Le novità della Messa

Domani chi andrà in chiesa potrebbe accorgersi di qualche cambiamento. 
Con l’inizio dell’Avvento, il tempo che prepara il Natale, in molte diocesi entrerà in uso il nuovo “Messale”. Come dice il nome stesso è il volume in cui sono raccolti le preghiere, le formule, i gesti della Messa. Il librone, per intenderci, che legge il sacerdote mentre celebra. 
Le novità non sono da poco. La più evidente riguarda il Padre Nostro: d’ora in poi anziché “non ci indurre in tentazione” diremo: “non abbandonarci alla tentazione”. In questo modo, come più volte sottolineato da papa Francesco, viene superata anche l’idea, sbagliata, che sia il Signore a volermi mettere in difficoltà, mentre Egli fa l’esatto contrario, se perdo l’equilibrio mi aiuta a rialzarmi. 
Sempre nel Padre Nostro va aggiunto un “anche” dopo il ”come” che indica l’impegno a comportarci verso chi ci deve qualcosa come fa Dio con noi. Diremo dunque, la novità è tra parentesi, “rimetti a noi i nostri debiti come (anche) noi li rimettiamo ai nostri debitori”. 
“Nuovo” anche il Gloria, che peraltro, non si recita in Avvento. La frase “pace in terra agli uomini di buona volontà” viene sostituita da “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. 
Naturalmente questi cambiamenti non sono casuali ma il frutto di un lungo percorso di studio e ricerca. Con due obiettivi: essere più fedeli alla lingua in cui le preghiere, le formule sono state composte e farsi capire meglio. Senza per questo impoverire il valore, l’importanza dei concetti espressi durante la Messa. Il nuovo Messale diventerà obbligatorio da Pasqua, il 4 aprile 2021. 
Naturalmente servirà buona volontà per abituarsi ma visto che i cambiamenti arrivano dopo 16 anni di lavoro, che i fedeli incontrino qualche difficoltà appare normale. L’importante sarà provare da subito a usare il nuovo linguaggio. Che, giustamente, è anche più attento alle donne, più “inclusivo”. Così all’atto penitenziale, le novità sono tra parentesi, diremo: “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli (e sorelle)”. E poi: “E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi fratelli (e sorelle)”.
Tratto da Popotus (supplemento di Avvenire) del 26/11/2020

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