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Visualizzazione dei post da luglio, 2011

Vado in vacanza

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Un po' di meritato riposo me lo prendo anch'io. Alcuni giorni di vacanza con la speranza di riossigenare la mente e il fisico. Non è nelle mie corde il divertimento a tutti i costi, nè l'affannosa ricerca di divertimento. E' ovvio - direte voi - lei ha gli anni, non è mica una giovincella! Ma non sono vecchia!!! Non è una questione di età, ma di mentalità. La vacanza per me è un'occasione per rivivere al meglio il tempo libero,  gustandosi di più le relazioni con gli amici, la famiglia, un buon libro, la natura, Dio. Mi piace chiarire ulteriormente  il mio pensiero, prendendo a prestito alcuni passi dell'editoriale di Alessando D'Avenia pubblicate su Avvenire del 10 luglio 2011. " Se non inseriremo il nostro riposo nella celebrazione del rito della bellezza delle cose che ci sono donate, insieme agli altri, ma lo vivremo come possesso consumistico di beni da ottenere a tutti i costi, inevitabilmente oscilleremo tra l’accidia del non far nulla (no

Ancora sull'ospitalità

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Di ospitalità ho avuto già modo di parlare. Anche quest'anno a scuola abbiamo molto insistito sul dovere dell'accoglienza. Chi si dice cristiano non può dimenticare che in ogni straniero, rifugiato o profugo, ci si presenta Cristo, straniero, nudo, malato, carcerato ( Matteo 25, 31-46). Vi lascio alcune frasi su cui riflettere (su alcune ci siamo soffermati anche a scuola). « Quando salutate un ospite, mostrate grande deferenza. Quando arrivano e quando partono, chinate il capo davanti a loro, onorando Cristo che è in loro. Accogliendo l’ospite, accogli Cristo ». (Dalla Regola di San Benedetto) « Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non gli farete torto. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi. Tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto » ( Levitico 19, 33-34). « Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli » ( Ebrei 13

Genitori con fegato

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Dalla rubrica Quanto Basta di Umberto Folena , su Avvenire del 7 luglio 2011. "Ancora (brutte) notizie dal fronte del binge drinking, la moda di ingurgitare alcol a garganella e a stomaco vuoto, in compagnia, tra adolescenti e giovani. Per meglio socializzare, forse. Per non essere da meno, certamente. Perché altrimenti sei escluso dalla "comunità", senza dubbio. E chi ti credi di essere, un virtuoso astemio? L'alcol assunto a questo modo, spiega uno studio dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù pubblicato sulla rivista "Alcohol and Alcoholism", è una bomba a orologeria, una mina piazzata nel fegato. Pare che in Italia il 42 per cento dei ragazzi e il 21 delle ragazze, minorenni, poco o tanto strabevano. Ben 18 ragazzi su 100 sotto i 16 anni hanno provato il binge drinking almeno una volta". Beh, cari adulti, continuiamo a guardare impassibili i nostri figli, mentre si ammazzano?!! Non ho ricette, e come genitore anche io arranco. Ma forza! Ripre

Maria Goretti e la purezza

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Santa Maria Goretti, ricordata dalla Chiesa il 6 luglio, è una santa della regione in cui vivo. Era nata a Corinaldo, in provincia di Ancona, nel 1890. Morì a dodici anni per essersi opposta ad un tentativo di violenza, perdonando chi l'aveva accoltellata. Com’era il viso di questa piccola martire della purezza, proclamata santa da Pio XII nel 1950 e diventata simbolo del martirio di tante bambine e donne vittime di stupri finiti tragicamente? Famiglia Cristiana ha pubblicato una foto che la ritrae. Cliccando sull'immagine è possibile leggere l'articolo che ne racconta il ritrovamento. Forse c'è chi considera l'eroismo cristiano di questa giovane come qualcosa di poco attuale. La purezza sembra non essere più di moda. Chi propone oggi ai ragazzi il valore della castità? Il sesso viene vissuto completamente al di fuori di una progettualità di coppia, come qualcosa che va consumato, come si consumano tante cose. Non stupiamoci poi se ragazzini di buona famiglia vio

