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La fede vissuta come un cammino

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Alcuni spunti suggeriti da Papa Francesco.  Camminare fa bene : ci mette in relazione con quanto accade intorno a noi, ci fa scoprire suoni, odori, rumori della realtà che ci circonda, in poche parole, ci avvicina alla vita degli altri.  Camminare significa non stare fermi : credere vuol dire aver dentro un’inquietudine che ci porta verso un “più”, verso un passo in più in avanti, verso un’altezza da raggiungere oggi, sapendo che domani la strada ci porterà più in alto – o più in profondità, nel nostro rapporto con Dio, che è esattamente come il rapporto con l’amato o amata della nostra vita, o tra amici: mai finito, mai scontato, mai appagato, sempre in ricerca, non ancora soddisfacente. Impossibile dire con Dio: «Fatto, tutto a posto, è abbastanza». Per questo motivo il Giubileo del 2025, insieme alla dimensione essenziale della speranza, ci deve spingere ad una sempre maggior consapevolezza del fatto che la fede è un pellegrinare e che noi su questa terra siamo pellegrini....

Vivi la sua storia: gioco creato con AI per stimolare le capacità empatiche

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Istruzioni: Dopo aver diviso la classe in squadre di 2 o 3 alunni, ad ogni gruppo viene associata una delle carte che descrivono diverse situazioni. Ogni squadra ha 3 minuti per discutere come si sentirebbe una persona in quella situazione e cosa potrebbe fare per supportarla. In particolare sono 3 le domande a cui ogni squadra deve rispondere: Qual è l’emozione che probabilmente la persona prova? Come si sentirebbero loro se fossero nella stessa situazione? Quali azioni empatiche potrebbero prendere per aiutare? Scaduto il tempo della discussione ogni squadra scrive nel Tabellone Empatico che avranno a disposizione: la situazione su cui hanno discusso, l’emozione e la risposta empatica. Punteggi: Le squadre guadagnano punti quando hanno: identificato accuratamente l'emozione (1 punto) proposto una risposta empatica creativa e costruttiva (1 punto) scritto le loro considerazioni su come si sentirebbero nella stessa situazione (1 punto bonus). Riflessione finale: Alla fine, ...

La domanda radicale sul male, la libertà, la logica del dono

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Dante cammina con Virgilio. Nel buio i due incontrano Marco Lombardo, al quale Dante pone un interrogativo. È la domanda radicale:  Lo mondo è ben così tutto diserto d’ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto; ma priego che m’addite la cagione, sì ch’i’ la veggia e ch’i’ la mostri altrui; ché nel cielo uno, e un qua giù la pone.  Il poeta fa i conti con la realtà del male. Ha agito rettamente ed è esule, ama Firenze e non può tornarci. Vede un mondo corrotto, nel quale il Papa e l’Imperatore, che dovrebbero essere le guide universali della sua epoca, si scontrano tra loro invece di collaborare. Chiede allora a Marco Lombardo da dove venga questo male, se dal condizionamento degli astri oppure da noi. È una domanda che racchiude in sé molti altri interrogativi decisivi in ogni epoca. Siamo davvero liberi o c’è qualche forza esterna che ci condiziona? Il mondo è governato dalla libertà umana o dalla necessità di leggi che ci imprigionano? E, ancor più radica...

L'amore e la ragione in Dante

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Dante si trova sulla terza cornice del monte del Purgatorio, dove espiano la loro colpa gli iracondi. Chi cede all’ira vede nero e così gli iracondi sono avvolti da un fumo denso, soffocante. Dante si aggrappa a Virgilio, che lo conduce: Sì come cieco va dietro a sua guida per non smarrirsi e per non dar di cozzo in cosa che ’l molesti, o forse ancida, m’andava io per l’aere amaro e sozzo, ascoltando il mio duca che diceva pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo ».  Virgilio è il simbolo della ragione. Quando l’ira fa vedere nero e fa perdere il controllo, è più che mai necessario aggrapparsi alla ragione. Messaggio più che mai attuale nell’epoca delle fake news, del complottismo, delle opinioni viscerali vomitate in rete.  La ragione ha dunque un ruolo fondamentale. Ma quale ragione?  Se assolutizzata, la ragione può diventare un idolo fuorviante. Se la ragione diventa l’unico strumento per analizzare la realtà, se il mondo viene ridotto a materia da osservare con distac...

L'istruzione negata

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Mia nonna materna, nata alla fine del 1800, studiò da maestra. La sorella, di poco più piccola, si diplomò ragioniera. La famiglia di mia nonna non apparteneva alla media borghesia; il mio bisnonno era operaio, della bisnonna Cecilia non ho mai saputo che abbia lavorato fuori casa.  La mia nonna paterna, che era nata e viveva in Sicilia, sapeva leggere e scrivere. Ho ritrovato una lettera inviata a mio padre in cui chiedeva notizie della famiglia e soprattutto di mio fratello più piccolo che si ammalava spesso di tonsillite. La lettera è scritta in un italiano corretto, per quanto semplice e con una bella grafia dal tratto sicuro. Insomma, pur non avendo origini nobili o altolocate, le mie antenate ebbero senz'altro la fortuna di andare a scuola. Mi piace pensare che le loro famiglie vedevano nell'istruzione, anche di una donna, un valore aggiunto.  Purtroppo, ancora oggi, la possibilità di andare a scuola è negata a tante bambine.  C’è un proverbio del Ghana che recita...

Che dono la vita!!!

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Mi si sono inumiditi gli occhi nel leggere la lettera scritta da Sammy Basso per il suo funerale. Che grande persona!!! Si era preparato al giorno della sua morte, perché la progenia, la malattia rara di cui era affetto, ti ruba gli anni, ti rende vecchio da giovane e consuma il corpo di chi ne soffre.  Sammy Basso era diventato famoso oltre che per il suo impegno internazionale in campo scientifico nello studio della sua patologia, per averne parlato pubblicamente sempre col sorriso e con ironia. Già di per sé, affrontare in questo modo una malattia del genere, ti rende grande, ma ancora di più ti rendi conto di che bella persona fosse, leggendo le parole che aveva scritto.  Vi riporto nella sua integrità la sua lettera che è stata letta durante l'omelia dal vescovo di Vicenza.  Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c'è una cosa che mi ha sempr...

La scienza non può negare Dio

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Riporto alcuni passaggi del colloquio con Olivier Bonnassies (autore con Michel-Yves Bolloré di un best-seller internazionale che incrocia cosmologia, fisica, storia e teologia) pubblicato su Avvenire del 26 agosto a firma di R. Maccioni .  «Per quattro secoli, da Copernico a Freud, passando per Galileo, Newton, Laplace e Darwin, la scienza è sembrata in grado di spiegare sempre più cose senza bisogno dell'ipotesi di Dio. Marx e Freud, che si dichiaravano scienziati, cercarono persino di far credere che la religione fosse tossica, “l’oppio dei popoli”. Tutto questo ha generato una corrente materialista e scientista che ha dominato il XIX e il XX secolo. Le cose sono cambiate con la scoperta della termodinamica, che dimostra che l'universo si sta logorando e dirigendo verso una morte termica. L'universo ha quindi avuto un inizio. E questa scoperta, successivamente confermata da molti altri approcci razionali, ha implicazioni immense perché, se c'è un inizio, c'è un...