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Visualizzazione dei post da 2019

Il dono vero del Natale

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Dall'Omelia di Papa Francesco nella notte di questo Natale 2019. Ecco il dono che troviamo a Natale: scopriamo con stupore che il Signore è tutta la gratuità possibile, tutta la tenerezza possibile. La sua gloria non ci abbaglia, la sua presenza non ci spaventa. Nasce povero di tutto, per conquistarci con la ricchezza del suo amore. E' apparsa la grazia di Dio. Grazia è sinonimo di bellezza. Stanotte, nella bellezza dell'amore di Dio, riscopriamo pure la nostra bellezza, perché siamo gli amati da Dio. Nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, felici o tristi, ai suoi occhi appariamo belli: non per quel che facciamo, ma per quello che siamo. c'è in noi una bellezza indelebile, intangibile, una bellezza insopprimibile che è il nucleo del nostro essere. Oggi Dio ce lo ricorda, prendendo con amore la nostra umanità e facendola sua, "sposandola" per sempre.

Raccontare la dislessia con una canzone

Lorenzo Baglioni - L'arome Secco Sè (Official Music Video w/Lyrics) "L'arome Secco Sè" è il mio nuovo singolo, in collaborazione con AID (Associazione Italiana Dislessia). Tutto il ricavato della vendita della canzone verrà destinato ai progetto di AID a favore dei ragazzi con disturbi specifici dell'apprendimento per cui fatevi sotto! (Testo sotto/English Translation below) Spotify (L'arome secco sè) ▶ https://open.spotify.com/album/1gARpz9T7vaeeBuNnu4AkO?si=aCwh2VBPTCSU_0aueLig5g iTunes (L'arome secco sè) ▶ https://itunes.apple.com/it/album/larome-secco-s%C3%A8/1453201565?i=1453201567 Iscrivetevi al canale!

Il 25 dicembre e il suo significato

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Condivido il lavoro sul Natale della bravissima collega Astrid. Avrete così la possibilità di conoscere origine e significato di questa data. Cliccate sull'immagine.

Ogni guerra è un fratricidio

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Alcuni spunti di riflessione dal Messaggio del Papa per la 53ª Giornata mondiale della pace , che sarà celebrata il prossimo 1° gennaio. Titolo del testo è “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. La pace è un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l’umanità. Ogni guerra, in realtà, si rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana. La guerra, lo sappiamo, comincia spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio. Nasce nel cuore dell’uomo dall'egoismo e dalla superbia, dall'odio che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, ad escluderlo e cancellarlo. La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale; sono

La via del perdono

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Il perdono come unica strada possibile? Riporto alcuni stralci dell'intervista di Antonio Giuliano , apparsa su Avvenire del 23 novembre, allo psicologo Camillo Regalia, ordinario di Psicologia sociale alla Cattolica di Milano. Da Shakespeare e Tolstoj a Puccini e Bergman: lei spesso cita i capolavori della letteratura, del cinema o dell’opera per ribadire che la decisione di perdonare o meno riguarda l’uomo di ogni tempo. Da sempre nelle nostre vite abbiamo da perdonare o essere perdonati. Ogni persona avverte il bisogno di sentire dagli altri uno sguardo diverso. In fondo il perdono è uno sguardo diverso che tu dai a un altro: c’è chi può non farsene niente, ma è difficile rimanere del tutto insensibili. Perché il perdono può bloccare una catena di risentimento, di rabbia e di malessere che spesso impedisce a chi ha subito una ferita di poter tornare a vivere. E può rilanciare i rapporti sociali. Senza però intendere il perdono come “dimenticanza”. Perdonare non vuol dire inf

Czeslawa Kwoka, morta a 15 anni

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Quando i tuoi occhi incontrano gli occhi del'altro come fai a non riconoscervi te stesso? Non sto vaneggiando, ragazzi, ma non faccio altro che ripetere, questa volta in modo diverso, quanto diceva la canzone con cui abbiamo aperto l'anno scolastico. Ricordate? "Io sono l'altro" è il brano di un cantautore italiano che, in un certo senso, sta facendo da sfondo a tutte le proposte dell'ora di religione di questo anno scolastico. "L'altro" che oggi vi propongo è una persona reale: una ragazzina poco più grande di voi. Una ragazza poco più grande, al tempo della foto, anche di Liliana Segre, che già conosciamo e che allora di anni ne aveva tredici (come molti di voi, oggi). Le cronache di questi giorni continuano, purtroppo, a raccontarci di intimidazioni, minacce e commenti indegni rivolti alla signora Segre, come se la barbarie di allora non avesse rinunciato ad appestare i pensieri di tanta gente. Come si fa, guardando gli occhi di questa ra

Libertà è fiducia. Come sul trapezio.

