Non abbiamo bisogno di Halloween

Non c'è nulla da fare. "Zucche" sempre più vuote che si lasciano coinvolgere in un rito sempre più superficiale e commerciale.
Ieri ho chiesto ai miei alunni che cosa avrebbero festeggiato con Halloween. A parte le affermazioni "è divertente, ci mascheriamo, facciamo un po' di casino, spariamo i minicciccioli (petardi)" non ho avuto altre motivazioni (ma già queste basterebbero per il trionfo del "vuoto").
Non credo che sapendo che il 31 ottobre è il capodanno dei satanisti prenderebbero le distanze da questa festa, anzi, forse ne rimarrebbero ancor più affascinati. Mi disturba però, più che l'atteggiamento degli alunni, quello di alcuni insegnanti, che fin dalla scuola dell'infanzia bombardano i bambini di zucche, ragnatele, streghe, scheletri, ecc. Ma come? Noi che siamo così attenti ai crocifissi, ai presepi e a tutte le tradizioni di cristiana memoria (che non abbiano a "contaminare" la laicità della scuola), ci pieghiamo in modo così acritico a questo rito?!!!
Non abbiamo bisogno di Halloween, perché i nostri figli devono crescere in modo intelligente, perché dobbiamo parlare loro di morte ma in modo corretto e non attraverso il macabro e l'horror.
Faccio mie le parole di Maria Rita Parsi (tratte dall'intervista di Lucia Bellaspiga su Avvenire del 31 ottobre 2014):
 «Per favore, disfiamoci di Halloween, festeggiamo Ognissanti e i nostri morti ». Un appello che viene dalla voce laica della psicoterapeuta Maria Rita Parsi, presidente della Fondazione Movimento Bambino e membro della Commissione Onu per i diritti dei fanciulli. «Sono feste bellissime, credenti o non credenti tutti portiamo il nome di un santo, è l’onomastico di tutti noi, basta con questo scempio finalizzato solo al consumo».
Che fare per fermare una moda che ormai sembra inarrestabile?
Io con Mariella Lentini ho compilato due tomi intitolati 'Tutti i santi dei bambini', in cui abbiamo raccolto 5mila profili di santi particolari, ognuno con la sua immagine e la sua storia, che appartengono a tutte le professioni, dall'artista al mendicante. Vogliamo così alimentare nei piccoli il senso della solidarietà e del soccorrere l’altro, proporre i modelli di grandi santi del quotidiano: è la nostra risposta.
Secondo lei riusciremo più a scalzare il malcostume? Viviamo purtroppo in un mondo globalizzato, che rimbalza da una parte all'altra le culture più invasive e infestanti, che non ci appartengono. Questa idea delle zucche vuote mi pare una metafora di ciò che stiamo imponendo ai nostri figli. Tagliate così da evocare il lugubre e il dark... è inutile negare che ammiccano al satanico, e questo non aiuta certo i bambini nella crescita intelligente.
La rinuncia a Ognissanti e al giorno dei morti, di cui in classe non si parla (ma si parla invece di Halloween, e tanto) non è un impoverimento grave?
Le feste hanno sempre un grande significato, i Santi e i Morti sono un dolce declinare fino all’8 dicembre, il giorno della Madonna, che poi porta al Natale. Cancellare tutto questo, anche per i non credenti, significa recidere radici vitali per la nostra identità. E cosa diamo in cambio? Sangue e viscere ostentate per un gusto dell’orrido? Bel guadagno...
Perché allora Halloween ha avuto tanto successo? Per motivi biecamente commerciali. E noi siamo così stupidi da cascarci. Questa è una festa che 'si consuma' e basta, non porta e non significa nulla, è divertimento oscuro che abbiamo imposto ai bambini e che loro si adeguano ad attendere e amare... Purtroppo i genitori giovani non hanno l’attenzione e la cultura per opporsi, non conoscono nemmeno loro le tradizioni vere. Mi appello invece ai nonni, ribellatevi ad Halloween: se avete voce in capitolo quando si tratta di tenere i bambini al pomeriggio, abbiatela anche per dire la vostra su questo.
Si sostiene che Halloween esorcizzi la morte e per questo soppianta la visita ai cimiteri nel giorno dei morti... 
È importante popolare i cimiteri con il passo leggero dei bambini, quello è il modo di esorcizzare la morte. Bisogna far vedere ai piccoli le immagini dei loro defunti, che vedano dov’è il nonno o il fratellino, così elaborano davvero il lutto: le zucche vuote non danno alcun vissuto della vita familiare. La morte non è dark, fa parte dell’esperienza della vita quotidiana ed è la madre di tutte le angosce. Esorcizzarla in maniera giusta e profonda è fondamentale».

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