Perché il destino diventi destinazione

Il destino è dato, la destinazione la scegli. Due parole apparentemente simili ma distanti. Un conto è vivere pensando che più di tanto non si può fare (perché tutto è già scritto, è destinato); altra cosa è pensare che devo dare un senso, un verso alla mia vita, come quando si parte per una meta, una destinazione, appunto. Non posso accontentarmi di una vita scialba, insignificante, né posso rincorrere come un matto le occasioni che mi facciamo provare emozioni forti. Se non ho una direzione rischio di bruciarmi e non trovare mai quello che cerco: in primo luogo, perché non mi do il tempo per capire cosa effettivamente vado cercando; in secondo luogo, perché non so dove cercarlo. Dal libro di D'Avenia "L'arte di essere fragili" trovo alcuni suggerimenti per far sì che il destino diventi destinazione.

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