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Cos'è la libertà? Cosa significa essere liberi? Provo ad adattare un bellissimo articolo pubblicato su Avvenire del 6 novembre 2019, tratto dall'ultimo volume del sociologo Mauro Magatti (N on avere paura. La libertà al tempo dell’insicurezza , Mondadori) per i "miei" alunni più grandi.  Abbiamo imparato a raccontare la libertà come qualcosa da conquistare una volta per tutte o, peggio ancora, da «possedere». E invece, per sua intima natura, la libertà è proprio ciò che sfugge alla presa. Se la fermassimo, se la stabilizzassimo, non ci sarebbe più. Uccisa dalle pretese del controllo. Ciò però non significa che la libertà possa esistere solo nel magico istante della scelta; al contrario, riducendola all'ebbrezza di questo suo momento primo, d’esordio, le si impedisce di compiere il suo vero scopo: rigenerare il mondo facendolo sempre nuovo e, per questa via, affezionarsi. Così da trasfigurare – pur senza eliminare – la sua originaria solitudine. La libertà sa

Abigail, l’accoglienza che costruisce la pace

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Se pensiamo ai personaggi della Bibbia possono venirci in mente alcuni nomi. Difficilmente saranno di donne. Peccato che la Storia in generale racconti tanto di uomini e poco di donne. Le donne sono sempre rimaste in ombra, oppure, nella storia scritta dagli uomini, hanno rivestito ruoli ambigui o poco edificanti. La Bibbia sembrerebbe in linea con questa posizione, ma solo per chi ne avesse una conoscenza scarsa o frammentaria. Leggiamo cosa ha scritto in proposito  Matteo Liut  in  Popotus  del 17 ottobre 2019. . Nelle Scritture le donne hanno un posto rilevante e molto spesso sono loro, attraverso le scelte che fanno, a permettere al progetto di Dio di realizzarsi. L’elenco dei personaggi femminili nei racconti biblici è molto lungo e contiene circa 150 nomi (senza contare le numerose donne che vengono citate solo nel loro ruolo, per esempio, di mogli) e tra di esse alcune sono protagoniste di storie affascinanti, che ancora oggi hanno molto da insegnare sulla bellezza e sulla

L'ora di religione è anche per chi non crede

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Se è messa alla prima o all'ultima ora forte è la tentazione di entrare dopo o uscire prima. Oppure non avvalersi diventa una presa di posizione contro il prof che non ci sta a non fare niente o a permettere che i suoi studenti facciano quello che vogliono. Disciplina debole richiede alunni forti. Forti nella consapevolezza che eliminare è sempre privarsi di qualcosa, che il confronto (come a volte lo scontro) è sempre meglio dell'indifferenza, che, se proprio non se ne condivide l'impostazione, si può chiedere un'alternativa culturalmente significativa. Scegliere religione a scuola, anche se non si è credenti, è una buona scelta. In questo video vengono elencate 7 buone ragioni.

La conoscenza arricchisce. Anche quella religiosa.

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Alcuni giorni fa appariva la notizia di un imam che, laureato in teologia, avrebbe potuto insegnare religione cattolica. Come al solito, o meglio, come qualche volta capita, i giornalisti prendono lucciole per lanterne. La notizia è imprecisa, ma messa così ha avuto senz'altro risonanza tanto da essere ripresa anche oltralpe.  Hamdan Al Zeqri ha 33 anni, è un ex profugo yemenita arrivato in Italia 16 anni fa ed è diventato dottore in Scienze religiose. Un titolo che non gli serve per fare l'imam, ruolo che già ricopre nel carcere fiorentino di Sollicciano dopo aver fatto il mediatore culturale. Ma neanche per fare l'insegnante di religione, come invece sostiene il giornalista che riporta la notizia, perché le competenze richieste ad un docente di religione vanno oltre l'acquisizione di un titolo accademico. L'iscrizione di Hamdan Al Zeqri alla Facoltà teologica, come egli stesso riferisce al Corriere Fiorentino e a Repubblica edizione Firenze, è stata voluta dalla

