L'uomo ha messo piede sulla Luna. Le meraviglie di Dio e la grandezza dell'Uomo


Erano le 4:57 ora italiana del 21 luglio 1969 quando un astronauta mise per la prima volta piede sulla Luna. Io c'ero. Non sullla Luna ovviamente, ma qui sulla Terra, incollata alla televisione per assistere in diretta a quell'avvenimento. A dir la verità il momento dei primi passi umani sul nostro satellite me li persi, vinta dal sonno, perchè tra l'allunaggio e l'apertura del portellone della navicella passò diverso tempo (almeno, così mi sembra di ricordare).
Nei giorni che precedettero lo sbarco, mi trovavo spesso a guardare la Luna, chiedendomi cosa mai avrebbero trovato gli astronauti, una volta arrivati. Che emozione! Veramente l'uomo sarebbe arrivato sulla Luna?!!!
Di tempo ne è passato e i ragazzi di oggi rimangano quasi indifferenti di fronte alle navicelle spaziali che partono, o che rimangono sospese a fare il giro della Terra. E' tutto molto ovvio, quasi naturale. Eppure in quel lontano 1969 si percepiva la straordinarietà dell'evento che avrebbe spalancato chissà quali orizzonti.
Rivedendo le immagini di quegli uomini che si muovevano con leggerezza e goffaggine sul suolo lunare e della Terra lontana, rivivo la stessa emozione di allora e mi sento piccola, piccola, nella vastità dell'Universo.


Non so se lo sapete, ma il Papa di allora, Paolo VI affidò agli astronauti Neil Armstrong e Edward Aldrin una targa da portare sulla Luna. In questa lamina d'oro era inciso il Salmo 8.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi (5-7).

Ho trovato questo video sul Salmo 8. E' in lingua spagnola, ma si comprende con facilità, e vale la pena vederlo.



Concludo questo intervento sulle meraviglie di Dio e sulla grandezza di cui ha reso capace l'uomo. proponendovi la testimonianza di Enrico Fermi, scienziato dell'atomo:
Ero giovanissimo e avevo l’illusione che l’intelligenza umana potesse arrivare a tutto. Una fortissima nevrastenia mi costrinse a rifugiarmi in un remoto paesello dell’Umbria. Contemplavo i monti azzurri e le campagne tranquille. Una notte stavo ascoltando le placide conversazioni di alcuni contadini: cose semplici, né volgari, né frivole. Ed ecco la voce grave di un contadino esclamare: “Come è bello contemplare le stelle! Eppure c’è chi dice che Dio non esiste!”. Quella frase, in quel luogo e in quell’ora, toccò tanto al vivo il mio animo che la ricordo come se fosse ieri. Quel vecchio contadino non sapeva nemmeno leggere, ma c’era nel suo animo, custodito da una vita onesta e laboriosa, un breve angolo in cui scendeva la luce di Dio

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