Samuele: una voce che chiama nella notte
Ed è proprio quello che fece il giovane Samuele, che viveva nel tempio di Gerusalemme assieme al suo maestro, l’anziano sacerdote Eli. Il ragazzo era stato un vero e proprio dono per sua madre, che pensava di non potere avere figli, e per questo fu affidato alle cure di Eli. In quel periodo (all'incirca nell’XI secolo prima di Cristo) il popolo di Israele viveva con fatica la fede e quindi servivano voci autorevoli in grado di ristabilire un legame forte con Dio.
per stampare e colorare l'immagine cliccare qui |
Poco dopo Samuele sentì la stessa voce che lo chiamava una seconda volta e con la stessa prontezza della prima corse dal maestro, che lo rispedì a dormire. Solo la terza volta Eli capì che a chiamare Samuele era il Signore e che quella chiamata avrebbe cambiato la vita del ragazzo. Così gli disse di rispondere dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». E fu così che Dio parlò a Samuele dopo averlo chiamato per la quarta volta.
Il messaggio che gli diede non era semplice ed era un avviso per Eli e la sua gente: chi dimentica Dio rischia di perdere la strada giusta, di rovinarsi. Il ragazzo riferì controvoglia questo richiamo al maestro, diventando in quel momento un vero “profeta”, cioè un uomo in grado di guardare al mondo con gli occhi di Dio.
L’entusiasmo di Samuele è lo stesso di tutti i bambini e la sua capacità di ascoltare il cuore, di sentire la voce della verità, è ciò che gli adulti dovrebbero far crescere nei loro ragazzi, proprio come ha fatto Eli, anche se con qualche difficoltà iniziale.
Samuele diventò un’importante guida per Israele; era stato fortunato: aveva trovato il maestro giusto che aveva creduto in lui.
Matteo Liut in Popotus del 31 ottobre 2017
Commenti
Posta un commento