Parlaci dell'insegnare (e dell'imparare)

Spesso vi dico, cari alunni (che mi sopportate) che neanche il più bravo insegnante può fare quello che è compito vostro.
Insegnare è uno dei "mestieri" più difficili del mondo perché ha a che fare con la libertà: la vostra. Noi insegnanti non possiamo costringervi ad imparare; nessuna tecnica o strategia può costringervi a fare dell'apprendimento un qualcosa di vostro, di personale. Le tecniche e le strategie possono contribuire all'addestramento, ma la scelta di farsi "trasformare" da ciò che vi viene proposto dipende solo da voi. Certamente il nostro compito è rendervi questa scelta più facile, è accompagnarvi a cogliere la bellezza del conoscere, ma non più di questo.
Perché ognuno di voi conoscerà solo ciò per cui è disposto a fare sacrifici, rinunciando alla quiete apparente delle proprie certezze o della propria ignoranza.
Vi lascio questo bellissimo brano tratto da Il Profeta di Kahlil Gibran.

«Allora disse un maestro: Parlaci Dell'Insegnare.
Ed egli disse: Nessun uomo può rivelarvi nulla, se non quello che già sonnecchia nell'alba della vostra conoscenza.
Il maestro che cammina all'ombra del tempio tra i suoi discepoli non offre il suo sapere ma piuttosto la sua fede e il suo amore. Se egli è saggio non vi inviterà ad entrare nella dimora del suo sapere, ma vi guiderà piuttosto verso la soglia della vostra propria mente.
L'astronomo può dirvi ciò che egli sa dei grandi spazi, ma non può dare a voi la sua conoscenza.
Il musico può cantarvi del ritmo che è in aria, ma non può darvi l'orecchio che ferma quel ritmo né la voce che lo riecheggia.
E chi è versato nella scienza dei numeri può descrivervi i mondi del peso e della misura, ma non potrà guidarvi colà.
Poiché la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo.
E come ognuno di voi è solo davanti all'occhio conoscitivo di Dio, così ognuno di voi deve essere solo nella sua conoscenza di Dio e nella sua conoscenza della terra
».

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