nella notte (un lutto, una malattia, una separazione,...). Ma come per loro, anche per noi, nella notte, irrompe la luce divina a rischiarare il buio. Non ci sono più tenebre, non c'è più solitudine: nella notte il bambino ha incontrato il mondo, perché nelle nostre notti non ci sentissimo più soli e perché le notti non fossero per sempre. A riconoscerle le notti! Che il Signore Gesù ci aiuti a essere vigili (a vegliare, come i pastori) per accoglierlo nella nostra vita. Allora sì che la notte non farà paura. Auguri di Buon Natale!

La religione autentica è fonte di pace e non di violenza

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« Non possiamo non riconoscere come l'intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie sia un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo. Come credenti, dobbiamo essere particolarmente vigilanti affinché la religiosità e l’etica che viviamo con convinzione e che testimoniamo con passione si esprimano sempre in atteggiamenti degni di quel mistero che intendono onorare, rifiutando con decisione come non vere, perché non degne né di Dio né dell'uomo, tutte quelle forme che rappresentano un uso distorto della religione. La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio è inumano ». Papa Francesco durante l’incontro con i leader di altre religioni e altre denominazioni cristiane presso l’Università Cattolica 'Nostra Signora del Buon Consiglio' di Tirana. (21/09/201

Globalizzare la fraternità

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​“Globalizzare la fraternità” per sconfiggere “l’abominevole fenomeno” della schiavitù: questo il cuore del Messaggio del Papa per la 48.ma Giornata mondiale della pace, che ricorre il prossimo primo gennaio. Il documento - intitolato “Non più schiavi, ma fratelli” – descrive le cause profonde della tratta, tra cui “le reti criminali che ne gestiscono il traffico” ed esorta gli Stati ad applicare “meccanismi efficaci di controllo” per non lasciare spazio a “corruzione ed impunità”. “Abominevole fenomeno”, “reato di lesa umanità” che colpisce “milioni di persone”: non usa mezzi termini Papa Francesco per descrivere la schiavitù nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace che nel titolo – “Non più schiavi, ma fratelli” – richiama la Lettera di San Paolo a Filemone (Fm 1, 15-16). Due le parti costitutive del Messaggio: nella prima, il Pontefice descrive i tanti volti della schiavitù e ricorda le vittime del lavoro-schiavo, i migranti privati della libertà, abusati, detenuti

Le piante di Natale

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Le origini dell’ albero di Natale sono incerte; una tradizione sostiene che durante il Medioevo nelle piazze davanti alle cattedrali tedesche si innalzava l’albero del bene e del male, cioè quello del Paradiso terrestre con appese le mele del peccato originale. Infatti Gesù Bambino veniva a cancellare la colpa di Adamo ed Eva e dunque era giusto ricordarlo a tutti i fedeli. Col tempo, poi, le mele rosse e lucide sono diventate palle luccicanti e multicolori, mentre all'albero sono state aggiunte candele e più tardi luci elettriche, a indicare la luminosità spirituale della notte di Betlemme. È dunque un errore sostenere che l’albero sarebbe un simbolo «meno cristiano» del presepe, solo perché è molto usato nei Paesi nordici: invece, se viene spiegato secondo la sua origine e il suo significato, è anch'esso un segno importante di Cristo, albero luminoso che offre al mondo i frutti del bene. La Stella di Natale è una delle piante ornamentali più utilizzate durante il peri

Per vincere la fame nel mondo

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« Gli esseri umani, nella misura in cui prendono coscienza di essere parte responsabile del disegno della creazione, diventano capaci di rispettarsi reciprocamente, invece di combattere tra loro, danneggiando e impoverendo il pianeta. Anche agli Stati, concepiti come comunità di persone e di popoli, viene chiesto di agire di comune accordo, di essere disposti ad aiutarsi gli uni gli altri mediante i principi e le norme che il diritto internazionale mette a loro disposizione. Una fonte inesauribile d’ispirazione è la legge naturale, iscritta nel cuore umano, che parla un linguaggio che tutti possono capire: amore, giustizia, pace, elementi inseparabili tra loro. Come le persone, anche gli Stati e le istituzioni internazionali sono chiamati ad accogliere e a coltivare questi valori, in uno spirito di dialogo e di ascolto reciproco. In tal modo, l’obiettivo di nutrire la famiglia umana diventa realizzabile ». Papa Francesco in occasione della sua visita alla sede della Fao in Roma  (se

Feste e celebrazioni nell'Ebraismo e nel Cristianesimo

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Una mappa per cominciare a conoscere l' Ebraismo attraverso alcune delle sue feste (clicca sull'immagine). Una presentazione sulle feste nel Cristianesimo .

