La droga è la calamità più grossa

"La droga è la calamità più grossa".

Queste sono le parole di Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo Muccioli, il fondatore della comunità di San Patrignano, di cui in questi giorni sono stati ricordati i 15 anni dalla morte.
Vi riporto alcuni passi dell'intervista di Massimo Pandolfi che ho letto su "Il Resto del Carlino" di lunedì 20 settembre.

(...)
"La droga è la calamità più grossa di tutte le nostre calamità. Ma intendiamoci bene sul significato della parola droga: anche il balconing, la moda di quest’estate per cui i ragazzi si gettano dalla finestra e magari ci lasciano le penne, è una droga. Non siamo più capaci di avere e gustarci relazioni e sentimenti veri e allora ci droghiamo. L’uomo muore dentro di noi e viviamo emozioni in maniera sempre più frenetica e adrenalinica'. (...)


Qual è la droga più pericolosa di oggi?

'Cannabis e marijuana, perché sono ritenute innocue e tollerabili anche da troppi insegnanti ed educatori. Poi la cocaina, che va tanto di moda. Non dimentichiamoci l’alcol. E sta ritornando in grande stile l’eroina. Ma il vero problema non è la sostanza'.

E cos’è allora?

'E’ il vuoto che c’è dentro le persone che fanno uso di questa sostanza'.
(...)
'Il tossicodipendente non è un malato. Noi dobbiamo aiutare queste persone a cambiare. Crescere vuol dire cambiare. Cambiare vuol dire anche soffrire. I giovani vanno educati al cambiamento'.

Ci mette sempre in mezzo la parola educazione….

'Sì, perché è questa la vera emergenza. Le famiglie sono sempre più spesso luoghi vuoti, dove non c’è rapporto, non c’è comunicazione, non c’è nulla. (...)

Il quadro che ci presenta è drammatico: cosa si può fare per uscire dal tunnel? .

'Il mondo dell’educazione va completamente ripensato e costruito. Va rifondata un’alleanza educativa tra istituzioni, scuola e famiglia. Altre scorciatoie sono inutili'.

E allora, ragazzi, facciamo nostro questo slogan:

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