Un pensiero a chi dovrà ripetere l'anno

L'altro giorno mi sono accorta che sulle scale esterne alla scuola è comparsa una scritta che esprime rabbia nei confronti degli insegnanti. E' lo sfogo amaro di un ragazzo che si è visto bocciato.
I giornali di questi giorni ci hanno fatto sapere che quest'anno il numero dei bocciati e dei non ammessi agli esami è salito. Mi dispiace per questi ragazzi, ma ancora di più mi dispiacerebbe se la scuola e le famiglie non li aiutassero a trarre un insegnamento da tutto questo.
Per esprimere meglio il mio pensiero, prendo a prestito le parole dell'editoriale di Davide Rondoni dell'Avvenire di ieri:
"Anche per motivi personali, vorrei alzare un inno speciale al bocciato. A quei ragazzini che hanno ora lo sguardo triste, e che raccolgono in genere quel che la loro svogliatezza ha seminato. La bocciatura è, come dice la parola, il colpo secco della boccia che colpisce la palla ferma e la sposta. È il colpo secco della realtà. Che non si può eludere con il disimpegno. Le bocce valgono tutte allo stesso modo. Essere bocciati non vuol dire valere di meno degli altri. Ma vuol dire subire un colpo della realtà che chiede di essere rispettata e amata di più, studiata e curata. Un colpo che è come una sveglia che suona. La cosa peggiore è romperla con un colpo di martello come nei cartoons e continuare a dormire, restando piccoli".

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