Un niente potrebbe salvarli
Alcuni spunti sull'educare dall'articolo di Alessandro D'Avenia pubblicato in Noi Genitori e Figli del 31 ottobre 2010.
"(...) In epoca di relativismo educare è divenuto difficile, perchè non c'è progetto di vita, tutto è uguale, nulla vale più di un'altra cosa. L'indifferenza di molti ragazzi è la diretta conseguenza del fatto che la cultura in cui sono immersi non "fa differenze". Chi non tocca la differenza di bellezza, bene, verità della realtà finisce con il diventare indifferente. (...) Ma se non esistono più gradi di bellezza, bene, verità, fino alla loro assenza che si chiamano bruttezza, male, menzogna, la vita sparisce: rimangono solo le emozioni del viaggio. L'emotivismo della cultura odierna è conseguenza del relativismo.
Se non ho un obiettivo da raggiungere, resta solo l'emozione. La vita è ridotta a esistenza. L'unico modo per sapere chi sono, o meglio per sentirmi vivo, è provare emozioni. Più forti sono più esisto. Il valore di una cosa è ridotto alla capacità di suscitare emozioni. (...)
Si smette di essere sensibili ai sentimenti che richiedono sforzo, ma che sono duraturi, e ci si accontenta di emozioni puramente reattive, primarie, quelle che condividiamo con gli animali perchè legate all'istinto di sopravvivenza. Alla felicità si sostituisce l'euforia. (...)
Dobbiamo tornare a dare ai nostri ragazzi cose grandi, belle, vere nella vita quotidiana: dalla tavola a una gita in montagna. Far riscoprire loro che la vita quotidiana può essere luogo di estasi appaganti in un volto, in un panorama, in una sfida, in un'amicizia, in una chiacchierata, in un film o persino nell'apparecchiare la tavola.
La scuola e la famiglia sono chiamate a far toccare il bene, la bellezza, la verità. Si richiede creatività, studio e disponibilità di tempo. (...) Perché non si legge più in famiglia, magari dalla voce di papà, un bel racconto? Perché si tiene la tv accesa durante i pasti? Perché non si inventano più giochi familiari?
Facciamo toccare ai ragazzi le differenze nella vita di tutti i giorni: non potranno più scambiare il brutto con la bellezza, la menzogna con la verità, il male con il bene. Un niente potrebbe salvarli".
"(...) In epoca di relativismo educare è divenuto difficile, perchè non c'è progetto di vita, tutto è uguale, nulla vale più di un'altra cosa. L'indifferenza di molti ragazzi è la diretta conseguenza del fatto che la cultura in cui sono immersi non "fa differenze". Chi non tocca la differenza di bellezza, bene, verità della realtà finisce con il diventare indifferente. (...) Ma se non esistono più gradi di bellezza, bene, verità, fino alla loro assenza che si chiamano bruttezza, male, menzogna, la vita sparisce: rimangono solo le emozioni del viaggio. L'emotivismo della cultura odierna è conseguenza del relativismo.
Se non ho un obiettivo da raggiungere, resta solo l'emozione. La vita è ridotta a esistenza. L'unico modo per sapere chi sono, o meglio per sentirmi vivo, è provare emozioni. Più forti sono più esisto. Il valore di una cosa è ridotto alla capacità di suscitare emozioni. (...)
Si smette di essere sensibili ai sentimenti che richiedono sforzo, ma che sono duraturi, e ci si accontenta di emozioni puramente reattive, primarie, quelle che condividiamo con gli animali perchè legate all'istinto di sopravvivenza. Alla felicità si sostituisce l'euforia. (...)
Dobbiamo tornare a dare ai nostri ragazzi cose grandi, belle, vere nella vita quotidiana: dalla tavola a una gita in montagna. Far riscoprire loro che la vita quotidiana può essere luogo di estasi appaganti in un volto, in un panorama, in una sfida, in un'amicizia, in una chiacchierata, in un film o persino nell'apparecchiare la tavola.
La scuola e la famiglia sono chiamate a far toccare il bene, la bellezza, la verità. Si richiede creatività, studio e disponibilità di tempo. (...) Perché non si legge più in famiglia, magari dalla voce di papà, un bel racconto? Perché si tiene la tv accesa durante i pasti? Perché non si inventano più giochi familiari?
Facciamo toccare ai ragazzi le differenze nella vita di tutti i giorni: non potranno più scambiare il brutto con la bellezza, la menzogna con la verità, il male con il bene. Un niente potrebbe salvarli".
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