La viva e calda pienezza del cuore
Ancora alcuni pensieri che potranno fare bene al nostro cuore.
«Personalmente, da quando ho memoria di me, i conti non sono mai riuscita a farli tornare.
L’idea di un Dio onnipotente - che può fare o non fare ogni cosa, secondo un suo imperscrutabile desiderio - mi è sempre stata piuttosto ostile.
Non amo l’autorità e, dove c’è il potere, fuggo a mille miglia in direzione opposta. E allora?
Non sarebbe più facile, più rasserenante dire il Cielo è vuoto o, se Qualcuno c’è, si disinteressa del nostro destino? Sì, se il mio pensiero fosse solo frutto della mente, ma ho sempre avuto la nitida percezione che la centralità dell’essere non stia nelle elucubrazioni cerebrali, bensì nella viva e calda pienezza del cuore.
È il cuore ad indicarci sempre la strada giusta da percorrere. È il cuore, con la sua vulnerabilità, che ci fa capire - se accettiamo il rischio di entrare nelle sua parte profonda - che il nostro cuore e quello di Dio si compenetrano e si rigenerano costantemente a vicenda, grazie al soffio dello Spirito Santo. Noi siamo partecipi della natura di Dio. Ce ne ricordiamo quando ci osserviamo nello specchio? Ne siamo consapevoli nelle scelte della nostra vita? Sappiamo ancora di essere soltanto «un po’ meno degli angeli»? E che cos'è questo partecipare, se non trasformare il proprio cuore in una fornace ardente?».
Susanna Tamaro, Come un'ardente fornace, in Avvenire del 27 dicembre 2014
«Personalmente, da quando ho memoria di me, i conti non sono mai riuscita a farli tornare.
L’idea di un Dio onnipotente - che può fare o non fare ogni cosa, secondo un suo imperscrutabile desiderio - mi è sempre stata piuttosto ostile.
Non amo l’autorità e, dove c’è il potere, fuggo a mille miglia in direzione opposta. E allora?
Non sarebbe più facile, più rasserenante dire il Cielo è vuoto o, se Qualcuno c’è, si disinteressa del nostro destino? Sì, se il mio pensiero fosse solo frutto della mente, ma ho sempre avuto la nitida percezione che la centralità dell’essere non stia nelle elucubrazioni cerebrali, bensì nella viva e calda pienezza del cuore.
È il cuore ad indicarci sempre la strada giusta da percorrere. È il cuore, con la sua vulnerabilità, che ci fa capire - se accettiamo il rischio di entrare nelle sua parte profonda - che il nostro cuore e quello di Dio si compenetrano e si rigenerano costantemente a vicenda, grazie al soffio dello Spirito Santo. Noi siamo partecipi della natura di Dio. Ce ne ricordiamo quando ci osserviamo nello specchio? Ne siamo consapevoli nelle scelte della nostra vita? Sappiamo ancora di essere soltanto «un po’ meno degli angeli»? E che cos'è questo partecipare, se non trasformare il proprio cuore in una fornace ardente?».
Susanna Tamaro, Come un'ardente fornace, in Avvenire del 27 dicembre 2014
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