L'amore fraterno per le ferite dell'umanità

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Ho ancora in mente la violenza subita da una ragazzina durante una delle tanti notti bianche che si celebrano nelle nostre spiagge e l'assoluta incapacità, da parte dei suoi giovani "aguzzini", di percepire la gravità di quanto messo in atto. E' proprio necessario, per il nostro bene e per il bene dell'umanità, abbandonare lo stile aggressivo e prepotente che caratterizza sempre di più i rapporti. E' necessario rieducare all'Amore, quello vero, che nasce dal rispetto, dal prendersi cura, dal desiderare il Bene e dall'impegno a camminare nella Verità. Bisogna ritornare ad usare le lettere maiuscole quando si parla di Amore, Bene e Verità, perchè non si può relativizzare ciò che ci rende veramente Umani. Vorrei proporvi, proprio per i diversi spunti di riflessione che offre, il testo del discorso pronunciato da Benedetto XVI prima della recita dell'Angelus del 3 luglio. Meditiamo, gente. Meditiamo. "Oggi, nel Vangelo, il Signore Gesù ci ripe

Come farsi mandare il cervello in pappa

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«Basta ingurgitare alcol, ti va in pappa il cervello!». Soltanto un modo di dire esagerato? No, la pura e semplice verità. Ai giovani che si dilettano con il binge drinking (la strabevuta superalcolica in compagnia a stomaco vuoto, vedi 'Quanto basta' del 14 aprile scorso) il cervello si squaglia sul serio. Al 34° meeting annuale della Research Society on Alcoholism ad Atlanta,Tim McQueeny dell’University di Cincinnati ha presentato una ricerca agghiacciante. L’alcol, specialmente nei più giovani non ancora in grado di metabolizzarlo, circola libero nell’organismo e 'scioglie' il grasso delle membrane cellulari, distruggendo i neuroni. In particolare, nelle scimmiette viene colpito l’ippocampo, area essenziale per la memoria. Nell’uomo, tecniche accurate di imaging mostrano l’assottigliamento della materia grigia nella corteccia prefrontale e danni microstrutturali alla materia bianca. Il cervello va letteralmente in pappa. Nelle stesse ore, una studentessa sudamerican

Da nemico a ospite

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"La civiltà ha fatto un passo decisivo, forse il passo decisivo per eccellenza, il giorno in cui lo straniero, da nemico (hostis), è divenuto ospite (hospes). Il giorno in cui nello straniero si riconoscerà un ospite, allora qualcosa sarà mutato nel mondo". (Jean Daniélou teologo del secolo scorso, creato cardinale da Paolo VI)

Un padrone di casa veramente ospitale

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Un giorno ci sarà presentato il conto per la luce del sole e lo stormire delle fronde, per la neve e per il vento, per l’erba e per l’acqua. Per l’aria che abbiamo respirato e lo sguardo alle stelle, le sere e le notti. Un giorno dovremo andar via e dovremo pagare. Il conto, per favore! E il padrone di casa dirà, ridendo: «Ho offerto io sino ai confini della terra. È stato un vero piacere!» ( Klaus Berger , teologo dell’università di Heidelberg, nel suo libro Gesù , edito da Queriniana nel 2007) Che ne dite di ringraziare questo padrone di casa così ospitale? Che ne dite, anche, di trattare un po' meglio tutto quello che ci va donando ogni giorno, a partire dalla nostra stessa vita?

La scuola che ci aiuterà

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" E' una scuola nuova che ci aiuterà, si fonda su una regola: la creatività. Musica, arte, cultura e bellezza sarà nel nostro slogan la nostra certezza ." Questa è l'idea di scuola espressa nel video dei ragazzi dell'indirizzo musicale dell'Istituto Comprensivo Como Centro Città. La scuola che io vorrei è una scuola viva, che risponda alle domande vere dei giovani, che non rinunci ad educare al senso di realtà, che troppo manca ai nostri ragazzi. Una scuola che dia saperi, ma anche sapori, che insegni cioè a gustare ciò che vale veramente, perchè  troppe sono le vite bruciate. Troppi i ragazzi che si perdono dietro all'alcol, alla droga, ad esperienze che lasciano vuoto ed amarezza. Anche la scuola può fare la sua parte, unita però ad una  comunità di adulti che non abdichi, per stanchezza e scoramento, al suo compito educativo. E voi, qual è la scuola che vorreste?

