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Visualizzazione dei post da 2024

La fede vissuta come un cammino

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Alcuni spunti suggeriti da Papa Francesco.  Camminare fa bene : ci mette in relazione con quanto accade intorno a noi, ci fa scoprire suoni, odori, rumori della realtà che ci circonda, in poche parole, ci avvicina alla vita degli altri.  Camminare significa non stare fermi : credere vuol dire aver dentro un’inquietudine che ci porta verso un “più”, verso un passo in più in avanti, verso un’altezza da raggiungere oggi, sapendo che domani la strada ci porterà più in alto – o più in profondità, nel nostro rapporto con Dio, che è esattamente come il rapporto con l’amato o amata della nostra vita, o tra amici: mai finito, mai scontato, mai appagato, sempre in ricerca, non ancora soddisfacente. Impossibile dire con Dio: «Fatto, tutto a posto, è abbastanza». Per questo motivo il Giubileo del 2025, insieme alla dimensione essenziale della speranza, ci deve spingere ad una sempre maggior consapevolezza del fatto che la fede è un pellegrinare e che noi su questa terra siamo pellegrini....

Vivi la sua storia: gioco creato con AI per stimolare le capacità empatiche

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Istruzioni: Dopo aver diviso la classe in squadre di 2 o 3 alunni, ad ogni gruppo viene associata una delle carte che descrivono diverse situazioni. Ogni squadra ha 3 minuti per discutere come si sentirebbe una persona in quella situazione e cosa potrebbe fare per supportarla. In particolare sono 3 le domande a cui ogni squadra deve rispondere: Qual è l’emozione che probabilmente la persona prova? Come si sentirebbero loro se fossero nella stessa situazione? Quali azioni empatiche potrebbero prendere per aiutare? Scaduto il tempo della discussione ogni squadra scrive nel Tabellone Empatico che avranno a disposizione: la situazione su cui hanno discusso, l’emozione e la risposta empatica. Punteggi: Le squadre guadagnano punti quando hanno: identificato accuratamente l'emozione (1 punto) proposto una risposta empatica creativa e costruttiva (1 punto) scritto le loro considerazioni su come si sentirebbero nella stessa situazione (1 punto bonus). Riflessione finale: Alla fine, ...

La domanda radicale sul male, la libertà, la logica del dono

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Dante cammina con Virgilio. Nel buio i due incontrano Marco Lombardo, al quale Dante pone un interrogativo. È la domanda radicale:  Lo mondo è ben così tutto diserto d’ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto; ma priego che m’addite la cagione, sì ch’i’ la veggia e ch’i’ la mostri altrui; ché nel cielo uno, e un qua giù la pone.  Il poeta fa i conti con la realtà del male. Ha agito rettamente ed è esule, ama Firenze e non può tornarci. Vede un mondo corrotto, nel quale il Papa e l’Imperatore, che dovrebbero essere le guide universali della sua epoca, si scontrano tra loro invece di collaborare. Chiede allora a Marco Lombardo da dove venga questo male, se dal condizionamento degli astri oppure da noi. È una domanda che racchiude in sé molti altri interrogativi decisivi in ogni epoca. Siamo davvero liberi o c’è qualche forza esterna che ci condiziona? Il mondo è governato dalla libertà umana o dalla necessità di leggi che ci imprigionano? E, ancor più radica...

L'amore e la ragione in Dante

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Dante si trova sulla terza cornice del monte del Purgatorio, dove espiano la loro colpa gli iracondi. Chi cede all’ira vede nero e così gli iracondi sono avvolti da un fumo denso, soffocante. Dante si aggrappa a Virgilio, che lo conduce: Sì come cieco va dietro a sua guida per non smarrirsi e per non dar di cozzo in cosa che ’l molesti, o forse ancida, m’andava io per l’aere amaro e sozzo, ascoltando il mio duca che diceva pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo ».  Virgilio è il simbolo della ragione. Quando l’ira fa vedere nero e fa perdere il controllo, è più che mai necessario aggrapparsi alla ragione. Messaggio più che mai attuale nell’epoca delle fake news, del complottismo, delle opinioni viscerali vomitate in rete.  La ragione ha dunque un ruolo fondamentale. Ma quale ragione?  Se assolutizzata, la ragione può diventare un idolo fuorviante. Se la ragione diventa l’unico strumento per analizzare la realtà, se il mondo viene ridotto a materia da osservare con distac...

L'istruzione negata

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Mia nonna materna, nata alla fine del 1800, studiò da maestra. La sorella, di poco più piccola, si diplomò ragioniera. La famiglia di mia nonna non apparteneva alla media borghesia; il mio bisnonno era operaio, della bisnonna Cecilia non ho mai saputo che abbia lavorato fuori casa.  La mia nonna paterna, che era nata e viveva in Sicilia, sapeva leggere e scrivere. Ho ritrovato una lettera inviata a mio padre in cui chiedeva notizie della famiglia e soprattutto di mio fratello più piccolo che si ammalava spesso di tonsillite. La lettera è scritta in un italiano corretto, per quanto semplice e con una bella grafia dal tratto sicuro. Insomma, pur non avendo origini nobili o altolocate, le mie antenate ebbero senz'altro la fortuna di andare a scuola. Mi piace pensare che le loro famiglie vedevano nell'istruzione, anche di una donna, un valore aggiunto.  Purtroppo, ancora oggi, la possibilità di andare a scuola è negata a tante bambine.  C’è un proverbio del Ghana che recita...