Alla scoperta delle radici: proposta per il Primo Liceo

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E' affascinante la ricerca delle prime esperienze del sacro nella storia dell'umanità. Il sacro, che è legato alla capacità simbolica dell'uomo, è anche espressione della nascita del pensiero umano. Tanti ciottoli di pietra tagliata solo da un lato, scoperti accanto a crani umani di due milioni di anni fa nella regione di Olduvai in Tanzania e a est del lago Turkana in Kenia, sono le tracce più antiche dell' Homo habilis. Le tracce primordiali del pensiero. «La scelta del materiale per solidità, qualità e colore dimostra che quest' uomo sa progettare, sa come fabbricare un utensile, ha un' idea di simmetria e quindi ha una nozione del simbolico», spiega Julien Ries, antropologo di fama mondiale, studioso del sacro, sacerdote e docente per tre decenni alla Università cattolica di Nuova-Lovanio. Dove c'è coscienza simbolica, c'è anche la prima esperienza del sacro: l' Homo symbolicus è Homo religiosus. Symbolon in greco è una tessera spezzata in due

Giada e la vita

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Giada Mulazzani ha 33 anni ed è da 15 anni che è paralizzata dal collo in giù. «Questi sono i regali che ci fa il sabato sera in discoteca», disse il primario dell’ospedale di Treviglio, in provincia di Bergamo, la notte del 16 gennaio 2005, quando l’automobile guidata dal suo amico Charlie sfrecciò fuori strada uccidendolo sul colpo e sbalzando fuori Giada, allora 19 anni. «Passo le giornate intere a chiedere. Apro gli occhi la mattina e aspetto di essere girata, quindi mi lavano, mi coprono di crema, mi vestono... successivamente mi ridanno la voce che, per motivi sanitari, mi viene tolta poco prima di addormentarmi. Ci sono una cinquantina di operatori che ormai conoscono il mio corpo meglio di me. Vivo in questo centro con altre 39 persone disabili gravi come me che, a differenza di chiunque di voi, io non ho scelto...». Ha scritto un libro, Ricomincio dal mio sorriso , che è stato presentato al Teatro Nuovo di Treviglio, «la città dove ho vissuto gli anni veri della mia vita, d

Credere in qualcosa o in qualcuno?

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Dobbiamo credere in qualcosa, dice Steve Jobs. In qualcosa o Qualcuno? aggiungo io. Una frase, attribuita a Gilbert Keith Chesterton, recita così: «Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto». Ma in quale Dio credere? Non è assolutamente irrilevante per la nostra vita come pensiamo o non pensiamo Dio. Forse è anche per questo che la ricerca del volto di Dio accompagna da sempre l'uomo, tanto che dalla visione antropomorfa comune a tante esperienze religiose (come quelle, ad esempio, dell'antica Grecia o dell'antica Roma), siamo passati per un divieto assoluto, come nelle religioni ebraica e islamica, di rappresentare il divino. La ricerca del volto di Dio è espressione del desiderio di conoscere Dio come egli realmente è. Pensate che nell'Antico testamento il termine "volto" ricorre ben 400 volte e di queste ben 100 sono riferite a Dio. Cosa vorrei proporvi attraverso questo percorso? Un cammino per certi vers

C'è un tempo per ogni cosa

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Mio padre mi diceva sempre: "Chi ha tempo non aspetti tempo". Da militare che era, mio padre sapeva chiaramente che lo spreco di tempo non è una strategia vincente e che anzi anticipare i tempi a volte ti consente di ottenere i risultati che speri. Sprecare il tempo, insomma, per lui era un crimine che non aveva scusanti. L'idea che si potesse perdere tempo era mille miglia lontana dalla sua formazione umana e professionale. Devo dire che ho introiettato questo suo pensiero e adesso che ho alle mie spalle tanto tempo vissuto non voglio assolutamente buttare via quello che mi rimane. Ma cosa fare del tempo che abbiamo a disposizione? Che senso ha questo tempo che passa? Che senso ha il desiderio di eternità che ci portiamo dentro? Ricordate? La vita non è abbastanza, scriveva Kerouac. A dirla in altra maniera possiamo aggiungere che il tempo non basta mai. Oppure che non passa mai, se ciò in cui siamo intenti non ci appassiona ma anzi ci annoia a morte. Se provate a ce

Parlare di Gesù oggi ha senso?