Giovanirog, il sito dei padri Rogazionisti

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Padre Claudio Marino, dei Padri Rogazionisti di Napoli, mi ha scritto segnalando il portale della pastorale rogazionista in Italia. Ma chi sono i padri Rogazionisti? Ecco quanto mi scrive padre Claudio. " I padri Rogazionisti, fondati da Sant'Annibale Maria Di Francia, apostoli della preghiera per le vocazioni, si impegnano a vivere come buoni operai della messe, adoperandosi per i piccoli e poveri. Sono presenti, ad esempio, sul territorio di Napoli con una casa famiglia, ove vengono accolti minori in difficoltà, con una mensa del povero, ove due volte a settimana, ospitiamo 70/100 amici senza fissa dimora, e ogni settimana ci adoperiamo per soccorrere famiglie disagiate e diseredati della società. Oltre a tutto questo, abbiamo a Napoli, un centro di orientamento vocazionale con una quindicina di giovani e adolescenti che si impegnano a fare un percorso di discernimento vocazionale nel nostro seminario ". Padre Claudio ci invita a sostenere le loro attività attraverso

Sant'Agostino a fumetti

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Vi propongo una lettura interessante sulla vita di sant'Agostino. Fabrizio Cotogno di Tolentino ci propone la vita di questo santo attraverso il linguaggio dei fumetti. Cliccate sull'immagine e...buona lettura!

Vita da rifugiato

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Il primo decennio del nuovo se­colo finisce con un triste prima­to. Sono infatti 44 milioni i rifugiati sparsi nel mon­do, un popolo composto per metà da donne e ra­gazze.E'come se tutta la popola­zione di nazioni di media grandez­za come Etiopia, Corea del Sud e Co­lombia decidesse di fuggire dai con­flitti e dalle persecuzioni del Sud del pianeta lasciando casa e affetti. Era dalla metà degli anni 90 che il mondo non contava un numero co­sì alto di rifugiati e sfollati. Nel 2010, dei 43,7 milioni di persone costrette alla fuga, 15,4 mi­lioni sono rifugiati, 27,5 sono sfolla­ti interni a causa di conflitti e circa 850mila sono richiedenti asilo. Ai rifugiati le Nazioni Unite dedicato la giornata del 20 giugno, affinchè non ci si dimentichi che quello dei rifugiati è un problema di tutti: accogliere chi scappa è un dovere internazionale di ogni Stato. Vi lascio la storia di Laurita, 12 anni, profuga. Laurita ha solo 12 anni e nella sua vita ha cambiato bene 12 case. Anzi, barac

I Santi, testimoni credibili di una vita piena

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Avreste mai pensato che il destino di ognuno di noi è quello di diventare santi? Ho detto santi, sì. La santità non è un privilegio di pochi, ma è il compito di ogni uomo, non solo di ogni cristiano. Ma cosa vuol dire diventare santo? Vuol dire vivere da figli di Dio, attraverso il cammino esigente della libertà. Perchè, vedete, la libertà non è fare ciò che mi piace, ma rispondere ad una chiamata all'Amore, che non è soltanto amare, ma diventare noi stessi Amore. Compito arduo, ma non impossibile, perchè la Misericordia di Dio è così grande che rende possibile tutto, con il nostro piccolo, ma importante contributo. I santi, quelli che ricordiamo ogni giorno, quelli scritti nel calendario, sono persone che la Chiesa vuole proporci come testimoni di un cammino di santità possibile. Ognuno di essi ci fa capire che si può essere santi in ogni dimensione della vita. Tra i santi infatti troviamo persone sposate, oppure impegnate nella vita civile, non solo preti o frati e suore. Il

Sull'esistenza di Dio

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" Se dicessi che credo in Dio, direi troppo poco perchè gli voglio bene. E voler bene a uno è qualcosa di più che credere nella sua esistenza ". don Lorenzo Milani   " Se si trattasse solo di un Dio del quale fosse possibile parlare, anch'io non crederei; ma dato che si tratta di un Dio al quale si può parlare, per questa ragione io credo in lui ". Martin Buber, filosofo ebreo austriaco