No a facce da funerale. Parola di Papa Francesco

Si sa, le barzellette che si raccontano i preti sulle “cose di Chiesa” sono tra le più divertenti. E le più autoironiche.
Fede, preghiera, cibo, ritiri spirituali, c’è chi perfino riesce a fare la voce perfetta del proprio vescovo: e infatti i parrocchiani di “ogni dove” le tramandano di padre in figlio, di catechista in catechista. Umorismo per fortuna sdoganato da papa Francesco che fin dall'inizio del suo pontificato ha messo in guardia il fedele dall'essere troppo triste e dall'avere «facce sfiduciate, da funerale».
In un’omelia a Santa Marta riservata a un gruppo di dipendenti dei Servizi economici del Vaticano e alcuni collaboratori delle Guardie svizzere, Francesco, ad esempio, ha ricordato l’insegnamento di Paolo VI e ha parlato della gioia cristiana che nasce anche «perdendo tempo a lodare Dio».
«Tante volte i cristiani – disse a braccio il papa nell'omelia con quel suo slang un po’ latinoamericano – hanno la faccia di andare più a un corteo funebre che di andare a lodare Dio. Noi cristiani non siamo tanto abituati a parlare di gioia, di allegria». E talvolta «ci piacciono di più le lamentele».
Ma non dovrebbe essere così perché «lo Spirito Santo che ci guida è l’autore della gioia, il Creatore della gioia e senza gioia noi cristiani non possiamo diventare liberi, diventiamo schiavi delle nostre tristezze». [Tratto da segnoweb)

Vignetta tratta dal sito del simpaticissimo don Giovanni Berti (http://www.gioba.it)

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