L'intelligenza richiede coraggio e fatica

È una tematica ricorrente nel libro dei Proverbi: bisogna fuggire la follia e preferirle l’intelligenza. L’autore lega esplicitamente quest’ultima alla felicità: «Chi acquista senno ama sé stesso, e chi ha intelligenza trova la felicità» (Pr 19,8). Non sono sicuro che sia molto utile dirlo: intelligenti vogliono esserlo tutti, e non c’è nessuno che scelga volontariamente la stupidità! Purtroppo non a tutti è dato di avere il QI di Einstein, e se bisogna attendere di poterlo raggiungere per essere felici, ben pochi potranno mai aspirare alla felicità. L’intelligenza, tuttavia, di cui parla il proverbio non ha molto a che vedere con le lauree o con l’abilità a maneggiare concetti sofisticati. Si tratta piuttosto di un’intelligenza pratica: la capacità di trovare i mezzi appropriati per i nostri obiettivi. Non è tanto una questione di dimensioni del cervello quanto, anzitutto, di coraggio. Voglio correre una maratona, ma sono pronto ad alzarmi presto per allenarmi sotto la pioggia per ...