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Alla mia richiesta di individuare delle tematiche da affrontare nel corso dell'anno alcuni alunni del Secondo Sportivo mi chiedono di parlare di Gesù. Chiesto il  perché, nessuno proferisce parola. Sgamati! 😀 Si scopre che era così, tanto per scrivere qualcosa. A provocazione, rispondo con altrettanta provocazione, sollevando la domanda: Parlare di Gesù, oggi, ha ancora senso? 😏 Duemila anni fa, il messaggio di Gesù si diffuse con una velocità impressionante, forse anche perché corrispondeva alle esigenze più profondamente culturali e antropologiche del tempo. E oggi? Assistiamo allo svuotarsi delle chiese, ad una "corrosiva" secolarizzazione che sta rendendo l'Europa un Paese scristianizzato. Possibile che il Vangelo non abbia più nulla da dire? O siamo noi ad essere diventati ciechi e sordi? La proposta che vi faccio, ragazzi del secondo, si propone di riflettere proprio sulla figura di Gesù per interrogarsi sul senso che il Vangelo può avere anche per l&#

Che faremo quest'anno? la proposta per il Primo Liceo

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Che faremo quest'anno? Il video "promozionale" per questo anno scolastico con il primo Liceo delle Scienze Umane. Cliccando sull'immagine potete vedere il percorso che, a grandi linee, seguiremo.

Non rubiamoci il futuro!!!

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L'accorata denuncia di Greta è come un pugno allo stomaco. Questo è l'effetto che fa a me. Bisogna essere proprio ciechi per non rendersi conto che il mondo sta lanciando segni di grande sofferenza e quel futuro di distruzione che pensavamo non ci dovesse riguardare, in realtà si sta compiendo a ritmi vertiginosi. Non tutto il mondo scientifico è concorde nel ritenere che i cambiamenti climatici siano conseguenza dell'aumento di CO2 nell'atmosfera, ma è indubbio che l'uomo stia sfruttando questo pianeta come se non dovesse esserci un domani da consegnare alle future generazioni. Non so se ve ne siete accorti, ma il 29 luglio scorso è stato l'Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui la Terra ha esaurito le sue risorse naturali annuali. Preciso il concetto: il 29 luglio, le risorse naturali della Terra per il 2019, come l’aria, l’acqua e il cibo, sono terminate. Significa quindi che la nostra domanda di aria, acqua e cibo ha superato la capacità del pia

Classe terza: Faccio quello che voglio. Strategia efficace o fallimento assicurato?

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Tutti noi siamo consapevoli che l'appartenenza ad un credo religioso si esprime anche attraverso il rispetto di una serie di regole, che vanno da alcune limitazioni alimentari (per alcune religioni) alla celebrazioni di riti in precisi momenti del giorno o della settimana. In un certo senso ogni religione propone alla persona un percorso di purificazione per avvicinarla al proprio dio ma anche per rendere possibile la convivenza umana. La certezza di ciò che è buono e di ciò che è malvagio è come se fosse inscritta nel cuore di ogni uomo. Per i cristiani è Dio stesso ad aver consegnato, nel profondo di ogni essere umano, il senso di ciò che è buono e di ciò che è male. Effettivamente è interessante come in tutte le religioni, al di là di norme più o meno particolari e specifiche, ce ne sia una presente in tutte. Si tratta della cosiddetta Regola d'oro delle religioni. Vedete come alla base di essa c'è il riconoscimento della dignità di ogni essere umano che va ricon

Classe seconda: Incontrare l’altro. Quando si è capaci di andare oltre le apparenze e i pregiudizi o di dominare sull'altro