Che dono la vita!!!

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Mi si sono inumiditi gli occhi nel leggere la lettera scritta da Sammy Basso per il suo funerale. Che grande persona!!! Si era preparato al giorno della sua morte, perché la progenia, la malattia rara di cui era affetto, ti ruba gli anni, ti rende vecchio da giovane e consuma il corpo di chi ne soffre.  Sammy Basso era diventato famoso oltre che per il suo impegno internazionale in campo scientifico nello studio della sua patologia, per averne parlato pubblicamente sempre col sorriso e con ironia. Già di per sé, affrontare in questo modo una malattia del genere, ti rende grande, ma ancora di più ti rendi conto di che bella persona fosse, leggendo le parole che aveva scritto.  Vi riporto nella sua integrità la sua lettera che è stata letta durante l'omelia dal vescovo di Vicenza.  Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c'è una cosa che mi ha sempr...

La scienza non può negare Dio

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Riporto alcuni passaggi del colloquio con Olivier Bonnassies (autore con Michel-Yves Bolloré di un best-seller internazionale che incrocia cosmologia, fisica, storia e teologia) pubblicato su Avvenire del 26 agosto a firma di R. Maccioni .  «Per quattro secoli, da Copernico a Freud, passando per Galileo, Newton, Laplace e Darwin, la scienza è sembrata in grado di spiegare sempre più cose senza bisogno dell'ipotesi di Dio. Marx e Freud, che si dichiaravano scienziati, cercarono persino di far credere che la religione fosse tossica, “l’oppio dei popoli”. Tutto questo ha generato una corrente materialista e scientista che ha dominato il XIX e il XX secolo. Le cose sono cambiate con la scoperta della termodinamica, che dimostra che l'universo si sta logorando e dirigendo verso una morte termica. L'universo ha quindi avuto un inizio. E questa scoperta, successivamente confermata da molti altri approcci razionali, ha implicazioni immense perché, se c'è un inizio, c'è un...

Continuare a fare il bene. Senza distrazioni.

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Un giorno, un saggio viandante attraversò il regno e si fermò sotto un albero. Gli animali della foresta, curiosi, si avvicinarono per ascoltare le sue storie.  «C'era una volta, in un regno lontano tra le alte montagne, un'aquila fiera e solitaria che dominava i cieli con la sua eleganza inconfondibile. Volava sopra le vette innevate, osservando il mondo dall'alto con occhi penetranti e saggi. Tutti gli animali della foresta la rispettavano e ammiravano la sua maestosità. Nello stesso regno c'era anche un corvo, impertinente e audace, con una buona dose di superbia, invidioso della regalità dell’aquila. Un bel giorno decise di sfidare sua maestà.  Il corvo, con la sua arroganza, si posò sulla schiena dell'aquila e cominciò a beccarle il collo, convinto di poterla infastidire e distrarre. Gli altri animali, spettatori increduli, trattennero il fiato, immaginando che da lì a poco il corvo sarebbe stato ridotto a brandelli dal rapace. Ma l'aquila, con calma olimp...

Una questione di mani per essere u-mani

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Come si fa a non fuggire dal dolore, che sia il proprio o quello delle persone che ami? Prendo spunto dal Blog di Alessandro D'Avenia e dalla sua riflessione sul quadro Compianto sul Cristo morto di Bellini. «Nel ritaglio sacro del quadro si scorge un morto (Cristo), il cui corpo esangue è sorretto da un uomo (Giuseppe d’Arimatea), mentre una donna (Maria Maddalena) gli unge le mani rattrappite da colpi di chiodi, con l’olio che un altro uomo (Nicodemo) accigliato tiene in un vasetto. Mi vedo in quest’ultimo, fronte aggrottata dinanzi alla morte, pensieri come rughe, in cerca di risposte davanti a un muro: l’uomo della Vita è morto. Cadavere. Con sapienza compositiva l’artista mette al centro del quadro le mani dei protagonisti, ma soprattutto quelle della donna che accarezzano con l’olio la sinistra del morto che perde rigidezza, al contrario della destra ancora contratta. In quelle mani c’è la farmacopea alla mia incapacità: al fuggire o soccombere aggiungono un’altra via.  Conte...

