Donne, com'è difficile frasi strada
In occasione della Giornata di oggi riflettiamo su quanto sia ancora difficile la vita per le donne.
L'articolo che vi propongo, letto in Popotus di ieri, non parla di femminicidi, nè di violenze e discriminazioni. Però mette in evidenza un distacco tra donne e uomini che si fa fatica a ridurre. Per retaggio culturale? ignoranza? mancanza di sensibilità?
A voi l'articolo e la proposta interessante che vi è contenuta.
Rita e Gae ce l’hanno fatta a tempi di record. A pochi mesi dalla morte il loro nome è già sulla targa di una piazza. Rita Levi Montalcini: scienziata, premio Nobel e senatrice. Gae Aulenti, designer e architetta. Sì, al femminile, come l’Accademia della Crusca sostiene che bisogna dire. Lo stesso vale per sindaca, ministra e avvocata: basta maschilismi nella lingua. Piazza Montalcini la trovate già sulle mappe di Torino e di Agrigento. Piazza Aulenti è in pieno centro a Milano. Una rarità in un Paese dove solo quattro vie su cento sono intitolate alle donne.Via, strada, piazza sono tutti sostantivi femminili, peccato che quando si tratta di dar loro un nome, si opti quasi sempre per quello di un personaggio maschile.
Eppure di donne illustri che hanno fatto la storia è pieno il mondo, ma come spesso succede, per una donna è più difficile farsi strada (in tutti i sensi). A Roma su 16.057 vie solo 600 sono intitolate a donne. Milano fa peggio: sono solo 134 su 4.244. In termini percentuali non si va mai oltre il 3,7 per cento. Del censimento si è occupato il gruppo “Toponomastica femminile”, che fa sapere che all’estero sono più bravi a onorare la memoria delle donne illustri: le “vie in rosa” a Madrid sono il 7 per cento, mentre a Oslo raggiungono un considerevole 20 per cento. Per recuperare lo svantaggio, culturale prima che numerico, il gruppo ha chiesto a tutti i Comuni italiani di prendere un impegno per il giorno della festa della donna. «Otto marzo, tre donne, tre strade» lo slogan della campagna già dice tutto: le prossime tre strade sarebbe meglio dedicarle a tre donne. L’idea è venuta all’animatrice del gruppo, Maria Pia Ercolini, insegnante di geografia in una scuola superiore di Roma. Il suo impegno a favore delle strade al femminile è nato dalla domanda di una studentessa: «Ma prof, perché noi non ci siamo mai?». Ha capito che una spiegazione dalla cattedra non era sufficiente, bisognava scendere in strada. Il prossimo obiettivo di “Toponomastica femminile”? Una via dedicata alle parlamentari che hanno fatto la Costituzione italiana. Oltre ai padri, ci sono anche le “madri costituenti”.
A voi l'articolo e la proposta interessante che vi è contenuta.
Rita e Gae ce l’hanno fatta a tempi di record. A pochi mesi dalla morte il loro nome è già sulla targa di una piazza. Rita Levi Montalcini: scienziata, premio Nobel e senatrice. Gae Aulenti, designer e architetta. Sì, al femminile, come l’Accademia della Crusca sostiene che bisogna dire. Lo stesso vale per sindaca, ministra e avvocata: basta maschilismi nella lingua. Piazza Montalcini la trovate già sulle mappe di Torino e di Agrigento. Piazza Aulenti è in pieno centro a Milano. Una rarità in un Paese dove solo quattro vie su cento sono intitolate alle donne.Via, strada, piazza sono tutti sostantivi femminili, peccato che quando si tratta di dar loro un nome, si opti quasi sempre per quello di un personaggio maschile.
Eppure di donne illustri che hanno fatto la storia è pieno il mondo, ma come spesso succede, per una donna è più difficile farsi strada (in tutti i sensi). A Roma su 16.057 vie solo 600 sono intitolate a donne. Milano fa peggio: sono solo 134 su 4.244. In termini percentuali non si va mai oltre il 3,7 per cento. Del censimento si è occupato il gruppo “Toponomastica femminile”, che fa sapere che all’estero sono più bravi a onorare la memoria delle donne illustri: le “vie in rosa” a Madrid sono il 7 per cento, mentre a Oslo raggiungono un considerevole 20 per cento. Per recuperare lo svantaggio, culturale prima che numerico, il gruppo ha chiesto a tutti i Comuni italiani di prendere un impegno per il giorno della festa della donna. «Otto marzo, tre donne, tre strade» lo slogan della campagna già dice tutto: le prossime tre strade sarebbe meglio dedicarle a tre donne. L’idea è venuta all’animatrice del gruppo, Maria Pia Ercolini, insegnante di geografia in una scuola superiore di Roma. Il suo impegno a favore delle strade al femminile è nato dalla domanda di una studentessa: «Ma prof, perché noi non ci siamo mai?». Ha capito che una spiegazione dalla cattedra non era sufficiente, bisognava scendere in strada. Il prossimo obiettivo di “Toponomastica femminile”? Una via dedicata alle parlamentari che hanno fatto la Costituzione italiana. Oltre ai padri, ci sono anche le “madri costituenti”.
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