Il Pallio
In occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo, il Papa ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica assieme agli arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno passato ai quali ha imposto il Pallio.
Di che si tratta?
È una sottile fascia di lana bianca, con sei croci di seta nera ricamate sopra, lastrine metalliche ricoperte di tessuto nero alle estremità. È il paramento liturgico proprio degli arcivescovi metropoliti e, in una foggia diversa, del Papa stesso (nel caso del Pontefice la forma è diversa e le croci sono di colore rosso). La stola si indossa sulle spalle, a ricordare un agnello portato dal pastore, che guida la Chiesa. Un agnello immolato, con le croci di seta a rappresentare i segni delle piaghe di Cristo salvatore.
Ho letto che la lana utilizzata per confezionare i palli viene da due agnelli. Secondo la tradizione, i due animali sono offerti dall’Abbazia trappista delle Tre Fontane, a Roma. Anticamente era il Capitolo Lateranense a procurare gli ovini, ma una volta successe che il Capitolo non ne aveva. Così fu chiesto ai trappisti di offrire due animali dei loro allevamenti, perché a quel tempo l’Abbazia aveva un’immensa proprietà agricola.
Oggi i Trappisti non allevano più gli animali, ma sono loro che continuano ad offrirli, dopo averli acquistati.
I trappisti, quindi, consegnano i piccoli ovini al Capitolo Lateranense che li presenta al Papa per la benedizione, nel giorno della festa di Sant’Agnese, il 21 gennaio. Come da tradizione, vengono portati in due ceste: una è decorata con nastri bianchi su cui si leggono le iniziali 'A. V.', che stanno per 'Agnese Vergine'; l’altra con nastri rossi con la scritta 'A. M.', per ricordare il martirio della santa.
Dopo la benedizione del Papa gli agnelli passano nelle mani delle benedettine del monastero di Santa Cecilia in Trastevere. Le suore – su mandato dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice – si occupano di cucire le stole, utilizzando antichi telai a mano.
Il Pallio viene consegnato durante la solennità dei santi Pietro e Paolo, come segno della comunione pastorale del successore di Pietro con i successori degli altri apostoli.
Di che si tratta?
È una sottile fascia di lana bianca, con sei croci di seta nera ricamate sopra, lastrine metalliche ricoperte di tessuto nero alle estremità. È il paramento liturgico proprio degli arcivescovi metropoliti e, in una foggia diversa, del Papa stesso (nel caso del Pontefice la forma è diversa e le croci sono di colore rosso). La stola si indossa sulle spalle, a ricordare un agnello portato dal pastore, che guida la Chiesa. Un agnello immolato, con le croci di seta a rappresentare i segni delle piaghe di Cristo salvatore.
Ho letto che la lana utilizzata per confezionare i palli viene da due agnelli. Secondo la tradizione, i due animali sono offerti dall’Abbazia trappista delle Tre Fontane, a Roma. Anticamente era il Capitolo Lateranense a procurare gli ovini, ma una volta successe che il Capitolo non ne aveva. Così fu chiesto ai trappisti di offrire due animali dei loro allevamenti, perché a quel tempo l’Abbazia aveva un’immensa proprietà agricola.
Oggi i Trappisti non allevano più gli animali, ma sono loro che continuano ad offrirli, dopo averli acquistati.
I trappisti, quindi, consegnano i piccoli ovini al Capitolo Lateranense che li presenta al Papa per la benedizione, nel giorno della festa di Sant’Agnese, il 21 gennaio. Come da tradizione, vengono portati in due ceste: una è decorata con nastri bianchi su cui si leggono le iniziali 'A. V.', che stanno per 'Agnese Vergine'; l’altra con nastri rossi con la scritta 'A. M.', per ricordare il martirio della santa.
Dopo la benedizione del Papa gli agnelli passano nelle mani delle benedettine del monastero di Santa Cecilia in Trastevere. Le suore – su mandato dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice – si occupano di cucire le stole, utilizzando antichi telai a mano.
Il Pallio viene consegnato durante la solennità dei santi Pietro e Paolo, come segno della comunione pastorale del successore di Pietro con i successori degli altri apostoli.
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