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Quanti incontri nella nostra vita! A volte belli, altre volte meno. Alla vostra età sentite la necessità di cercare nuovi amici, di aprirvi agli altri e, nello stesso tempo, vi chiedete se sarete accettati, se potrete rimanere delusi e feriti. Con questa proposta cercheremo di analizzare il nostro modo di relazionarci agli altri confrontandoci con lo stile di Gesù che scopriremo attraverso l’analisi di alcuni passi dei Vangeli. Rifletteremo anche, sempre con l’aiuto di brani dell’Antico e del Nuovo Testamento, sullo stile che permette l’incontro, per arrivare a confrontarci su un problema molto attuale come quello dell’immigrazione che ci costringe a dover fare i conti proprio con i pregiudizi e l’accoglienza del diverso. In sintesi, questa proposta ci aiuterà a • Cogliere lo stile di incontro di Gesù attraverso l’analisi di alcuni passi del Vangelo • Acquisire consapevolezza che il vero incontro, quello cioè che fa crescere le persone, richiede la capacità di andare oltre i pregi

Classe prima: Chi sono, chi siamo. Riconoscere la propria unicità e aprirsi agli altri.

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Quando arriviamo in un nuovo ambiente normalmente ci presentiamo. Con questa proposta didattica andremo un po’ più a fondo di quella che potrebbe essere una semplice presentazione di noi stessi. Al termine del percorso, avremo  approfondito la visione dell’uomo che scaturisce dal testo biblico e saremo più consapevoli della dignità di ogni persona umana. La Bibbia, in sintesi, ci avrà fatto scoprire cosa ci accomuna tutti, bianchi e neri, italiani e non, maschi e femmine, belli e brutti, ecc…. Il nostro cammino seguirà le tracce che troverete cliccando sull'immagine.

Come stai messo ad empatia?

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Se vi dicessi che lo stile comunicativo di Gesù ha a che fare con l'empatia penso che mi guardereste perplessi. Prima di tutto vediamo cosa si intende per empatia. In qualunque dizionario trovate più o meno questa definizione: «capacità di immedesimarsi nelle condizioni di un altro e condividerne pensieri ed emozioni». A questo punto riuscirete a seguirmi meglio perché, chi più chi meno, sapete che con la sua vita, Gesù ci insegna a vedere gli altri in un modo diverso, condividendo i loro sentimenti e sostenendoli nei momenti di delusione. Sin dal principio, i discepoli hanno potuto testimoniare la sensibilità di Gesù: la sua capacità di mettersi nei panni degli altri, la sua delicata comprensione di ciò che accade nel cuore dell’essere umano, la sua acutezza nel percepire il dolore degli altri. Provo ad elencarvi un paio episodi in cui si coglie questo immedesimarsi di Gesù: arrivando a Nain, senza che sia stata pronunciata parola, si fece carico della tragedia della vedova c

Che bella testimonianza d'amore!

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Abbiamo spesso parlato di Liliana Segre durante le nostre ore di lezione. Ci siamo fatti accompagnare dalla sua testimonianza, attraverso video o frasi tratte dalle sue interviste, per riflettere sulla grande tragedia della Shoa. Probabilmente conosciamo meno gli aspetti della sua vita dopo il ritorno dal'inferno del campo di concentramento. In questa intervista che condivido con voi, la signora Segre ci racconta il ritorno alla vita "normale" e ci apre il suo cuore, parlandoci del marito. La signora Segre ci riconsegna l’immagine di un  uomo che, per amore, diventa capace di ingoiare il proprio dolore, di mettersi da parte quasi morendo a sé stesso per offrirsi a lei, per custodirla e amarla. Lui è un uomo di fede, vi è stato condotto soprattutto dalla madre. La sua fede e devozione si intensificano ancora di più alla morte della mamma; Liliana non crede, invece, ma anche a questo penserà lui. Se non è un vero sposo costui… Le dirà spesso negli ultimi tempi,

