Le parole: pietre o ponti?

Le parole possono essere pietre quando si parla per ferire. Fanno male e ti lasciano cicatrici. Spesso, anche per superficialità, usiamo male le parole: pensiamo alle parolacce o alle bestemmie che escono con leggerezza e frequenza da bocche che ancora sanno di latte. Che amarezza!!! direbbe una mia cara collega.
Eppure, pensate, nella Bibbia Dio crea con la parola. La sua è una parola che realizza ciò che dice, che ha in sè il senso e il fine per cui viene detta. Noi siamo invece abilissimi a pronunciare parole false, a giocare con la Verità, addomesticando le parole.
Ognuno di noi è il risultato delle parole che ha ricevuto e si realizza, nel bene o nel male, in relazione alla responsabilità che sente delle parole da consegnare.
Le parole invece sono ponti quando c'è dialogo, incontro, desiderio di riconoscere l'altro, anche nella sua diversità, amore per la verità. Le parole permettono lo scambio di sensibilità e conoscenze diverse e così facendo offrono la possibilità di aprire la propria mente e il proprio cuore all'altro.
Questo mondo ferito, violento, senza speranza, ha bisogno di ponti, non di pietre da lanciare. Impariamo a metterci in ascolto dell'altro; chiudiamo un po' di più la nostra bocca per ascoltare. Scopriremo che l'altro lo si ascolta non soltanto con le orecchie, ma anche con il cuore e con gli occhi. Ridiamo spessore alle nostre parole imparando a non abusarne e soprattutto a metterle a servizio di ciò che è vero, buono e bello.
E' un impegno per cui vale la pena impegnarsi, non pensate?

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