L'icona dell'amicizia
Quanto contava per Gesù l'amicizia? Andate a leggere i seguenti passi:
Lc 10,38-42; Gv 11,33-36; Gv 13,23.
Vi propongo un’icona copta del VII secolo che raffigura Cristo che abbraccia san Mena, abate del monastero di Alessandria. Questa immagine è comunemente denominata Icona dell’amicizia.
L’icona rappresenta Gesù che accompagna un discepolo. Gesù è ben riconoscibile dal nimbo (aureola) che attornia il capo con all’interno la croce luminosa. Questa aureola è segno della grazia divina che è comunicata al discepolo che cammina al fianco del suo Signore e dal contatto della mano destra che Gesù posa sulla spalla destra del discepolo. È la trasmissione della vita divina a chi segue Gesù via, verità e vita. Gesù è il maestro e Signore come indica il libro chiuso che regge nella mano sinistra, che è il Vangelo, la lieta notizia, il dono prezioso (la copertina è ricca di pietre preziose) ed è il messaggio misterioso, il libro sigillato.
Il discepolo è guidato da Gesù che lo accompagna con la sua mano posta sulla spalla. Essa è sicurezza, protezione e anche dono di grazia che è espressa dal nimbo simbolo della santità; grazia che il discepolo non tiene per sé ma che dà in dono con il gesto della mano destra benedicente.
Nella sinistra egli tiene il rotolo, che può significare che egli ha fatto sua la Parola del Signore oppure che egli è nel numero dei salvati dalla grazia del Signore. Meno probabilmente può significare la regola del monastero che egli guida.
Le vesti sono di colori caldi che manifestano l’umanità e la povertà del Signore e del discepolo.
Forse la veste scura di Gesù può significare l’abito monastico.
I grandi occhi manifestano l’apertura del cuore (sono la finestra dell’anima), la disponibilità a lasciarsi leggere dentro, anzi il desiderio stesso di entrare in comunione con chi contempla l’icona.
Il fedele infatti nella contemplazione viene come assunto dal mistero della grazia che è comunicata dalla presenza del Signore, dal camminare al suo fianco, dal sentire quella mano che non solo dà sicurezza e conforto nel cammino, ma sembra anche essere come di sostegno alla stesso Signore Gesù; l’usura del tempo ha consumato nell’icona il colore e ha fatto sparire i piedi stessi di Gesù, che sembra ora camminare con i piedi del discepolo, sbigottito dall’esperienza stessa che sta vivendo.
Lc 10,38-42; Gv 11,33-36; Gv 13,23.
Vi propongo un’icona copta del VII secolo che raffigura Cristo che abbraccia san Mena, abate del monastero di Alessandria. Questa immagine è comunemente denominata Icona dell’amicizia.
L’icona rappresenta Gesù che accompagna un discepolo. Gesù è ben riconoscibile dal nimbo (aureola) che attornia il capo con all’interno la croce luminosa. Questa aureola è segno della grazia divina che è comunicata al discepolo che cammina al fianco del suo Signore e dal contatto della mano destra che Gesù posa sulla spalla destra del discepolo. È la trasmissione della vita divina a chi segue Gesù via, verità e vita. Gesù è il maestro e Signore come indica il libro chiuso che regge nella mano sinistra, che è il Vangelo, la lieta notizia, il dono prezioso (la copertina è ricca di pietre preziose) ed è il messaggio misterioso, il libro sigillato.
Il discepolo è guidato da Gesù che lo accompagna con la sua mano posta sulla spalla. Essa è sicurezza, protezione e anche dono di grazia che è espressa dal nimbo simbolo della santità; grazia che il discepolo non tiene per sé ma che dà in dono con il gesto della mano destra benedicente.
Nella sinistra egli tiene il rotolo, che può significare che egli ha fatto sua la Parola del Signore oppure che egli è nel numero dei salvati dalla grazia del Signore. Meno probabilmente può significare la regola del monastero che egli guida.
Le vesti sono di colori caldi che manifestano l’umanità e la povertà del Signore e del discepolo.
Forse la veste scura di Gesù può significare l’abito monastico.
I grandi occhi manifestano l’apertura del cuore (sono la finestra dell’anima), la disponibilità a lasciarsi leggere dentro, anzi il desiderio stesso di entrare in comunione con chi contempla l’icona.
Il fedele infatti nella contemplazione viene come assunto dal mistero della grazia che è comunicata dalla presenza del Signore, dal camminare al suo fianco, dal sentire quella mano che non solo dà sicurezza e conforto nel cammino, ma sembra anche essere come di sostegno alla stesso Signore Gesù; l’usura del tempo ha consumato nell’icona il colore e ha fatto sparire i piedi stessi di Gesù, che sembra ora camminare con i piedi del discepolo, sbigottito dall’esperienza stessa che sta vivendo.
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