Chi mettere al centro? Proposta didattica per una Terza media

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In adolescenza i ragazzi sono molto concentrati su se stessi e vivono un equilibrio precario tra il bisogno di sentirsi riconosciuti e accolti dal gruppo e la difesa della propria identità e unicità. Il percorso didattico che ho proposto vuole indagare quello che è il desiderio di sentirsi al centro del mondo e degli affetti e le derive, a volte pericolose, a cui si può arrivare quando, nel cercare la realizzazione di se stessi si finisce per dimenticare gli altri e il contesto in cui si vive, per poi arrivare ad una definizione di felicità che spiazza l’idea di un cristianesimo che tende a mortificare l’io quando in realtà offre una proposta di vera realizzazione del sé. Quello che segue, conclusa la fase più “istituzionale” con l’indicazione dei TSC e degli Oa, è il racconto del percorso didattico che è stato realmente proposto.   DAI DOCUMENTI MINISTERIALI Traguardi  1.        ORDINE ANTROPOLOGICO – RELIGIOSO È aperto alla since...

Una storia che parla di incontro e non di scontro

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Dall'articolo di MARCO ERBA  L’imam “socratico” e l’insegnante che fa nascere idee senza imporre , in Avvenire del 17/03/2024 .  In uno dei miei viaggi in Bosnia ho conosciuto una donna piena di luce. Quella donna, durante la guerra degli anni Novanta, ha vissuto dentro l’assedio di Sarajevo, con il marito a combattere al fronte per difendere la città e un bambino molto piccolo da accudire. Ho passeggiato a lungo con lei per la città. Mi ha portato vicino al mercato coperto, mi ha indicato il punto in cui si metteva a vendere i suoi regali di nozze, per procurare del cibo a suo figlio. Mi ha portato al tunnel di Sarajevo, sotto l’aeroporto, di cui restano pochi metri: è un budello claustrofobico, nel quale si deve stare chini per camminare. La donna, suo figlio e sua suocera lo hanno percorso per centinaia di metri, per sbucare nella terra di nessuno, rischiando la vita, alle spalle della linea dell’esercito serbo che assediava la città.  Dopo un viaggio pazzesco, quella...

Progettare con l'Intelligenza Artificiale

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Mi sono subito incuriosita a come l'Intelligenza Artificiale potesse entrare nel mio lavoro di docente. Ammetto di avere un'indole abbastanza aperta alle novità e il mondo dell'IA (o AI all'inglese) non poteva lasciarmi indifferente.  In questo periodo, che mi ha visto a casa per problemi di salute, non sono rimasta però con le mani in mano e ho frequentato dei corsi che potessero aiutarmi a capire come "governare" la novità. Da docente non credo nell'utilità di un atteggiamento di chiusura e di demonizzazione. Anzi. Mi sono andata convincendo che come insegnanti dobbiamo accogliere la sfida ed aiutare i nostri studenti ad un approccio critico e creativo.  In fondo, l'IA può offrire l'occasione per educare gli alunni ad attivare tutte le potenzialità che fornisce il pensiero umano, unito ad una buona dose di cultura e di competenze linguistiche, per ottimizzare al meglio le risposte che l'IA può dare ai nostri prompt. Proprio sui promp, ossia ...

Dall'odio al perdono

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Perdono, parola difficile da pronunciare e vivere. Basta vedere quello che sta accadendo in questo tempo così complicato, dove si parla di vendetta come se fosse un dovere morale.  Lei prof, sarebbe capace di perdonare? Spesso me lo hanno chiesto gli studenti e rispondo in modo onesto: "Non so, ma so che non c'è alternativa, perché l'odio consuma". Aggiungo sempre alla mia riflessione che ci sono stati uomini e donne che hanno saputo perdonare. La loro testimonianza è la riprova che si può perdonare. Come ha saputo fare Gemma Calabresi.  I miei alunni, al contrario di me, non possono avere memoria del marito, il commissario Luigi Calabresi, che fu ucciso il 17 maggio 1972 a colpi di arma da fuoco dinanzi alla sua abitazione, per mano di un commando di due terroristi di Lotta Continua. Gemma si trovò vedova ad appena 26 anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo. Ho letto nella sua biografia che insegnando religione in una scuola elementare è arrivata a maturare...

Beatitudini, la Magna Charta di Gesù

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Primo giorno di scuola del maestro Gesù, all’aperto, sulla collina, il cielo come soffitto, l’erba per pavimento, l’abside del lago sullo sfondo. E il primo argomento che il giovane rabbi di Nazaret tratta nella sua prima lezione, è il tema della felicità: beati voi, ripete per otto volte. La prima rivelazione: Dio vuole figli felici.  La vita è e non può che essere una ricerca di felicità. La felicità sempre provvisoria dei viandanti. E invece di un discorso alla Robin Williams, nel film L’a ttimo fuggente, uno di quei discorsi accattivanti e piacioni, fa una lezione drammatica e impopolare. Parla di poveri, di perseguitati, di piangenti, di affamati. Sceglie le ferite delle persone: le Beatitudini sono ferite che diventano feritoie, in cui si affaccia una terra nuova e felice.  La genialità di Gesù: non imposta il suo progetto su di una morale umana, ma su di una lieta notizia: Dio regala gioia a chi produce amore, aggiunge vita a chi edifica pace.  Le Beatitudini non r...