Saul e quelli che superano il limite

Assetata di sub-lime, ovvero di superare il limite, la conoscenza mal sopporta quest’ultimo nonostante l’inestricabile legame tra i due, sia di pensiero che di parole (“limite” e “ il- limitato”; “confine” e “s- confinato”). Ma è proprio la consapevolezza del limite e la capacità di capire quando esso si imponga e quindi di come reagire, comportarsi, rispondervi, il segreto della sapienza
Il corpo umano, sottoposto all’ossimoro della vita mortale, è un limite che s’avanza come un enigma poiché esalta ed umilia, fa toccare il cielo e sprofondare negli inferi, composto di materia sottoposta al dinamismo del tempo e al figurare e sfigurare delle forme. Accettare i suoi limiti è, pertanto, cosa saggia. Facile a dirsi se non ci fosse, però, una forza contrastante che è il desiderio dell’oltre, della scoperta, dell’esperimento, della novità, del superamento delle colonne d’Ercole. 
Quanto mosse Odisseo di cui Dante loda l’audacia: «“O frati,” dissi, “che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia d’i nostri sensi ch’e del rimanente non vogliate negar l’esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”» ( Inf. XXVI vv. 112-120). 
Sfidare il limite per inseguire virtù e conoscenza e la sete di sapere connaturata all’umano: «e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo» ( Inf. XXVI vv. 124-125). 
Se quei remi non fossero stati vagheggiati come ali per il «folle volo», forse non sarebbero mai stati costruiti neppure gli aeroplani. Per questo il pensiero di matrice greca trova nella tecnica uno dei modi più efficaci per superare i limiti che la natura impone. 
Assoluta è la meraviglia rispetto alle opere della mano dell’uomo capace di scoprire e costruire cose nuove – rispetto al modo in cui Dio le ha ordinate – e trasformare il mondo proprio spostando o abbattendo i limiti che il Creatore gli ha posto. La loro arché, il principio, fu infatti, la distinzione tra le creature che vennero formate due a due, affinché potessero corrispondersi alimentando un dinamismo cosmico vitale: «Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra, egli non ha fatto nulla d’incompleto» ( Sir 42,24).
Senza quel limite che separava cielo e terra, mare e asciutto, pesci e uccelli, mai il mondo sarebbe divenuto un Cantico di Creature.
Ma anche Adamo, che pure potrebbe passeggiare con Dio alla brezza del giorno (cf. Gen 3,8), vuole cambiare l’ordine del giardino e dei frutti, questi ultimi mangiarli tutti, e sconfinare da sé per togliere anche a Dio la sua Distanza. Vuol rimanere solo, insomma! L’essere umano vuole spostare i confini e addirittura azzerarli rischiando, però, di generare uno squilibrio che risucchi il mondo in un labirinto dove anche i nomi siano scomparsi e la Parola rimpastata nel caos. Per questo Giobbe invoca una sapienza che costituisca un nuovo “limite” a che il mondo - artefatto dagli umani - possa trovare una nuova armonia. E qui sta il punto dolente e una ricerca mai soddisfatta e sempre incalzante che fa domandare: « Ma la sapienza da dove si estrae? E il luogo dell’intelligenza dov’è? L’uomo non ne conosce la via, essa non si trova sulla terra dei viventi. L’oceano dice: “Non è in me!” e il mare dice: “Neppure presso di me!”» ( Gb 28,12-14). 
Pertanto l’umano deve continuare a cercare! Ponendo come limite alla sua voglia di sconfinamenti quella sapienza che non può mai catturare ma che gli permette, paradossalmente, di continuare a sporgersi sul mare dell’il-limite. Simile a quella siepe leopardiana che permette di udire il silenzio dell’infinito, solo «di là da quella». 
Chi non riconosce i limiti  non può governare saggiamente.
Simile alla hybris (“tracotanza”) dei greci, la Bibbia parla di stupidità, mancanza di prudenza, assenza dei doni dello Spirito – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio – unico, indispensabile corredo di ogni buon governante, come ben sa il «germoglio di Iesse» (cf. Is 11,1-2). A principiare dal timor di Dio, primo pilastro della sapienza, laicamente inteso come quella consapevolezza del limite che permette all’umano di non annegare nell’indistinzione tra sé e il tutto – vale a dire tra l’“io” e “dio”. 

Saul,
il primo re di Israele, era bello e alto ma non riuscì a proteggersi col limite di questa dottrina. Egli morì suicida non tanto per la furia dei nemici quanto perché, non appena unto re, si montò la testa, per ignoranza ed arroganza, si diede arie d’essere autorizzato a farla da padrone su un popolo che apparteneva a un Altro, cioè a chi l’aveva per sempre liberato dalla schiavitù e destinato alla libertà. Madornali furono gli errori di Saul: governò con decreti – che allora erano sciagurati giuramenti fatti senza consultare il popolo – portò Israele alla guerra senza che avesse la forza né fisica né militare per vincerla; la sua superbia lo condusse ad avocare a sé ogni potere e quindi anche la gestione dei relativi denari che per quelle competenze veniva stanziato. Saul non riconobbe l’importanza di avere dei consiglieri e dei collaboratori e cercò di far fuori proprio chi avrebbe fatto la sua fortuna – Samuele, David e Gionata - solo per gelosia, per paura, cioè, di esser messo in ombra da loro, di finire secondo nei sondaggi della simpatia popolare. Saul perse di vista il suo dovere e il suo valore che era quello di “sconfinare” non di sé stesso ma da sé stesso nell’oltre della vita e del bene di tutta la fraternità di Israele. 
Caduto nell’ansia dell’onnipotenza il re Saul perse ogni limite: si sostituì al profeta Samuele, si sostituì alla Legge, si sostituì a Dio, riempì, insomma, tutti i canali mediatici della sua maschera e delle sue imprese, fino ad abbattere anche il limite estremo del suo stesso corpo. Se non l’avesse fatto, l’Unto del Signore, avrebbe potuto guidare il suo popolo verso un oltre di vita sconfinata nella bellezza dei figli e dei nipoti, che, felici e grati, ne avrebbero onorato la memoria.

Adattato da Rosanna Virgili in Avvenire del 28 luglio 2024
 
 

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