Ssssssst! Fate silenzio!

Quante volte lo sentite dire al giorno? Di confusione ne fate veramente tanta; ricordo che mia figlia, quando andava alla medie, a casa non parlava, urlava. Non che fosse arrabbiata o che ce l'avesse con il mondo, ma era quello il tono normale di voce che si riportava da scuola.
Eppure il silenzio è importante, oserei dire salutare. Abbiamo bisogno di silenzio per pensare, pregare, ascoltare, decidere.
Leggete cosa ha scritto Benedetto XVI per la XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012:
«Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro, scegliamo come esprimerci. Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre così uno spazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana più piena. Nel silenzio, ad esempio, si colgono i momenti più autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, l’espressione del volto, il corpo come segni che manifestano la persona. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza, che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente intensa. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora più esigente, che chiama in causa la sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami. Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio».
Meditate, ragazzi. Meditate!!!

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