Dalla rabbia alla gioia
Si può non essere "arrabbiati" con Dio quando la vita non va come vorremmo?Rita ci risponderebbe che arrabbiarsi con Dio è facile, perchè a lei è successo, ma ci aiuterebbe anche a capire che non ha senso vivere nel risentimento, perchè lei ha provato cosa vuol dire. Ma ciò che di bello ci insegna la sua storia, è che si può vivere nel dolore con gioia, ma soltanto se ci si apre a Cristo.
Chi è Rita?
L'avevo vista, alcune settimane fa, in una trasmissione su Rete4 (se non sbaglio si trattava di un servizio sui viaggi della fede) e poi mi sono ritrovata la sua storia su Avvenire del 29 dicembre.
Rita Coruzzi ha 24 anni ed è disabile, costretta in carrozzina dopo un'operazione, che doveva essere risolutiva di un problema che aveva dalla nascita. Così non è stato, ed è da quando ha dieci anni che non cammina più.
Oggi, sembra assurdo, lei è felice sulla carrozzina. «So che sembra incomprensibile, ma con la mia vita così piena, in comunione con Dio, rifiuterei volentieri la guarigione per il semplice fatto che voglio rimanere sulla croce con lui».
«Mi sono arrabbiata tanto con Gesù – ricorda la ragazza –, ero troppo delusa e sconfitta per fidarmi ancora di Dio». «Perché mi hai fatto questo, Gesù, perché? ». Un urlo di dolore che Rita soffoca per 4 lunghi anni abbassando gli occhi e decidendo di non guardare più in faccia nessuno. Prova conforto solo nell’affetto della mamma e nelle carezze della nonna.
Rialza il volto a Lourdes, in un pellegrinaggio, quando trova il coraggio di pregare davanti alla grotta: «Ho sentito la voce di Maria dentro di me e le ho chiesto cosa desiderasse, volevo sapere perché mi ha voluto in queste condizioni, volevo sapere quale doveva essere il mio posto nel mondo». Un’altra voce, un sussurro: «Devi utilizzare la tua sofferenza per portare la testimonianza dell’amore di Dio». Rita riesce a diplomarsi al liceo classico, si laurea in Lettere e frequenta la specializzazione in giornalismo. Ha capito la sua vocazione: «Scrivere e scuotere le coscienze per far capire quanto può essere bello vivere anche nella disabilità. Offrire conforto e speranza, perché la mia condizione mi ha dato molto di più di quanto mi è stato tolto». La ragazza racconta la sua storia nelle parrocchie o nelle scuole ed è stata spesso ospite in importanti trasmissioni televisive.
«Do voce ai disabili, parlo del mio amore per la vita e della mia conversione, che è poi il mio vero miracolo».
Un volo di farfalla è il libro in cui si racconta (Piemme, pp. 196, euro 13,50; prefazione del cardinale Camillo Ruini e invito alla lettura di Magdi Cristiano Allam) e ci consegna una testimonianza forte e lucida su disabilità, sofferenza e conversione. Ora nella vita di Rita c’è la luce, ma prima non era così.
FONTE: GIANPAOLO SARTI in Avvenire del 29 dicembre 2010
Chi è Rita?
L'avevo vista, alcune settimane fa, in una trasmissione su Rete4 (se non sbaglio si trattava di un servizio sui viaggi della fede) e poi mi sono ritrovata la sua storia su Avvenire del 29 dicembre.
Rita Coruzzi ha 24 anni ed è disabile, costretta in carrozzina dopo un'operazione, che doveva essere risolutiva di un problema che aveva dalla nascita. Così non è stato, ed è da quando ha dieci anni che non cammina più.
Oggi, sembra assurdo, lei è felice sulla carrozzina. «So che sembra incomprensibile, ma con la mia vita così piena, in comunione con Dio, rifiuterei volentieri la guarigione per il semplice fatto che voglio rimanere sulla croce con lui».
«Mi sono arrabbiata tanto con Gesù – ricorda la ragazza –, ero troppo delusa e sconfitta per fidarmi ancora di Dio». «Perché mi hai fatto questo, Gesù, perché? ». Un urlo di dolore che Rita soffoca per 4 lunghi anni abbassando gli occhi e decidendo di non guardare più in faccia nessuno. Prova conforto solo nell’affetto della mamma e nelle carezze della nonna.
Rialza il volto a Lourdes, in un pellegrinaggio, quando trova il coraggio di pregare davanti alla grotta: «Ho sentito la voce di Maria dentro di me e le ho chiesto cosa desiderasse, volevo sapere perché mi ha voluto in queste condizioni, volevo sapere quale doveva essere il mio posto nel mondo». Un’altra voce, un sussurro: «Devi utilizzare la tua sofferenza per portare la testimonianza dell’amore di Dio». Rita riesce a diplomarsi al liceo classico, si laurea in Lettere e frequenta la specializzazione in giornalismo. Ha capito la sua vocazione: «Scrivere e scuotere le coscienze per far capire quanto può essere bello vivere anche nella disabilità. Offrire conforto e speranza, perché la mia condizione mi ha dato molto di più di quanto mi è stato tolto». La ragazza racconta la sua storia nelle parrocchie o nelle scuole ed è stata spesso ospite in importanti trasmissioni televisive.
«Do voce ai disabili, parlo del mio amore per la vita e della mia conversione, che è poi il mio vero miracolo».
Un volo di farfalla è il libro in cui si racconta (Piemme, pp. 196, euro 13,50; prefazione del cardinale Camillo Ruini e invito alla lettura di Magdi Cristiano Allam) e ci consegna una testimonianza forte e lucida su disabilità, sofferenza e conversione. Ora nella vita di Rita c’è la luce, ma prima non era così.
FONTE: GIANPAOLO SARTI in Avvenire del 29 dicembre 2010
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