Alla larga dai bulli

Tra le parole molto nominate nei giornali, alla radio, alla televisione, c’è bullismo. Non è una parola simpatica, perché fa subito pensare ad atteggiamenti violenti e prepotenti. Significa comportamento da bullo da parte di un individuo o di un gruppo. Oltre che di bullismo avrete sentito parlare spesso anche di ciberbullismo (o cyberbullismo ) cioè di comportamenti molesti o di persecuzione compiuti attraverso gli strumenti informatici, e in particolare attraverso internet, telefoni cellulari, Facebook ecc. Ma vi siete mai chiesti da dove venga il bullismo, e come sia nata la parola? Vediamo di scoprirlo insieme.
All’origine c’è la parola bullo. Bullo è una parola antica, che risale al Cinquecento. Probabilmente è arrivata nell’italiano dalla lingua tedesca; poi la forma bulo con una sola “l” è stata usata a Venezia, col significato di giovane arrogante e violento, e da lì si è diffusa nel resto d’Italia. Nel Novecento al significato appena ricordato si è aggiunto quello moderno di teppista, ma la parola è stata usata anche con una sfumatura diversa, per indicare chi si mette in mostra con spavalderia. Molto diffuso è anche il diminutivo bulletto. A questo punto nasce un’altra curiosità: da dove viene la parola teppista? Da teppa, parola lombarda che significa zolla d’erba . Nell’Ottocento un gruppo di giovani aveva l’abitudine di riunirsi nei prati erbosi del Castello Sforzesco, a Milano. Questi ragazzi erano prepotenti, rissosi e rumorosi e si diedero il nome di Compagnia della Teppa. Da qui a teppista per indicare chi commette atti violenti e vandalici il passo è breve. Motivo di più per stare alla larga da bulli, ciberbulli, bulletti e teppisti.
Articolo di Valeria Della Valle, su Popotus del 15 gennaio 2013

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