Rispetta le donne, rispetta il mondo
"Respect women Respect the world": è questo lo slogan della campagna con cui il Ministro delle Pari Opportunità invita a manifestare solidarietà a tutte le donne vittime di abusi e violenze.
Essere donne non è stato facile in passato, ma purtroppo non lo è ancora oggi. Spesso le donne vengono considerate cose, o comunque ad esse non si riconosce la stessa dignità degli uomini. Anche nella nostra società, che si ritiene più civile di altre, sono frequenti gli atti di violenza, abusi e soprusi contro le donne.
Cliccando sull'immagine stilizzata della rosa, avrete modo di vedere lo spot preparato per la Conferenza Internazionale sulla violenza contro le donne che, nell'ambito delle iniziative della Presidenza italiana del G8, si terrà a Roma il 9 e 10 settembre.
Sempre in tema di soprusi o diritti negati alle donne, voglio ricordarvi il caso di Lubna Ahmed Hussein che, arrestata e processata per aver indossato in pubblico i pantaloni (siamo a Karthoum nel Sudan) ha rifiutato di pagare la multa che le era stata inflitta al posto delle 40 frustate previste dalla legge. Lubna, giornalista e impiegata dell'ONU, ha preferito il carcere piuttosto che piegarsi ad una norma crudele e discriminatoria. Ora dovrà stare in prigione per un mese, ma il suo caso sta facendo il giro del mondo. Mi auguro che la sua battaglia dia il via ad una presa di coscienza collettiva. Già prima della sentenza, vicino al tribunale, molte donne si erano riunite per manifestare sostegno alla Hussein.
PS: per testimoniare la nostra solidarietà nei confronti delle donne, oggi e domani indossiamo qualcosa di bianco .
Essere donne non è stato facile in passato, ma purtroppo non lo è ancora oggi. Spesso le donne vengono considerate cose, o comunque ad esse non si riconosce la stessa dignità degli uomini. Anche nella nostra società, che si ritiene più civile di altre, sono frequenti gli atti di violenza, abusi e soprusi contro le donne.
Cliccando sull'immagine stilizzata della rosa, avrete modo di vedere lo spot preparato per la Conferenza Internazionale sulla violenza contro le donne che, nell'ambito delle iniziative della Presidenza italiana del G8, si terrà a Roma il 9 e 10 settembre.
Sempre in tema di soprusi o diritti negati alle donne, voglio ricordarvi il caso di Lubna Ahmed Hussein che, arrestata e processata per aver indossato in pubblico i pantaloni (siamo a Karthoum nel Sudan) ha rifiutato di pagare la multa che le era stata inflitta al posto delle 40 frustate previste dalla legge. Lubna, giornalista e impiegata dell'ONU, ha preferito il carcere piuttosto che piegarsi ad una norma crudele e discriminatoria. Ora dovrà stare in prigione per un mese, ma il suo caso sta facendo il giro del mondo. Mi auguro che la sua battaglia dia il via ad una presa di coscienza collettiva. Già prima della sentenza, vicino al tribunale, molte donne si erano riunite per manifestare sostegno alla Hussein.
PS: per testimoniare la nostra solidarietà nei confronti delle donne, oggi e domani indossiamo qualcosa di bianco .