Buoni e cattivi compagni

Mi capita spesso, a scuola, di ricordare agli alunni che non è necessario essere amici dei propri compagni di classe. Ciò che a scuola conta veramente è essere pronti a collaborare; essere, insomma, dei buoni compagni.
Vi propongo questo articolo di Alessandro Zaccuri, pubblicato su Popotus del 2 gennaio 2014:

Tutta colpa delle cattive compagnie, si diceva una volta.
Per fortuna però ci sono anche le buone compagnie. Anzi, i buoni compagni d’avventura. Quelli che magari, per conto loro, non riuscirebbero a diventare eroi, però sono bravissimi nell’aiutare gli eroi a fare bene il loro dovere.
Il più famoso di tutti è Sancho Panza, un uomo come tanti, tranquillo e forse anche un po’ pauroso. Un bel giorno è chiamato a fare da scudiero a un cavaliere che gira il mondo in lungo e in largo, alla ricerca di torti da riparare e, più che altro, della meravigliosa fanciulla che ha rapito il suo cuore. Sarà vero? L’importante è che il cavaliere ci crede e, con lui, impara a crederci anche il bravo Sancho. Sono i personaggi di Don Chisciotte della Mancia, il romanzo che lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes pubblicò in due parti, rispettivamente nel 1605 e nel 1615. Don Chisciotte è un sognatore, Sancho un uomo concreto, ma piano piano, nel corso del loro lungo viaggio, uno impara dall’altro e insieme si accorgono di essere, a modo loro, imbattibili.
Formano una coppia formidabile anche Frodo Baggins e Sam Gangee, i due hobbit che troviamo al centro del Signore degli Anelli di J.R.R.Tolkien (i tre volumi che compongono il librone uscirono tra il 1954 e il 1955). Difficile stabilire chi tra loro sia il più coraggioso: Frodo accetta di portare a termine il compito che gli spetta in quanto custode dell’Unico Anello, ma è Sam che decide di accompagnarlo attraverso pericoli sempre più incalzanti. Per Frodo essere eroe è una necessità, mentre per Sam è una scelta, ed è proprio questo a rendercelo così simpatico. È la dimostrazione che a contare davvero non sono i difetti (ognuno di noi ne ha tantissimi…): basta avere un’unica virtù per trasformare la nostra vita in qualcosa di straordinario. Ed è questa, in fondo, l’impresa che Sam riesce a compiere. C’è un altro particolare che non va trascurato: un buon compagno non è per forza un amico. Al contrario, è uno che rispetta le distanze, si mette al servizio dell’eroe, preferisce restare nell’ombra.
Non è un caso che Lucignolo si presenti invece come un amicone, finendo così per procurare guai
terribili a se stesso e al malcapitato burattino che di lui si è fidato. Succede nelle Avventure di Pinocchio di Collodi (1883), uno dei libri più famosi di tutti i tempi. Lucignolo si rivela un cattivo compagno non perché sia veramente cattivo, ma perché non prende niente sul serio. Neppure l’amicizia, appunto.

Commenti

Post popolari in questo blog

La moschea

La sinagoga

Le mappe a scuola