Restiamo amici. Parliamone!

L'articolo di Daniele Novara, pubblicato su Popotus del 27 novembre 2012, ci offre alcuni spunti per riflettere su come possa far bene litigare bene.
«Meglio darle che prenderle!» e allora ti getti e cerchi di mettercela tutta per buttarlo giù, ma quello è più arrabbiato di te e ti stende davanti a tutti. E allora pensi «La prossima volta gliele suono che poi la smette di rompermi». E allora lo aspetti e gli dici: «Hai paura perché sei una gallina senza penne e voglio dartele». Lui ti guarda e hai l’impressione che ti voglia prendere in giro. Lo sguardo è di superiorità e non lascia molti dubbi sulle sue intenzioni. Allora non ci vedi più dalla rabbia e ti avventi su di lui, lo getti per terra e lo riempi di pugni. Alla fine lui ti guarda sbigottito come se non avesse immaginato che eri proprio tu quella furia. Se ne va con la coda fra le gambe, ma sai già che la prossima volta tocca a te e che non ci sarà neanche il tempo per gustarsi questa soddisfazione. Allora pensi: «Anche litigare stanca!» Chiedi a un amico di dirgli che lo vuoi incontrare per parlare e smetterla di darsi botte. Ma quello non capisce e pensa che è uno scherzo e quando vi incontrate ti salta addosso e finisci con il prenderle, perché neanche eri pronto a dargliele indietro. E allora gli amici ti dicono: «È proprio un vigliacco… Tu volevi fare la pace e lui ti ha aggredito. Dobbiamo vendicarci». Ma tu sei proprio stanco di vendette e non hai voglia di ascoltarli. Vuoi capire se anche da un litigio può nascere un’amicizia. E aspetti, aspetti, aspetti finché un giorno giocando a calcio nel cortile della scuola segni un gol decisivo e lui ti viene incontro per abbracciarti perché fa proprio parte della tua squadra. Capisci che ce l’hai fatta e che stavolta hai vinto la sfida più difficile: aspettare finché il litigio diventa un gioco e poi un incontro e poi un’amicizia.

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