Un marzo di venti anni fa
Esattamente venti anni fa, nel giro di una settimana – tra il 5 ed il 9 marzo –, nella città di Brindisi giungevano oltre 25mila cittadini albanesi. Fuggivano dalla povertà e dalla disperazione, fuggivano con ogni mezzo possibile da un Paese che era in preda al caos e alla guerra civile. Ad accoglierli soltanto la gente e la Caritas: chi raccoglieva vestiario e prodotti di prima necessità, chi invitava nei bar gli albanesi per una ricca colazione; chi faceva la spesa nei supermercati, chi cucinava e distribuiva il cibo alle persone che vagavano attonite per le strade. Proprio per non dimenticare la solidarietà di cui fu capace la popolazione brindisina, la Caritas diocesana ha organizzato alcuni giorni fa una tavola rotonda sul tema "1991-2011. Accoglienza, convivenza, reciprocità". Certamente un bell'esempio di solidarietà che nulla toglie ad altre realtà del nostro Paese che stanno fronteggiando, proprio in questi giorni, situazioni simili.
Se ricordo questi eventi è per raccontarvi di chi, a distanza di vent'anni, può dire di avercela fatta, perchè si è inserito e si è costruito una vita nel nostro Paese. Cosetta, Niko e Gjoka sono oggi cittadini italiani. Arrivati come i tanti di allora, in un barcone carico di gente con il cuore spezzato, hanno visto la speranza diventare integrazione.
Se volete leggere la loro storia pubblicata su Avvenire del 6 marzo 2011, cliccate qui.
Se ricordo questi eventi è per raccontarvi di chi, a distanza di vent'anni, può dire di avercela fatta, perchè si è inserito e si è costruito una vita nel nostro Paese. Cosetta, Niko e Gjoka sono oggi cittadini italiani. Arrivati come i tanti di allora, in un barcone carico di gente con il cuore spezzato, hanno visto la speranza diventare integrazione.
Se volete leggere la loro storia pubblicata su Avvenire del 6 marzo 2011, cliccate qui.
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