Valorizzare il ruolo delle donne. Anche nella Chiesa
La maternità non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere". Lo ha detto il Papa aggiungendo che la maternità non va ridotta neppure solo a "un ruolo sociale", e che "chiamando la donna alla maternità, Dio le ha affidato in una maniera del tutto speciale l'essere umano".
Papa Bergoglio lo ha detto nella udienza ai partecipanti a un seminario sui 25 anni della Mulieris dignitatem. Il Papa si è soffermato in particolare sul punto della Lettera apostolica dedicata nel 1988 da Giovanni Paolo II alla figura della donna, in cui si parla dello "speciale affidamento dell'essere umano alla donna", e si è chiesto cosa ciò significhi. "Mi pare evidente - ha osservato - che il mio predecessore si riferisca alla maternità. Tante cose - ha aggiunto - possono cambiare e sono cambiate nell'evoluzione culturale e sociale, ma rimane il fatto che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. E questo non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere. Chiamando la donna alla maternità, Dio le ha affidato in una maniera del tutto speciale l'essere umano".
Papa Francesco ha quindi segnalato "due pericoli sempre presenti, due estremi opposti che mortificano la donna e la sua vocazione": "Ridurre la maternità ad un ruolo sociale, a un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale". L'altro pericolo, "come reazione a questo, in senso opposto": "promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizza. E qui - ha rimarcato - vorrei sottolineare come la donna abbia una sensibilità particolare per le "cose di Dio", soprattutto nell'aiutarci a comprendere la misericordia, la tenerezza e l'amore che Dio ha per noi".
"Soffro, dico la verità, quando vedo nella Chiesa che il ruolo di servizio, che tutti dobbiamo avere per le donne scivola verso un ruolo di servitù e non di servizio", ha confidato Papa Francesco nel suo discorso - in larga parte a braccio .
"A me - ha aggiunto - piace pensare che la Chiesa non è 'il Chiesa': è donna e madre, questo è bello".
Da Avvenire del 12 ottobre 2013
Papa Bergoglio lo ha detto nella udienza ai partecipanti a un seminario sui 25 anni della Mulieris dignitatem. Il Papa si è soffermato in particolare sul punto della Lettera apostolica dedicata nel 1988 da Giovanni Paolo II alla figura della donna, in cui si parla dello "speciale affidamento dell'essere umano alla donna", e si è chiesto cosa ciò significhi. "Mi pare evidente - ha osservato - che il mio predecessore si riferisca alla maternità. Tante cose - ha aggiunto - possono cambiare e sono cambiate nell'evoluzione culturale e sociale, ma rimane il fatto che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. E questo non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere. Chiamando la donna alla maternità, Dio le ha affidato in una maniera del tutto speciale l'essere umano".
Papa Francesco ha quindi segnalato "due pericoli sempre presenti, due estremi opposti che mortificano la donna e la sua vocazione": "Ridurre la maternità ad un ruolo sociale, a un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale". L'altro pericolo, "come reazione a questo, in senso opposto": "promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizza. E qui - ha rimarcato - vorrei sottolineare come la donna abbia una sensibilità particolare per le "cose di Dio", soprattutto nell'aiutarci a comprendere la misericordia, la tenerezza e l'amore che Dio ha per noi".
"Soffro, dico la verità, quando vedo nella Chiesa che il ruolo di servizio, che tutti dobbiamo avere per le donne scivola verso un ruolo di servitù e non di servizio", ha confidato Papa Francesco nel suo discorso - in larga parte a braccio .
"A me - ha aggiunto - piace pensare che la Chiesa non è 'il Chiesa': è donna e madre, questo è bello".
Da Avvenire del 12 ottobre 2013
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