La violenza in nome di Dio merita la più forte condanna

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In qualità di capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denunciare tutte le violazioni della dignità e dei diritti umani. La vita umana, dono di Dio Creatore, possiede un carattere sacro. Pertanto, la violenza che cerca una giustificazione religiosa merita la più forte condanna, perché l’Onnipotente è Dio della vita e della pace. Da tutti coloro che sostengono di adorarlo, il mondo attende che siano uomini e donne di pace, capaci di vivere come fratelli e sorelle, nonostante le differenze etniche, religiose, culturali o ideologiche. Alla denuncia occorre far seguire il comune lavoro per trovare adeguate soluzioni. Ciò richiede la collaborazione di tutte le parti: governi, leader politici e religiosi, rappresentanti della società civile, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà. In particolare, i responsabili delle comunità religiose possono offrire il prezioso contributo dei valori presenti nelle loro rispettive tradizioni. Noi, musulmani e cristiani, siamo depositari di inestimabil

Mary, Did You Know?

Bellissimo canto per prepararci al Natale.   Testo  Mary, did you know That your baby boy will one day walk on water? Mary, did you know That your baby boy will save our sons and daughters? Did you know That your baby boy has come to make you new? This child that you've delivered Will soon deliver you Mary, did you know That your baby boy will give sight to a blind man? Mary, did you know That your baby boy will calm a storm with His hand? Did you know That your baby boy has walked where angels trod? And when you kiss your little baby You've kissed the face of God Mary, did you know? The blind will see The deaf will hear And the dead will live again The lame will leap The dumb will speak The praises of the Lamb Mary, did you know That your baby boy is Lord of all creation? Mary, did you know That your baby boy will one day rule the nations? Did you know That your baby boy is heaven's perfect Lamb? This sleeping child you're h

Il cellulare a tavola. No, per favore, no!!!

Il pranzo e la cena dovrebbe essere momenti in cui la famiglia si incontra. Come si condivide il cibo si dovrebbe condividere il racconto della giornata, le emozioni provate. Oggi non è facile ritrovarsi nello stesso momento, tutti insieme a tavola. Difficile conciliare gli orari, ancor più complicato parlare, tutti presi a vedere ed ascoltare la televisione, per non parlare dei cellulari. Guardate cosa ha fatto questo papà. Geniale!!!  

La grazia delle domande

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Perché farsi le domande, come abbiamo detto a scuola, fa parte dell'essere umani. Sarebbe veramente un peccato rinunciarvi, come lo sarebbe il pensare che tanto risposte non ce ne sono. «A tredici, a quattordici anni io vivevo prevalentemente per strada. Ogni tanto passavo la notte da qualche amica che abitava in campagna. Invece di dormire, trascorrevamo il tempo sdraiate nei campi, incuranti del freddo, dell’umido, e interrogavamo per ore la volta celeste. Importava qualcosa di noi alle stelle lassù? Il fuoco che ardeva in loro era per noi inimmaginabile: quei piccoli soli dal basso della terra sembravano soltanto dei puntini di ghiaccio. Da qualche parte nello spazio siderale era nascosto il nostro destino? O invece era scritto solo nel nostro cuore? Come sarebbe stata la nostra vita adulta? Avremmo fatto un lavoro che ci piaceva? E avremmo trovato prima o poi il grande amore? E i figli? Quel cielo che, da parte a parte, colmava l’orizzonte era la nostra sfera di cristallo. N