Io sono l'altro

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Vorrei cominciare il nuovo anno scolastico con questa canzone. Il confronto con l'altro ci appartiene, nel bene e nel male. A questo confronto dobbiamo essere pronti per fare un "giro con i vestiti dell'altro", perché solo così possiamo aprirci, guardare il mondo senza preconcetti, assumerci le nostre responsabilità. Tante delle situazioni raccontate nella canzone fanno parte del quotidiano, anche di quello che viviamo a scuola. Il mio augurio è di sentirci pronti a questo "rispecchiamento", disponibili ad accogliere e a comprendere, per fare "un giro" che ci permetta di crescere. Mente, Cuore e Spirito.   Ecco il testo. Io sono l’altro sono quello che spaventa sono quello che ti dorme nella stanza accanto Io sono l’altro puoi trovarmi nello specchio la tua immagine riflessa il contrario di te stesso Io sono l’altro sono l’ombra del tuo corpo sono l’ombra del tuo mondo quello che fa il lavoro sporco al tuo posto Sono quello

Superficiali? No grazie

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« La vita non è abbastanza. Allora cosa voglio? Voglio una decisione per l'eternità, qualcosa da scegliere e da cui non mi allontanerò mai, in nessuna oscura esistenza o qualunque altra cosa accada. E qual è questa decisione? Una qualche tipo di febbre della comprensione, un'illuminazione, un amore che andrà oltre, trascenderà questa vita verso nuove esistenze, una visione seria, finale e immutabile dell'universo.  Questo è ciò che intendo quando dico che "voglio degli Occhi". Perché dovrei volere tutto questo? Perché qui sulla terra non c'è abbastanza da desiderare, o meglio, qui non esista una singola cosa che io voglia. Perché non voglio una vita terrena? Perché non mi basta? Perché non mi illumina l'anima, non mi riempie il cervello di eccitazione e non mi fa piangere di felicità. Perché vuoi provare queste cose? Perché la ragione e le questioni di fatto, la scienza e la verità non me le fanno provare e non mi conducono verso l'eternità, anzi, mi

Khalif che voleva andare in Europa per studiare e lavorare

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«Vado in Europa». Con questa pazzia nel cuore Khalif si è messo a camminare, da solo. Passo dopo passo, lasciandosi alle spalle madre e padre, facendosi inghiottire dal deserto, senza paura, senza voltarsi indietro. Ci vuole coraggio, per noi adulti occidentali che senza navigatore ci sentiamo sperduti anche nel mezzo di una metropoli affollata, ma il viaggio di Khalif, cittadino del Mali, iniziava un anno fa quando di anni ne aveva otto. «Vado in Europa perché voglio studiare e lavorare», ha detto a se stesso prima che agli altri, ma cos'era questa Europa nemmeno lo sapeva. Come un Eldorado o l’America dei nostri nonni, l’Europa di Khalif doveva essere la fine di ogni tribolazione, il luogo in cui si mangia tutti i giorni, la gente non si uccide per strada, i piccoli vanno a scuola e non a fare il soldato, se stai male ti curano. «Studiare e lavorare». È questa la benzina che lo ha fatto marciare per un anno, tra gli stenti, il lavoro forzato per pagarsi il viaggio, le botte, i r

Settembre, si prega per gli Oceani

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In questo mese di settembre il Papa esorta i credenti a pregare perché i politici, gli scienziati e gli economisti lavorino insieme per la protezione dei mari e degli oceani.  «La creazione è un progetto dell'amore di Dio all'umanità», ricorda Francesco. Ma oggi gli oceani, che custodiscono «la maggior parte dell'acqua del pianeta e anche la maggior varietà di esseri viventi, sono minacciati da diverse cause». «La nostra solidarietà con la "casa comune" - aggiunge il Papa - nasce dalla nostra fede».  

Chi sono i profeti: alcune riflessioni

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Riprendo alcuni passi da "E la preghiera divenne corpo" di L. Bruni su Avvenire del 25/08/2019 . Ci possono aiutare a capire qualcosa in più sui profeti. [...] Nonostante tutta la rivelazione biblica e poi il cristianesimo che ci ha detto che Dio è agape, anche noi continuiamo ancora a leggere le disgrazie come colpa –'se lo avessi accompagnato', 'se gli avessi detto di no', 'è la punizione per la mia vita sbagliata'... I sensi di colpa sono la prima moneta con cui paghiamo i conti dei nostri funerali. Arrivano da soli, sono iscritti nei nostri cromosomi culturali. La religione economico- retributiva è infatti molto più antica e quindi radicata nel cuore individuale e collettivo della religione dell’amore e della grazia. Ecco perché ci servono i profeti. I profeti si mettono accanto a noi. Fanno silenzio, non ci fanno prediche né discorsetti consolatori, ci donano un Dio liberato dalle colpe e dai meriti, tutto grazia e misericordia. Lo fanno con l

