Non fate arretrare la vostra umanità
Quante volte vi ho punzecchiato invitandovi a non buttare via la vostra umanità. Ciò che di più prezioso abbiamo è la vita e non ha senso sprecarla. Come si spreca una vita? Accontentandosi di soddisfare bisogni momentanei, rinunciando alla propria umanità.
«Quando il diritto di proprietà lo applichiamo all'altro, allora siamo nell’infanticidio e oltre». Secondo tale mentalità ha spiegato, «il bambino nato, come il feto, è proprietà, posso usarne ed abusarne, perché in questa cultura dove non esiste verità, ma tutto è opinabile, e quindi riconducibile all’individuo, tutto diventa possibile».
La conclusione di Bagnasco è che «se l’uomo è padrone di sé, degli altri, fino a poter sopprimere il figlio già nato, è inutile che si interroghi sul senso della vita, sulle finalità ultime perché ha già risposto». In pratica «ha già cancellato la propria specificità, la ricerca del bene, la solidarietà con i suoi simili e si è posto come arbitro assoluto della vita». Ha poi ricordato i casi concreti della Gran Bretagna e della Danimarca. «In Inghilterra – ha affermato – viene riproposta, da tempo, la tesi della legittimità, della opportunità dell’infanticidio». In Danimarca, invece, ha ricordato che «nel 2030 ci sarà l’ultimo bambino down». «E sfido – ha esclamato – li uccidono tutti prima». Da qui l’attacco alla mentalità che vorrebbe fare passare tali delitti «quali l’aborto e l’eugenetica come atti di misericordia».
FONTE: articolo di Adriano Torti su Avvenire del 7 marzo 2012
«fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza»
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI)
Non siamo fatti per vivere da bestie, per quanto molte volte ci riesca piuttosto bene.
Ciò che mi sgomenta o indigna, a seconda del caso, è la disinvoltura con cui facciamo passare per umane proposte o soluzioni che di umano hanno ben poco.
Ciò che mi sgomenta o indigna, a seconda del caso, è la disinvoltura con cui facciamo passare per umane proposte o soluzioni che di umano hanno ben poco.
Vi riporto alcune delle riflessioni che il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, ha proposto ai docenti e studenti di Genova, incontrati in occasione dell'iniziativa “Pasqua della scuola” organizzata dalla pastorale scolastica diocesana.
«Siamo dentro ad momento storico culturale, su di una linea di confine tra l’umano e il non umano » nel quale l’uomo rischia di « perdere sé stesso». Questo accade «se la persona malata - come il bambino malato, il feto malformato - non è vissuta - per la famiglia, per la comunità intera - come un'occasione per uscire dalla mentalità di efficienza, di prestazione, di salutismo, di bellezza apparente ». In altre parole, «per uscire da una mentalità mortifera». «Avete la possibilità enorme per non fare arretrare l’umanità, per non arretrare nella barbarie, e non condannare i nostri ragazzi alla non gioia». «Se noi adulti non capiamo più che viviamo legati gli uni agli altri, che la gioia o la sofferenza di uno, come in un corpo, diventa la gioia o la sofferenza di tutti, diventiamo una moltitudine di pietre egoistiche» e «l’uomo è finito, non esiste società, non esiste gioia».
La conclusione di Bagnasco è che «se l’uomo è padrone di sé, degli altri, fino a poter sopprimere il figlio già nato, è inutile che si interroghi sul senso della vita, sulle finalità ultime perché ha già risposto». In pratica «ha già cancellato la propria specificità, la ricerca del bene, la solidarietà con i suoi simili e si è posto come arbitro assoluto della vita». Ha poi ricordato i casi concreti della Gran Bretagna e della Danimarca. «In Inghilterra – ha affermato – viene riproposta, da tempo, la tesi della legittimità, della opportunità dell’infanticidio». In Danimarca, invece, ha ricordato che «nel 2030 ci sarà l’ultimo bambino down». «E sfido – ha esclamato – li uccidono tutti prima». Da qui l’attacco alla mentalità che vorrebbe fare passare tali delitti «quali l’aborto e l’eugenetica come atti di misericordia».
FONTE: articolo di Adriano Torti su Avvenire del 7 marzo 2012
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