Agli educatori

Da Segno nel mondo di novembre (rivista quindicinale dell'Azione Cattolica) Angelo Petrosino, maestro e scrittore per bambini,  offre alcuni suggerimenti a me e a tutti quelli che, per "mestiere" o per ruolo naturale sono chiamati ad educare. In fondo l'educazione non richiede chissà quali tecniche, ma passione, interesse e soprattutto amore.

«Se nei loro confronti abbiamo l'empatia necessaria che si ha verso coloro che amiamo e nel cui futuro crediamo, allora dobbiamo cambiare alcuni dei nostri atteggiamenti. Dobbiamo mettere meno rassegnazione, meno sentimenti di impotenza e di indifferenza in quello che facciamo. l bambini hanno bisogno di avere accanto adulti curiosi, interessati, appassionati. Persone che non si abbandonino al cinismo corrente, alla tentazione di demandare tutto agli altri e che non rinuncino a essere protagoniste della loro vita. A scuola ho sempre combattuto la routine, la monotonia, la ripetitività delle proposte. Ho ascoltato, ho cercato di capire, non ho mai lusingato il narcisismo di nessuno, ma ho sempre incoraggiato tutti a dare il meglio di sé. Ogni bambino contava nella sua interezza per me. Quando i bambini capiscono questo, sono disposti a seguirti e ad affrontare difficoltà che richiedono impegno e fatica. Lo stesso dovrebbe avvenire in casa. Bisogna trovare il tempo necessario per stare insieme, per ascoltare, per suggerire, senza rinunciare al proprio ruolo di adulti, evitando di fare gli amici dei propri figli. Non bisogna lasciarli con se stessi, ma nemmeno schiacciarli con richieste esagerate che non potranno soddisfare. Educare i bambini e farsi educare da loro, insomma».















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