Gli amici che vorrei

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«Prof, non ne posso più. G. mi prende sempre in giro». G., ma potrebbe essere tutte le lettere dell'alfabeto (in lui infatti rivedo tanti alunni, ragazzi e anche ragazze, perché ormai il bullismo non è più prerogativa dei maschi), forse non si rende conto del male che arreca agli altri. Superficialità, rabbia, mancanza di empatia, ..... chissà cosa si nasconde dietro il comportamento di un bullo. Non mi addentro nelle analisi sociologiche e/o psicologiche, ma  lascio parlare un ragazzo, anche lui ipotetico, come il nostro G., che rappresenta invece i tanti studenti che desiderano venire a scuola per imparare e stare bene con i compagni. «Non sono più un bambino piccolo, ma i genitori, che ancora non ne sono convinti, non fanno che predicare: «Quei ragazzi non ci piacciono. Non ci andare». Anche un insegnante che mi vuole bene ogni tanto mi avverte: «Mi raccomando stai attento a quei tipi lì». Io, però, lo so quali sono i compagni e le compagne con i quali fare amicizia, e quell

Migliori si può

" Migliori si può. Anche le parole possono uccidere " è una campagna sociale promossa da Avvenire , Famiglia Cristiana , la Federazione italiana settimanali cattolici e dall'agenzia pubblicitaria  Armando Testa, per dire no alla discriminazione. I volti che compaiono, trafitti da parole denigratorie che assumono la forma di proiettili, ci fanno ben capire quanto i pregiudizi facciano male. Dire "no" alla discriminazione, è dire un “sì” a una società più sensibile, attenta, accogliente. Carissimi alunni, quante volte anche la nostra scuola è ambiente poco accogliente? Quante volte le parole hanno ferito e feriscono? PS : ricordo agli adulti che è possibile aderire a questa campagna sottoscrivendola qui  da dove è anche possibile scaricare tutti i "volti trafitti". Migliorisipuò - Video con foto

Il monachesimo benedettino

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Una mappa di sintesi sul monachesimo occidentale.

La vita di Gesù in stile twitter

Cari ragazzi di terza, date un'occhiata qui. Spero possa offrirvi qualche spunto per il lavoro che vi è stato affidato: « Costruire un’ipotetica pagina Facebook con i personaggi incontrati nell'unità che aveva per tema l'uomo la ricerca di Dio ». Il video che propongo ci presenta la vita di Gesù in "stile twitter".

Com'è nato l'uso di farsi il segno della croce?

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Il segno di croce è il primo gesto di fede che impariamo ed è quello che accompagna ogni preghiera ufficiale o personale della Chiesa. La simbologia che esprime è limpida, specialmente quando è accompagnato dalle parole «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo». La sua storia è antichissima e si perde nelle origini della Chiesa apostolica, che inizia a strutturare la propria fede attraverso gesti e parole comuni. Le prime testimonianze risalgono all'epoca dei padri e si riferiscono al piccolo segno di croce, l'unico allora in uso, fatto con il pollice, in genere sulla fronte, talora su altre parti del viso e poi del corpo. Tertulliano, autore a cavallo fra il II e il III secolo, parla di un uso personale e diffuso del segno di croce. In un'opera dove paragona l'impegno battesimale dei cristiani al giuramento dei soldati dell'impero, afferma: «Se ci mettiamo in cammino, se usciamo od entriamo, se ci vestiamo, se ci laviamo o andiamo a mensa, a let

Non abbiamo bisogno di Halloween

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Non c'è nulla da fare. "Zucche" sempre più vuote che si lasciano coinvolgere in un rito sempre più superficiale e commerciale. Ieri ho chiesto ai miei alunni che cosa avrebbero festeggiato con Halloween. A parte le affermazioni "è divertente, ci mascheriamo, facciamo un po' di casino, spariamo i minicciccioli (petardi)" non ho avuto altre motivazioni (ma già queste basterebbero per il trionfo del "vuoto"). Non credo che sapendo che il 31 ottobre è il capodanno dei satanisti prenderebbero le distanze da questa festa, anzi, forse ne rimarrebbero ancor più affascinati. Mi disturba però, più che l'atteggiamento degli alunni, quello di alcuni insegnanti, che fin dalla scuola dell'infanzia bombardano i bambini di zucche, ragnatele, streghe, scheletri, ecc. Ma come? Noi che siamo così attenti ai crocifissi, ai presepi e a tutte le tradizioni di cristiana memoria (che non abbiano a "contaminare" la laicità della scuola), ci pieghiamo in

