La vita è un insieme di interrelazioni
Come ulteriore contributo alla riflessione sull'essere comunità, vi propongo, cari ragazzi di seconda, questo pensiero di Martin Luther King, tratto dall' omelia del Natale del 1967.
«La vita è un insieme di interrelazioni. Siamo legati ad una rete di comunità vestiti dello stesso abito del nostro destino. Tutto ciò che colpisce direttamente, colpisce tutti indirettamente. Siamo fatti per vivere insieme: la nostra realtà è intercomunicante. Non vi siete mai fermati a pensare che non potete neppure andare al lavoro al mattino senza dichiarare la vostra dipendenza da tutto il mondo?
Vi alzate, fate le vostre pulizie afferrando la spugna, e questa vi viene da un indigeno del Pacifico. Prendete il sapone e questo viene dato dalla mano di un francese. Passate in cucina a bere un caffè e vi viene versato nella tazzina da un sudamericano: o forse preferite il thè, e vi viene offerto da un cinese; o ancora desiderate cioccolato ed è un africano che ve lo offre. Allungate la mano per prendere il pane, e toccate le mani callose del contadino di lingua inglese o di un fornaio. Prima ancora di finire colazione, vi siete già messi in contatto con metà del mondo.
Il nostro universo è strutturato così: e non riusciremo a raggiungere la pace interna finché non avremo riconosciuto questo fatto basilare della struttura interdipendente di ogni realtà».
«La vita è un insieme di interrelazioni. Siamo legati ad una rete di comunità vestiti dello stesso abito del nostro destino. Tutto ciò che colpisce direttamente, colpisce tutti indirettamente. Siamo fatti per vivere insieme: la nostra realtà è intercomunicante. Non vi siete mai fermati a pensare che non potete neppure andare al lavoro al mattino senza dichiarare la vostra dipendenza da tutto il mondo?
Vi alzate, fate le vostre pulizie afferrando la spugna, e questa vi viene da un indigeno del Pacifico. Prendete il sapone e questo viene dato dalla mano di un francese. Passate in cucina a bere un caffè e vi viene versato nella tazzina da un sudamericano: o forse preferite il thè, e vi viene offerto da un cinese; o ancora desiderate cioccolato ed è un africano che ve lo offre. Allungate la mano per prendere il pane, e toccate le mani callose del contadino di lingua inglese o di un fornaio. Prima ancora di finire colazione, vi siete già messi in contatto con metà del mondo.
Il nostro universo è strutturato così: e non riusciremo a raggiungere la pace interna finché non avremo riconosciuto questo fatto basilare della struttura interdipendente di ogni realtà».
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