di Paolo Guiducci (Avvenire del 13 agosto 2010) D ai cieli più pericolosi del mondo, solcati come capitano dell’esercito, alla missione per conto di Dio. L’avventurosa storia di Daniele Leoni, 40 anni, la si potrebbe racchiudere tra questi due poli. In realtà, in mezzo c’è l’entusiasmante vicenda di un uomo che ha trovato il senso profondo della vita: servire la Chiesa. Certo, non capita tutti i giorni che un ufficiale dell’esercito, tuta mimetica e cloche di elicotteri da guerra impugnata nei cieli di Albania, Bosnia, Kosovo e per due volte Iraq, decida di virare in maniera così decisa e con la prospettiva, ormai vicina, di indossare il clergyman. «Nel 1998, dopo 7 anni di esercito, sono approdato al reggimento di Rimini – racconta Leoni, con l’accento che ne tradisce l’origine aretina –. Ne ero felice, perché mi avvicinavo a casa: in precedenza prestavo servizio in Friuli». La conversione non è da Innominato, tutta in una notte, ma frutt