L'inferno e il paradiso

Un Sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: «Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno». Dio condusse il sant'uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno. C'era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant'uomo sentì l'acquolina in bocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato. Avevano tutti l'aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno". Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l

Ogni spazio ha il suo perché

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La torre pendente a Pisa. Quella tutta in ferro progettata da Eiffel a Parigi. La Statua della Libertà a New York. Un edificio (per le sue proporzioni anche la scultura alle porte di Manhattan lo è) può diventare il simbolo di una città, al punto che la nostra fantasia identifica quel luogo con quella costruzione.  A volte però gli edifici sono talmente forti da disegnare attorno a sé la città, preesistente, presente e futura, e gettare la loro luce tutta attorno. Sono più di un simbolo, di un’immagine. Sono corpo di una storia ancora in corso. Se su Google Maps osservate la piantina di Milano, noterete che è fatta da una serie di strade come anelli concentrici che si allargano da un punto particolare: il Duomo. Ma non basta dire che la Cattedrale è fisicamente il cuore della metropoli. Questa chiesa, grande, bellissima, incarna come niente altro lo spirito e l’ambizione di questa città. Noi oggi fatichiamo a immaginarlo, abituati a costruzioni realizzate con materiali di ogni tip

Presente, proff!!!

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Vi propongo un bella riflessione di un collega di religione. Nella sua storia mi ci ritrovo anch'io. Ogni giorno, verso le otto del mattino, io mi aggiro per i corridoi per raggiungere la classe che mi aspetta, e do e ricevo i saluti degli oltre ottocento studenti del liceo romano in cui insegno religione cattolica. Di questi, più della metà sono miei studenti. Un professore di religione ha una sola ora a settimana per poter insegnare qualcosa su Dio, brevi cenni sull'universo e il senso della sua esistenza, una bella impresa non c’è che dire, un colpo solo come dice De Niro nel Cacciatore. Un’ora sola vuol dire anche avere diciotto classi, una cifra impressionante comparata con quella degli altri docenti: il collega di educazione fisica, che subito dopo di me ne ha più di tutti gli altri, con due ore settimanali, ne ha solo la metà, nove. Diciotto classi vuol dire circa cinquecento studenti; gli altri colleghi io non li vedo proprio, un po’ come Juventus-Albino Leffe.

Questa è la bellezza!!!

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Due minuti per riflettere su tante cose: - la poesia siamo noi - la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere - fate soffiare in faccia alla gente la felicità - per trasmettere la felicità e il dolore bisogna essere felici - non abbiate paura a soffrire - è da distesi che si vede il cielo - fatevi obbedire dalle parole Sono proprio sibillina oggi.... Per capirci qualcosa cliccate  qui .

Le religioni sono una risposta

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Il sentimento religioso nasce dalle domande che riguardano il senso ultimo, definitivo della propria vita, della storia di tutti gli uomini, dell'intero universo. Le religioni, anche se in modo diverso, aiutano l'uomo nella ricerca di un significato per la propria vita, formulando ipotesi di risposta ai grandi interrogativi esistenziali: sulla natura dell'uomo; sul senso e il fine della vita; sul bene e sul male; sul peccato; sull'origine e lo scopo del dolore; sulla via per raggiungere la felicità; sulla morte; sull'aldilà. Vi lascio alcuni link per introdurci al percorso di ricerca di alcuni personaggi. Si tratta di uomini che si sono lasciati interrogare dalla loro vita, che non si sono accontentati di risposte preconfezionate. A questi link aggiungo alcune parti di un documento del Concilio Vaticano II, la Nostra Aetate , in cui la Chiesa ci dice qualcosa proprio sulla ricerca di senso che accompagna gli esseri umani e sulle religioni. Abramo