La scienza non può negare Dio

Riporto alcuni passaggi del colloquio con Olivier Bonnassies (autore con Michel-Yves Bolloré di un best-seller internazionale che incrocia cosmologia, fisica, storia e teologia) pubblicato su Avvenire del 26 agosto a firma di R. Maccioni


«Per quattro secoli, da Copernico a Freud, passando per Galileo, Newton, Laplace e Darwin, la scienza è sembrata in grado di spiegare sempre più cose senza bisogno dell'ipotesi di Dio. Marx e Freud, che si dichiaravano scienziati, cercarono persino di far credere che la religione fosse tossica, “l’oppio dei popoli”. Tutto questo ha generato una corrente materialista e scientista che ha dominato il XIX e il XX secolo. Le cose sono cambiate con la scoperta della termodinamica, che dimostra che l'universo si sta logorando e dirigendo verso una morte termica. L'universo ha quindi avuto un inizio. E questa scoperta, successivamente confermata da molti altri approcci razionali, ha implicazioni immense perché, se c'è un inizio, c'è un Dio». 
Alla base di questo cambiamento di prospettiva ci sono alcune conquiste scientifiche fondamentali. «Tre cose: in primo luogo, ora sappiamo con certezza che l'universo è composto da tempo, spazio e materia indissolubilmente legati; in secondo luogo, che sicuramente ha avuto un inizio assoluto; e in terzo luogo, che è straordinariamente regolato in tutti i suoi aspetti per consentire la vita complessa. Queste tre scoperte hanno enormi implicazioni, perché se il tempo, lo spazio e la materia, intimamente legati, hanno avuto un inizio, è perché la causa all'origine per definizione trascende il nostro universo, cioè è non spaziale, non temporale e non materiale, visto che ha avuto il potere di creare tutto ciò che esiste, e che lo ha anche regolato in modo che i quark e gli atomi potessero essere stabili con valori molto precisi (senza i quali non sarebbe possibile alcuna evoluzione complessa), che le stelle potessero bruciare per 10 miliardi di anni e che si potesse sviluppare la vita complessa. Con questi importantissimi e semplicissimi risultati, la scienza ci fornisce l'esatta definizione di ciò che tutte le filosofie e tutte le religioni classiche indicano come Dio, cioè un essere trascendente, esterno all'universo, che lo ha creato affinché un giorno potessero emergere la vita complessa e gli esseri umani». 
Si può allora credere in un Dio su base puramente razionale?
«Si può, assolutamente, e sempre di più. A impedire una risposta a questa domanda sarebbe la mancanza di conoscenza che oggi però a livello generale progredisce a rotta di collo grazie alla scienza, a Internet, agli scambi internazionali e ai mezzi di informazione. È un po’ come quando si alza la marea o si dirada la nebbia: la realtà sul campo appare a poco a poco e rivela un paesaggio inaspettato, che cambia tutto. Da soli sarebbe difficile arrivare a una conclusione, ma siamo come Newton che ripeteva: «Ho potuto andare più lontano perché ero appollaiato sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto». Vale anche per noi oggi, grazie agli studiosi, ai filosofi, ai santi e ora agli scienziati. Possiamo dire che non ci sono mai state tante prove dell'esistenza di Dio». [...] il materialismo è diventato una credenza irrazionale. Non è più sostenibile». 

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