Un'orchestra per educare alla pace e al dialogo

NYOI è l'acronimo della National Youth Orchestra of Iraq.
I gio­vani membri di questa orchestra vengono da tutte le aree dell’Iraq, parlano lingue diverse, pra­ticano diverse religioni, ma uno solo è l’obiettivo: fare musica insieme. Quarantadue musicisti dai 14 ai 29 anni, selezionati online. Chi vuole concorrere alle selezioni si presenta con un suo showreel su You-Tube e, se scelto, partecipa alla Summer School di due settimane, prevista nella città cur­da di Suleimanya.
Un'orchestra sinfonica di giovani musicisti come simbolo di pace e unità, per portare fuori dai confini iracheni un'immagine diversa rispetto a quella cui si è purtroppo abituati. Questo il motivo ispiratore dell'iniziativa promossa da Zuhal Sultan, pianista diciassettenne che dal 2008 porta avanti questo meraviglioso progetto. L'importanza dell'iniziativa risiede nell'essere stata in grado di conciliare ciò che all'apparenza appariva inconciliabile: diverse etnie, diverse religioni, diverse lingue si sono avvicinate in nome di un obiettivo comune, ovvero dimostrare che l'unità del Paese è possibile.
L'iniziativa ha destato l'attenzione di prestigiosi professionisti provenienti da Stati Uniti e Inghilterra che si sono interessati personalmente al progetto, spendendosi in prima persona per ottenere finanziamenti e appoggio da importanti istituzioni, primo fra tutti lo scozzese Paul MacAlindin, che da subito ha messo a disposizione la propria professionalità e dal 2009 dirige l'orchestra. Il progetto gode del patrocinio del British Council, dell'Ambasciata inglese in Iraq, del vice Primo Ministro iracheno Barhem Salih e dell'Unesco, agenzia dell'Onu per la cultura, la scienza e la formazione.
«Questa orchestra è un sostanziale pa­radosso », dice Paul McAllindin. «Primo perché nella NYOI giovani a­rabi e curdi suonano insieme. Secon­do, perché il reclutamento attraverso YouTube è una forma di selezione de­cisamente originale; terzo perché a settembre tutti questi giovani, com­pletata una prima parte della loro for­mazione, lasciano il Paese e si trasfe­riscono in Germania. Qui fanno la pri­ma scommessa: suonare insieme in pubblico, in una orchestra multietni­ca ma in un Paese molto lontano dal loro per abitudini, clima, tradizioni».
Questa orchestra condivide il princi­pio con cui Daniel Baremboim ha creato la sua, formata da giovani ara­bo- israeliani. «Ma noi andiamo oltre prosegue McAllindin - . Usiamo il so­cial network per incentivare i concor­renti a inviarci le loro application e fac­ciamo una campagna di raccolta fon­di sul web». L’ultima trovata per sostenere l’orche­stra con donazioni private, da un mi­nimo di 1 dollaro a più di 8mila dolla­ri, è quella di affidarsi a una produ­zione tedesco-irachena, la Harmony-Iraq, che realizzerà un documentario di 45 minuti sulla Summer School, se­guendo questi giovani dalle loro re­gioni di provenienza irachene fino al­l’Europa. L’obiettivo è realizzare un prodotto multimediale, in vendita an­che sul web, e raccogliere molti fondi per dare ai ragazzi una chance per pro­seguire i loro studi, al di là del periodo di formazione previsto. Intanto, le au­dizioni impazzano su YouTube e ven­gono rilanciate su Facebook. «Preve­diamo un vero e proprio boom» dice McAllindin.
FONTI: Laura Silvia Battaglia su Avvenire del 18 giugno 2011 e Alice Scalfi in http://nuoveculture.it/it/news/in-iraq-la-prima-orchestra-sinfonica-dopo-la-guerra.html

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