Donne ebree in preghiera al Muro del pianto. Ad alta voce.
Un contributo al nostro lavoro di ricerca su "Donne nelle religioni", tratto da Popotus del 10 ottobre 2013.
Litighiamo su tante cose, ma difficilmente penseremmo che qualcuno possa farlo persino sul modo in cui si prega. Invece capita anche questo. Ed è per tutti una buona notizia quando le persone interessate si mettono d’accordo. È quanto è successo in questi giorni a Gerusalemme dove sembra essere destinata a finire la disputa sulla preghiera delle donne al Muro del pianto, luogo veneratissimo da tutti gli ebrei. Come avviene in tante sinagoghe, anche al Muro maschi e femmine pregano in zone separate (sembra strano, ma pure nelle nostre chiese un tempo era così...). Solo che in questo posto di Gerusalemme finora alle donne era permesso di pregare solo individualmente e in silenzio. A differenza degli uomini che si ritrovano in gruppi e – soprattutto – leggono ad alta voce la Torah, la Bibbia ebraica.
Questa distinzione tra maschi e femmine nel modo di pregare esiste anche in molte comunità ebraiche nel mondo, che seguono in tal modo una tradizione millenaria. Ma non è così dappertutto. Da anni sono nate anche altre sinagoghe in cui uomini e donne pregano insieme. E in alcune una donna può diventare anche rabbino. Per questo motivo alcune donne hanno cominciato a dire: se il Muro del pianto è per tutti gli ebrei, perché noi non possiamo pregare ad alta voce? Ne è nato un gran parapiglia: quanti non erano d’accordo (e a Gerusalemme sono la maggioranza) hanno cominciato a cacciarle via quando si ritrovavano a pregare.
Poi – qualche mese fa – è intervenuto un tribunale per dire che, invece, avevano ragione. Ugualmente, però, ogni volta che arrivavano al Muro trovavano ad attenderle centinaia di altre donne delle comunità ebraiche più rigide, che impedivano loro di avvicinarsi. «Io ho ragione e tu torto»: si poteva andare avanti all’infinito a discuterne, come purtroppo spesso accade. Invece si è trovato un compromesso: le donne che vogliono pregare ad alta voce potranno farlo, ma in una zona a parte, un po’ defilata. Così chi resta legato al modo tradizionale ebraico di pregare non se ne sentirà offeso. Piuttosto che impuntarsi per l’affermazione di un diritto le donne hanno accettato la soluzione che tiene conto della sensibilità degli altri.
Perché in fondo la cosa veramente importante era poter pregare tutti liberamente al Muro del pianto. Così sarà.
Litighiamo su tante cose, ma difficilmente penseremmo che qualcuno possa farlo persino sul modo in cui si prega. Invece capita anche questo. Ed è per tutti una buona notizia quando le persone interessate si mettono d’accordo. È quanto è successo in questi giorni a Gerusalemme dove sembra essere destinata a finire la disputa sulla preghiera delle donne al Muro del pianto, luogo veneratissimo da tutti gli ebrei. Come avviene in tante sinagoghe, anche al Muro maschi e femmine pregano in zone separate (sembra strano, ma pure nelle nostre chiese un tempo era così...). Solo che in questo posto di Gerusalemme finora alle donne era permesso di pregare solo individualmente e in silenzio. A differenza degli uomini che si ritrovano in gruppi e – soprattutto – leggono ad alta voce la Torah, la Bibbia ebraica.
Questa distinzione tra maschi e femmine nel modo di pregare esiste anche in molte comunità ebraiche nel mondo, che seguono in tal modo una tradizione millenaria. Ma non è così dappertutto. Da anni sono nate anche altre sinagoghe in cui uomini e donne pregano insieme. E in alcune una donna può diventare anche rabbino. Per questo motivo alcune donne hanno cominciato a dire: se il Muro del pianto è per tutti gli ebrei, perché noi non possiamo pregare ad alta voce? Ne è nato un gran parapiglia: quanti non erano d’accordo (e a Gerusalemme sono la maggioranza) hanno cominciato a cacciarle via quando si ritrovavano a pregare.
Poi – qualche mese fa – è intervenuto un tribunale per dire che, invece, avevano ragione. Ugualmente, però, ogni volta che arrivavano al Muro trovavano ad attenderle centinaia di altre donne delle comunità ebraiche più rigide, che impedivano loro di avvicinarsi. «Io ho ragione e tu torto»: si poteva andare avanti all’infinito a discuterne, come purtroppo spesso accade. Invece si è trovato un compromesso: le donne che vogliono pregare ad alta voce potranno farlo, ma in una zona a parte, un po’ defilata. Così chi resta legato al modo tradizionale ebraico di pregare non se ne sentirà offeso. Piuttosto che impuntarsi per l’affermazione di un diritto le donne hanno accettato la soluzione che tiene conto della sensibilità degli altri.
Perché in fondo la cosa veramente importante era poter pregare tutti liberamente al Muro del pianto. Così sarà.
Commenti
Posta un commento