Cristiani senza Cristo?

I veri cristiani sono uomini della gioia che de­vono fondare la propria vita e la propria fe­de su «Gesù roccia» e non devono essere cri­stiani senza Cristo.
[...] Francesco ricorda che nella storia della Chiesa «ci sono state due classi di cristiani: i cristiani di parole - quelli “Signore, Signore, Signore” - e i cristiani di azione, in verità». Ecco, puntualizza, c’è sempre stata «la tentazione di vivere il nostro cristianesimo fuori della roccia che è Cristo». Eppure l’unico che dà la libertà per dire “Padre” a Dio è Cristo o la roccia. «È l’unico – sottolinea il Pontefice – che ci sostiene nei momenti diffi­cili ». Perché, proprio come dice Gesù «cade la pioggia, straripano i fiumi, soffiano i venti, ma quando è la roccia è sicurezza», invece «quan­do sono le parole, le parole volano, non servo­no». Eppure, constata Bergoglio, «è la tentazio­ne di questi cristiani di parole, di un cristianesi­mo senza Gesù, un cristianesimo senza Cristo». E questo «è accaduto e accade oggi nella Chie­sa: essere cristiani senza Cristo».
Il Papa si sofferma sui «cristiani di parole» e li di­vide in due tipologie: gli gnostici, che invece di amare la roccia amano le «parole belle» e i pe­lagiani, quelli seriosi, quelli che «guardano il pa­vimento ». Questa è una tentazione odierna, af­ferma: «Cristiani superficiali che credono, sì Dio, Cristo, ma troppo 'diffuso': non è Gesù Cristo quello che ti dà fondamento. Sono gli gnostici moderni». Si tratta di «Un cristianesimo 'liqui­do' ».
Ma, d’altra parte prosegue, «sono quelli che credono che la vita cristiana si debba pren­dere tanto sul serio che finiscono per confondere solidità, fermezza, con rigidità. Sono i rigidi! Que­sto pensano, che per essere cristiano sia neces­sario mettersi in lutto, sempre». Purtroppo, pro­segue Bergoglio, ce ne sono tanti di questi cri­stiani. Ma, rimarca: «non sono cristiani, si ma­scherano da cristiani». Anzi, non sanno cosa sia il Signore, «non sanno cosa sia la roccia, non hanno la libertà dei cristiani». In parole povere «non hanno gioia».
«I primi – continua il Papa – hanno una certa 'allegria' superficiale». Men­tre «gli altri vivono in una continua veglia fune­bre, ma non sanno cosa sia la gioia cristiana. Non sanno godere la vita che Gesù ci dà, perché non sanno parlare con Gesù. Non si sentono su Gesù, con quella fermezza che dà la presenza di Gesù». E, conclude Bergoglio, «non solo non hanno gioia: non hanno libertà» e «sono schiavi della superficialità, di questa vita diffusa» «sono schia­vi della rigidità, non sono liberi». Nella loro vita «lo Spirito Santo non trova posto» mentre è «lo Spirito che ci dà la libertà!».
E il Signore invita a costruire la «vita cristiana su Lui, la roccia, quel­lo che ci dà la libertà, quello che ci invia lo Spi­rito, quello che ti fa andare avanti con la gioia, nel suo cammino, nelle sue proposte».

FONTE:  Avvenire del 28/06/2013, omelia di papa Francesco alla Messa di giovedì mattina (27 giugno) in Casa S. Marta.

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