Non arrendersi mai

Andrea (nome di fantasia) non ha superato il test di ammissione alla facoltà di medicina. Parlavo alcuni giorni fa con la sua mamma che mi confidava la preoccupazione per quel figlio che si sentiva amareggiato e depresso. Comprensibile, specialmente quando ti sembra che i tuoi sforzi e il tuo impegno non siano serviti a nulla.
Sono tante le volte che la vita ci presenta un conto che sembra troppo salato. Ma dobbiamo avere la capacità di andare avanti, di non permettere alla malinconia o alla sfiducia di averla vinta. Non importa se siamo caduti, l'importante è rialzarsi. Sempre.
Ve l'ho detto molte volte, lo ripeto ogni giorno anche a me stessa.
Mentre guardavo le Paraolimpiadi alla televisione ho provato una profonda ammirazione per quegli uomini e quelle donne che hanno saputo affrontare le difficoltà che la vita non ha certo loro risparmiato. Pensate a quanto possa essere complicato per loro compiere azioni per noi banali, come correre, nuotare, andare in bicicletta, ecc. Eppure li abbiamo visti correre, nuotare, andare in bicicletta, ecc. ad alti livelli. Campioni nello sport ma anche nella vita, perchè capaci di non arrendersi all'evidenza della loro disabilità.
Vi riporto un'intervista alla simpatica Cecilia Camellini (tratta da Popotus del 6 settembre 2012), che ci ha regalato delle bellissime medaglie:

Cecilia ha vent’anni, è non vedente dalla nascita, ma le basta ascoltare il rumore dell’acqua di una piscina perché le sue braccia comincino a girare come mulinelli. Con la spinta delle gambe il suo corpo diventa leggero e prende quella velocità che la porta, spesso, a toccare per prima il bordo della vasca. Così nessuna meraviglia se la prima medaglia d’oro del nuoto alle Paralimpiadi (i Giochi per atleti disabili) di Londra 2012 è arrivata da Cecilia Camellini. Che ci ha preso gusto e ha calato il tris: un altro oro e un bronzo, dopo i due argenti vinti alle precedenti Paralimpiadi di Pechino, quando aveva solo sedici anni. Cecilia vive al buio come tutte le persone cieche, ma si illumina ogni giorno perché è un vulcano di idee. Oltre alla passione per il nuoto coltiva anche quella per i cavalli; nel frattempo fa atletica, scia, ama leggere e suonare il pianoforte. Lo sport è in cima ai suoi pensieri, ma Cecilia si dedica seriamente anche allo studio. Al liceo classico si è diplomata con il massimo dei voti e ora è iscritta alla facoltà di Psicologia. Un genio? «No, sono una ragazza normale», dice Cecilia che nonostante i suoi successi nel nuoto non vuole essere paragonata al “fenomeno” Federica Pellegrini: «Siamo diverse. Io e Federica siamo solo due colleghe». È un collega, un atleta tetraplegico, anche il suo fidanzato Francesco Bettella, in gara pure lui a Londra 2012. «Con Francesco stiamo bene insieme, siamo l’uno il sostegno dell’altro», racconta tenera Cecilia. Realizzati tutti i suoi desideri di vittoria alle Paralimpiadi, ci racconta dell’ultimo sogno che sta per concretizzarsi: «Sto aspettando un cane guida». Un nuovo amico a quattro zampe che l’aiuti a muoversi per la città e l’accompagni tutti i giorni in piscina a nuotare.

Che ne dite? Non è un bell'esempio di costanza e fiducia nella vita?

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