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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Personaggi in ricerca

Rivisitazione di una tematica per le classi prime già affrontata la scorso anno.   Allego anche il materiale per l'approfondimento, per quanto sia raggiungibile anche dal padlet.

Non bisogna guardare dall’altra parte se hai di fronte l’ingiustizia

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Lascio questo editoriale di Michele Brambilla , pubblicato sul Resto del Carlino di mercoledì 16/03/2022, perché si collega con la tematica che stiamo affrontando a scuola. Perché la giornalista russa Marina Ovsyannikova ha interrotto il tg di Stato esibendo un cartello con scritto "No war, non credete alla propaganda, qui vi stanno ingannando"? Forse pensava che nel giro di poche ore una rivolta popolare o una congiura di palazzo avrebbe rovesciato Putin e fermato la guerra? O più semplicemente s’illudeva di cavarsela con una lettera di richiamo del direttore del personale? No, sapeva benissimo che il despota non sarebbe caduto. E sapeva benissimo a quali rischi (al di là della multa di trentamila rubli, che è fumo negli occhi) va ora incontro. Eppure, quel che ha fatto, l’ha fatto ugualmente, contro ogni speranza. Perché? Forse per lo stesso motivo per cui don Giovanni Fornasini , il parroco di Marzabotto ucciso dai nazisti a 29 anni il 13 ottobre del 1944, pedalò per c

Un professore scrive ai suoi alunni

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Cari studenti, Perdonateci se vi disturbiamo con queste due righe. In questo periodo, io e i miei colleghi vi troviamo particolarmente irrequieti e poco attenti. So che da quando stiamo vivendo questa situazione pandemica, la vostra e nostra vita è radicalmente cambiata e che dopo mesi di didattica a distanza, non vedevate l’ora di comunicare dal vivo la vostra gioia d’essere di nuovo in classe, di essere di nuovo tra i vostri amici. E se i vostri amici sono vicini a voi cosa fate? Non ci parlate? Non avete forse voglia di far sorridere gli occhi dei vostri compagni? Capiamo, che se tra voi, non vi è più un click o uno schermo, sembra quasi che dobbiate recuperare il tempo perduto durante i mesi precedenti, dove la socialità è venuta a mancare. Quella socialità che è fondamentale per la vostra crescita. Tutto questo è molto comprensibile, ma vorrei porvi alcune domande. Se non ci ascoltate, per che cosa venite in classe? Se non ci ascoltate per cosa ci siamo laureati? Se chiacchiera

BILANCIARE IL MALE CON IL DONO DI SE'

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A scuola, in questi giorni, non si riesce ad ignorare quello che sta accadendo. I ragazzi fanno domande, esprimono dubbi e paure, prendono posizione. Su una cosa sono un po' tutti d'accordo, che rispondere al male con il male è una strada che può rivelarsi pericolosa. Ma cosa si può fare? Le catene del male sono sconfitte dai segni di pace che ognuno di noi può realizzare.  Riporto un servizio pubblicato su Avvenire di ieri che traduce in fatti concreti quanto vado dicendo da giorni agli studenti.  È primo pomeriggio: nell’atrio dell’Arsenale della Pace del Sermig di Torino è un continuo arrivare di aiuti che partiranno per l’Ucraina: c’è chi raccoglie, chi divide, chi inscatola...  Centinaia di giovani proseguiranno fino a sera, senza sosta, ed è così da giorni. Tra loro Vanessa, 16 anni, frequenta la terza liceo classico. «Vengo qui al Sermig a fare servizio ogni sabato, ma vista la situazione di emergenza, ora sono qui quasi tutti i giorni». La pace? «Per me è questo: fare

Dalla parabola dei Talenti alle Beatitudini

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Agli studenti ho proposto una lettura un po' insolita della parabola dei talenti arrivando ad associarla al Discorso della Montagna. Solitamente noi interpretiamo il talento come le capacità che abbiamo (saper cantare bene, giocare a calcio come un campione, essere un asso nella matematica, ecc....), ma la parabola ci dice che quell'uomo,  « partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì » (Mt 25, 14-15). La capacità è quindi la condizione che fa sì che ognuno di loro riceva un numero diverso di talenti. La diversità del numero non deve però essere intesa come una sorta di preferenza che quel signore ha per uno piuttosto che per l'altro, ma come una grande sensibilità che lo porta a non dare a nessuno di loro un compito che va oltre le proprie capacità personali. Insomma, questo signore è un uomo giusto, perché, come diceva don Milani, “Non c