Giocatevela bene, la vita

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«Ragazzi, ragazze, questo io vorrei dirvi: la vita giocatevela bene, non perché la si vive una volta soltanto, ma vi dico giocatevela bene perché spesso correte il rischio che in questa smania di libertà, di grandezza, di orizzonti larghi, invece che raggiungere gli orizzonti larghi vi incastriate in una “strada senza uscita”». (don Antonio Bello)

Imparare a vivere per saper morire

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Vi riporto la riflessione di don Maurizio Patriciello su Nadia Toffa ( Avvenire del 20 agosto 2019). In questi giorni ci siamo commossi per la scomparsa di questa conduttrice televisiva e giornalista italiana che non ha fatto mistero della sua malattia, ma che anzi, con il suo coraggio e la sua determinazione ha cercato di dare forza e coraggio a chi come lei doveva lottare per la guarigione. Don Patriciello, che ha officiato i suoi funerali, con le parole che seguono ci aiuta ad andare più in profondità e a scoprire la testimonianza lasciata da questa giovane donna. «Voglio imparare. Il tempo stringe e io debbo imparare. Imparare a vivere per saper poi morire». Nella vita non sempre ci rendiamo conto dell’importanza del dover imparare a vivere. Si vive e basta. Un fatto scontato, istintivo, naturale. E questo è grande errore. Sono passati pochi giorni dalla morte di Nadia Toffa, la giornalista e conduttrice tv bresciana, che ha scosso l’Italia. In tanti ci siamo chiesti il perché

Le stelle e un ragazzo a pancia in giù

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Da Avvenire del 14 agosto 2019 ho tratto spunto per una riflessione, in vista dell'avvio (tra poco ci siamo) del nuovo anno scolastico. Gentile direttore, campo scuola giovanissimi di Azione Cattolica. Una cinquantina di ragazzi tra i sedici e i diciassette anni. Tema del campo: la libertà. Una sera, quasi a mezzanotte, si decide di andare sul greto sassoso di un torrente in secca a vedere le stelle. Il cielo è sgombro, la luna assente, la temperatura tiepida. Torcia alla mano e felpa attorno alla vita, ragazzi ed educatori aggrediscono il breve tratto di bosco che separa la casa dal torrente. Quando arrivano, si sistemano accampandosi sulle pietre e sull'argine. Stendono le coperte e vi si adagiano, in una sorta di albergo notturno. «Che bello!», «Ma quello è un pianeta?», «E la luna quando sorge, don?», «Com'è che si chiama quella stella così bianca?», «Guarda un satellite, ci sta fotografando!». Li osservo in silenzio. Passo in mezzo a loro, invitandoli al silenzio e

Quanta bellezza tra scienza e Dio

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Di sicuro Matteo Benedetto fa un lavoro affascinante: è ricercatore all'osservatorio astronomico della Valle d’Aosta, ed è anche membro dell’Azione cattolica, e questo fa sì che la nostra chiacchierata riproponga, al contempo, nuove ed antiche domande. È possibile una conciliazione tra fede e scienza? O invece, come affermava qualcuno, lentamente la scienza arriverà a fare chiarezza su tutto quello che noi per ora non ci spieghiamo? o credo che fede e scienza possano tranquillamente e serenamente convivere. Ricordo che tempo fa in un momento di formazione che feci in parrocchia uscì che «la scienza ci spiega il come e il dove, la fede parla del chi e del perché». Mi piace immaginare fede e scienza come due treni che viaggiano su binari paralleli, ciò che li accomuna è il carburante che li muove: la curiosità, la ricerca, la voglia di crescere. I problemi nascono quando si tenta di farli andare sullo stesso binario. Il principio di indeterminazione di Heisenberg, assieme alla teo